Questo doveva essere l'intervento che avevo preparato in occasione del XVIII congresso USARCI-LARAC del 19 febbraio 2011. Intervento che ho preferito non fare in quella occasione per motivi di opportunità e di tempo, ma che avevo annunciato che avrei comunque pubblicato sul mio blog.
XVIII CONGRESSO USARCI-LARAC
Intervento di Gianni Di Pietro
Ringrazio il Presidente Bruno Rossi, per tutto quello che ha dato al sindacato in questi due anni di presidenza.
Chi mi conosce sa che non sono un adulatore, ma ritengo la sua presidenza tra le migliori che il sindacato Usarci ha avuto in Abruzzo e Molise da sempre. Una delle sue qualità è certamente quella di riuscire a gestire le mie intemperanze e far finta di minimizzare alcune mie escandescenze.
Il Presidente Rossi ha affrontato molti argomenti importanti, tra gli altri ha parlato della situazione economica sia nazionale che regionale, con riferimento anche a quella internazionale. Ormai parliamo di globalizzazione, dei mercati, di prodotti, di prezzi, tutti questi elementi fanno ormai parte di un mondo comune.
Quale deve essere il ruolo del sindacato in questo scenario ?
Anche il sindacato deve internazionalizzarsi.
Le regole dovrebbero essere simili per tutti gli agenti almeno in tutta Europa.
Alla realizzazione di ciò ci ha provato la COMUNITA' EUROPEA emanando nel 1986 una direttiva comunitaria con un importante presupposto; Presupposto che racchiude la sostanza della direttiva stessa.
IL PUNTO BASE E' PER L'APPUNTO QUESTO:
“considerando che le differenze tra le legislazioni nazionali in materia di rappresentanza commerciale influenzano sensibilmente all'interno della Comunità le condizioni di concorrenza e l'esercizio della professione e possono pregiudicare il livello di protezione degli agenti commerciali nelle loro relazioni con il loro preponente, …...”
Già da queste poche righe si evince che lo scopo della Comunità Europea , con questa direttiva, è quello di proteggere l' Agente Commerciale nelle relazioni con la preponente, perchè è ben conscia che l'agente rappresenta la parte debole della catena e che ha bisogno di maggior tutela.
E' pertanto pacifico l'importanza ed il ruolo che il sindacato svolge nela tutela del lavoratore che rappresenta, nel nostro caso l'agente commerciale.
Ci si domanda se il sindacato debba sempre tutelare l'agente commerciale a prescindere dalle eventuali sue responsabilità o colpe ,
Certamente sì;
Il sindacato deve sempre stare dalla parte dell'agente di commercio.
Se così non fosse verrebbe meno al proprio ruolo, al proprio scopo, ma ancor più grave, si sostituirebbe ai giudici senza averne il ruolo, la capacità e la competenza.
Non ci risulta, del resto, che mai la Confindustria e la Confcommercio, solo per citarne due tra le più grosse tra le nostre di controparti, si siano mai schierate contro un proprio aderente per comportamenti poco leciti o scorretti. Non abbiamo mai sentito la Confindustria e la Confcommercio richiamare un proprio aderente perché ha preteso la sottoscrizione di un contratto con clausole vessatorie.
Proprio alcuni giorni addietro, un collega si e' visto rifiutare il contratto solo perche' aveva chiesto all'azienda di rivedere il patto di non concorrenza. Il contratto prevedeva che la mandante insindacabilmente, anche un mese dopo la chiusura del rapporto poteva decidere se riconoscere o meno il patto di non concorrenza. L' agente aveva chiesto solo che il patto fosse chiaro, o era previsto o non lo era. Per tutta risposta la mandante gli ha risposto che cercavano agenti che non creasse loro problemi.
Ed un' altro ancora ieri l'altro ha ricevuto una disdetta per colpa perché l'azienda ha presupposto che l'agente era in contatto con una azienda concorrente.
Ora vale anche la presunzione. Sono proprio fuori di testa, e noi dovremmo rappresentare questi industrialotti ? E' questa la classe imprenditoriale Italiana ?
Mi auguro di no.
Sono certo che il rifiuto della mandante nel primo caso e la disdetta del contratto nel secondo, rappresentano un epilogo fortunato per questi due agenti. Con simili aziende ci sarebbero stati in futuro problemi piu' seri.
Ma occorre che l'agente comprenda che la tutela sindacale non si attua solo nel momento della disdetta del mandato o nel momento in cui la mandante compie una scorrettezza. La tutela inizia ben prima; inizia dalla stipula degli AA.EE.CC.
Questi dovrebbero costituire esclusivamente la semplificazione delle norme del cc , suggerendone eventualmente il sistema di calcolo delle indennità quando non previste dalle norme codicistiche, e dovrebbero prevedere un miglioramento rispetto al codice stesso, se così non fosse, il ruolo degli AA.EE.CC. non avrebbe alcun senso.
Purtroppo, molto spesso dobbiamo assistere a vere e proprie storture , solo per fare un esempio, l'art 2 degli AA.EE.CC. prevede che la ditta mandante può ridurre la zona , la provvigione , il numero dei clienti a proprio insindacabile giudizio.
Non ci risulta che il codice preveda tutto ciò, anzi, il codice prevede che un contratto non possa essere modificato unilateralmente, ma occorre il consenso di tutte le parti che lo hanno sottoscritto.
Ma, gli AA.EE.CC. esistono negli altri paesi Europei ?
NO, negli altri paesi non vi è traccia di contratti collettivi di lavoro per gli agenti commerciali. Allora dovremmo pensare che gli agenti degli altri paesi non sono tutelati.
