E' sufficiente entrare in
un qualunque social network dove si parla degli agenti commerciali,
ed ecco il sistematico attacco alla fondazione ENASARCO da parte di
molti agenti e di qualche associazione.
Alcuni agenti, tra i più
“illuminati”, ne chiedono perfino l'abolizione. Certo è
che,coloro i quali ne chiedono l'abolizione, non stanno facendo un
favore né a se stessi e tantomeno alla categoria, ma solo alle
mandanti , anzi, penso che, considerato il livore con il quale
trattano l'argomento, sospetto si tratti proprio di quanche
mandante che si spaccia per agente.
Sono stato il primo,
insieme ad uno sparuto gruppo di colleghi, nel lontano 1997, a
deprecare la privatizzazione dell'Enasarco, ad esserne contrario.
Un ente previdenziale e
perdipiù obbligatorio, non può e non deve essere privato, ma deve
essere pubblico, amministrato da tecnici validi, e controllato dai
sindacati di categoria e dallo stato.
Purtroppo, in questo
paese dove tutto funziona alla rovescia, tutto cioò che si trasforma
da pubblico in privato invece di funzionare meglio, le cose
peggiorano, e la fondazione non è certo esente.
In questi ultimi anni si
è avuto un continuo aumento dei contributi, una sistematica
innalzamento dei massimali provvigionali, una persistente diminuzione
degli importi pensionistici, un costante aumento del contributo di
solidarietà, ma anche se pesante, a volte ingiustificato, il tutto
serve a garantire un futuro pensionistico ai giovani agenti ed anche
ai meno giovani.
Si possono discutere
gli investimenti, il modo di amministrare , gli sperperi per i
rimborsi spese, gli stipendi degli alti dirigenti e degli
amministratori, la vergogna della situazione dei silenti, agenti che
hanno versato per 15, 16 anni,certi di aver maturato il diritto alla
pensione ed oggi si ritrovano senza alcun diritto alla pensione senza
alcuna possibilità di ricongiungere questi versamenti con un altro
ente e, peggio, perdendo tutto.
Per questi e doveroso,
necessario, indispensabile trovare una soluzione.
MA NONOSTANTE TUTTO
CIÒ È INDISCUTIBILE LA FUNZIONE SOCIALE DELLA FONDAZIONE.
Possiamo volere il
passaggio all'Inps od altro ente statale al fine di ottenere magiori
garanzie di futuro, ma non possiamo volerne la sua morte. Chi
chiede la soppressione dell'Enasarco non ha alcuna coscienza
sindacale e sociale, non si rende assolutamente conto che la sua
sparizione, oltre a non garantire più il firr, lascerebbe migliaia
e migliaia di agenti, i meno fortunati, senza alcun sostegno
economico, facendo solo la gioia delle mandanti che economizzerebbero
anche questi miseri euro. Chi
sostiene che quei soldi servirebbero a crearsi una pensione privata,
non ha capito nulla di come funziona il meccanismo e ci si troverebbe
nella vecchiaia senza alcun sostentamento.
E'
quello che vogliono i poteri forti per poter governare un gregge di
pecore senza spina dorsale ed averli alla loro mercè. Grazie al
diritto sul lavoro, grazie alle pensioni sociali, l'Italia era
diventata una potenza, ed era uscita dalla schiavitù; non
riportiamocela.
Giovanni
Di Pietro