Prima parte
La contrattazione
Collettiva, in questo caso parliamo di AA.EE.CC. ha una funzione
importantissima ed indispensabile nel processo del rapporto tra
mandante ed Agente, essa viene stipulata e sottoscritta tra i
sindacati delle aziende, Confindustria
Confcommercio, Confapi,.. ed i sindacati
degli agenti commerciali.
A differenza di quanto
avviene negli altri paesi europei, dove la contrattazione collettiva
è inesistente, in Italia la negoziazione sindacale riveste un
enorme valore ed una vera necessità stante la poca chiarezza delle
norme, la lungaggine delle fasi giudiziarie e la scarsa propensione
dei giudici verso l'agente, che viene ritenuto spesso un
imprenditore al pari della mandante.
Per questi motivi la
contrattazione collettiva non può avere mai sosta, spesso è già
obsoleta nel momento della sua sottoscrizione.
Nell' universo del
rapporto di agenzia vi sono di fronte due opposti interessi;
- da una parte la mandante
con la continua ricerca dell'abbattimento dei costi, la ricerca di
aumento degli utili e la costante ricerca di controllo del lavoro
dell'agente ;
- dall'altra, l'autonomia
e l'aumento dei propri introiti da parte dell'agente.
Pensare anche solo
lontanamente che le due figure possano in qualche modo trasformarsi da
controparti a partners è pura utopia, occorrerebbe un salto
culturale ideologico che nessuno sarebbe disposto a fare anche a
causa della “ furbizia”
insita nel popolo Italiano, alla continua ricerca di aggirare
l'ostacolo.
Ma andiamo con ordine,
quali sono gli aspetti controversi di questo rapporto.
Da una parte la mandante
che fa molta difficoltà ad accettare l'agente come lavoratore
autonomo, volendo per sua natura dare indirizzi e controllarne tutto
l'operato, dall'altra l'agente in quanto tale essendo libero di
agire in piena autonomia, non vuole essere legato da lacci e
lacciuoli, anche perché, è pagato a “
cottimo” ovvero solo per ciò che veramente
produce.
La mandante, vorrebbe
interpretare le norme a proprio piacimento, ritiene che il codice
civile sia dalla sua parte quando stabilisce “
l'agente deve adempiere l'incarico affidatogli in conformità delle
istruzioni ricevute “ pretenderebbe
pertanto che l'agente “obbedisca” a
tutto ciò che la mandante gli impone servendosi di contratti
capestro, rapportini su ogni singola visita, elenco dei clienti
visitati, i motivi per cui il cliente non ha acquistato o ha
acquistato poco, vorrebbe inoltre conoscere con largo anticipo
l'itinerario che l'agente ha predisposto per quel tale giorno, oltre
ai nomi dei clienti che andrà a visitare.
E' pur vero che l'AEC
esclude tassativamente tutto ciò, l'art 1 infatti, al quinto
capoverso recita:
” ….....senza
obblighi di orario di lavoro e di itinerari predeterminati. Le
istruzioni di cui all'art. 1746 del codice civile devono tenere conto
dell'autonomia operativa dell'agente o rappresentante,.....”
.
Ben
sappiamo
però, come i contratti sottoscritti sono pieni e stracolmi di
articoli vessatori che, anche se nulli da un punto di vista
giuridico, riescono comunque a condizionarne l'operato con la
continua spada di Damocle “ se non ti
sta bene te ne vai “,
e conosciamo purtroppo quanto sia difficile in questa nazione trovare
un altro mandato.
Ma
vi è molto di più, alcuni agenti stanno ricevendo in “
DONO”
dalle mandanti, i tablet o ipad, per poter comunicare in tempo reale
con la casa madre, vedere il magazzino ed inviare l'ordine in tempo
reale, emettere anche bolle di consegna, ed in alcuni casi, quelli
che fanno anche la tentata vendita, emettere anche la fattura ecc.
In
realtà le motivazioni di tanto “affetto”
da parte delle mandanti sono due;
-
il primo è quello di trasferire alcuni compiti all'agente, compiti
che venivano svolti da impiegati all'interno dell'azienda, come
quello di inserire la scheda cliente, inserire l'ordine, controllare
il magazzino. Oggi tutto ciò viene fatto da remoto dall'agente che
, così facendo, procura un notevole risparmio economico all'azienda
ma, per tutto ciò lui non riceve come contropartita alcun beneficio,
anzi, ne ha un onere maggiore.
Il
secondo, ancora più “ subdolo”,
è proprio quello di controllare e conoscere ogni spostamento
dell'agente, ogni sosta, i tempi di visita, i luoghi.
All'interno
dei tablet, degli ipad, smartphone, vi è un'app che, se attivata
dalla mandante, consente a chi ha donato lo strumento, di monitorare
costantemente l'agente in tutte le 24 ore;
“ ti sei alzato alle
9”, “ sei stato in quel ristorante due ore “ “ cosa facevi
l'altro ieri in via Garibaldi che non è area di tua competenza”, “
sei stato più di un'ora al civico 33, ma lì non vi è alcun
cliente” ed
altro ancora.
Queste
frasi sono ripetute costantemente da direttori, capi area, titolari,
con lo scopo di intimorire e soggiogare l'agente.
E'
pur vero che tutto ciò è vietato, ma spesso il soggetto sottoposto
a questa specie di
“ mobbing” è un agente monomandatario, quasi
sempre con patto di non concorrenza post contrattuale, per uno o due
anni, condizioni queste che lo pongono in una situazione di vera e
propria sudditanza.
Questi
sono solo alcuni dei motivi per cui la contrattazione cerca di
intervenire e regolamentare i vari aspetti, ed ecco perché la
partecipazione degli agenti alla vita sindacale, e la loro adesione è
sempre più fondamentale.
Giovanni Di Pietro
V. Presidente Vicario
Fed. Naz. Usarci
Continua sulla prossima uscita