Falso, lo sono e forse anche di piu'. loro hanno le norme codicistiche e le leggi che regolamentano l’attività e le indennità.
I contratti collettivi sono una invenzione tutta Italiana, nata per sopperire alla latitanza legislativa. Questa latitanza ha fatto diventare prassi comune la stipula dei contratti collettivi, dando così l'impressione di rafforzare il ruolo del sindacato.
Tutto ciò è falso, falso perché le regole spesso previste nei contratti collettivi non sono dettate da motivi di diritto, di equita', di dignita', ma esclusivamente da un rapporto di forza; la forza del sindacato dei lavoratori contro quella del sindacato dei datori di lavoro.
Nel nostro caso, siamo perdenti su tutta la linea ed i risultati sono evidenti.
Non dimentichiamo che tra i firmatari degli AEC vi sono sigle sindacali che nulla hanno a che vedere con gli agenti, non ne conoscono il ruolo, l'importanza, la tipologia di lavoro, ma sono comunque firmatari.
Ma anche tra i cosiddetti delegati sindacali, quelli che rappresentano proprio gli agenti di commercio, troviamo spesso,impreparazione, pressapochismo, o, ancora peggio, collusione con le controparti.
Giorni addietro un alto dirigente sindacale di uno dei sindacati aderenti alla controparte mi diceva che, lui, per meglio tutelare gli agenti, offre consulenza a pagamento alle mandanti .
Un sindacalista non dovrebbe neanche pensare di trattare le risoluzioni contrattuali per conto della mandante. Essere consulenti delle mandanti da parte di un sindacalista E' ALTO TRADIMENTO, ma succede anche questo.
Vi sono poi sindacati di agenti non firmatari degli AA.EE.CC. Non perché hanno ritenuto che non siano da firmare, ma solo perché non riescono ad entrare negli ingranaggi del potere. Che senso ha creare una miriade di sindacati ? Quali sono le vere differenze che le contraddistinguono? Nessuno le conosce, o le differenze sono risibili. Si costituisco in nuovi sindacati con il solo scopo di esserne presidenti , ed ottenere qualche vantaggio o per mera vanità. . Non si risolve il problema degli agenti spezzettando la categoria, anzi, li si indebolisce, si fa il gioco delle controparti. Se non si è d'accordo con chi governa il sindacato, si combatte, si lotta, sempre dall’interno fino a far sentire la propria voce e denunciarne le storture.
Ma la responsabilità di tutto ciò risiede molto spesso negli agenti stessi, i quali, per anni, anche decenni, sono stati e lo sono ancora, assenti, pavidi o egoisti, lontani dal sindacato.
Per il solo fatto di trovarsi a rappresentare aziende importanti, pensano di essere immuni, di non averne bisogno di assistenza, per poi gridare: “ NON SIAMO TUTELATI”
quando vengono disdettati o subiscono delle prepotenze. Dimenticando di porsi la fatidica domanda:
MA COSA HO FATTO FINO AD ORA PERCHE' IO FOSSI TUTELATO?
UNA BENEAMATA M....A. DIREBBE CETTO LAQUALUNQUE:
Giusto per significarVi la superficialità di chi manovra gli AEC.
E' stato stampato l'AEC del settore Commercio da parte della CONFCOMMERCIO. Ebbene, un funzionario di questa importante associazione, ha rinominato gli articoli dell' AEC, facendo diventare
l'art. 1 bis art. 2 l'art 2 trasformarlo in art 3 e cosi' via.
Potrebbe sembrare una sciocchezza, cosa cambia se l'art 2 diventa 3 , il contenuto, il concetto degli articoli rimangono invariati.
Non è cosi' semplice. , pensate se la GIUFFRE', tra le più grandi tipografie, editorie di materiale giuridico, nello stampare il codice civile, rinumerasse gli articoli; sarebbe il caos nei tribunali, una babele dove ognuno parlerebbe una lingua diversa senza possibilità di comprendersi. Ma lo sanno questi signori che una volta che si è siglato un accordo, viene depositato presso il ministero del lavoro e presso il CNEL?
Lo sanno questi signori che ci sono migliaia di mandati dove si fa riferimento all'art. 2 che dice esattamente cose diverse da quelle pubblicate ? questo è pressapochismo è indolenza.
Potrebbe sembrare alquanto anomalo che tali critiche provengano da chi ha fatto parte delle alte sfere del sindacato, ma proprio per questo si è dimesso da tali ruoli, non condividendo il modo con cui venivano trattati gli AEC e la difesa della categoria. .
Nessun rimpianto in quelle dimissioni, anzi le ritengo onorevoli e sarei pronto a ripresentarle; un unica amarezza, quella di essersi sentito tradito proprio da chi, per anni ha ostentato la mia amicizia e approfittato delle mie seppur scarse conoscenze.
Credo nel ruolo del Sindacato, nella sua importanza sociale, nella sua insostituibilità . Sono purtroppo gli uomini che spesso la governano che sbagliano, che interpretano in maniera distorta, a volte in buona fede, altre volte no, ma gli uomini passano, gli ideali rimangono.
Mi piace chiudere con le parole di Primo Levi:
“E' stata colpa lasciare incancrenire le nostre molte piaghe
senza riparare con misure tempestive ed organiche.
Sono colpe ed errori non solo delle istituzioni, ma di tutti noi
cittadini, in quanto abbiamo esercitato male ,il nostro diritto ad un controllo dal basso.”
Gianni Di Pietro