Gianni, perchè ritieni che i sindacati sono diventati macchine di potere?
“I
sindacati di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela:
scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e
della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e
passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più
contraddittori, , comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i
bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene
comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su
questo modello, e non sono più organizzatori dei lavoratori, formazioni
che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto
federazioni di correnti, di camarille,...".
(- L'attualità
di questa dichiarazione è disarrmante, eppure è stata rilasciata il 28
luglio 1981 da Enrico Berlinguer, ben 27 anni fa, io mi sono permesso
solo di modificare un temine, la parola sindacati con partiti, OGGI POSSIAMO ACCOMUNARLI. In questo
caso mi riferisco esclusivamente ai sindacati degli agenti di
commercio, ma anche gli altri non si discostano da queste riflessioni).
A cosa e' dovuta la crisi dei sindacati e quindi dei lavoratori?
La
nascita dei primi veri sindacati avvenne per la necessità di difendersi
dai soprusi dalle vessazioni e dalle angherie dei datori di lavoro che
schiavizzavano le masse di lavoratori che erano senza alcuna tutela.
Nel dopoguerra , con l'avvento della democrazia i sindacati hanno potuto abbandonare la clandestinità ed uscire allo scoperto.
La
passione, l'altruismo la tenacia di alcuni per la difesa del prossimo,
per il diritto, contro le angherie, ha permesso lo sviluppo e la
crescita dei vari sindacati contribuendo così alla crescita della
nazione stessa. Oggi tutte queste qualità sono andate perdute,
sostituite dal tecnicismo, dai servizi, dagli opportunismi.
Il
primo sindacato degli agenti di commercio è stata la FNAARC in quanto
emanazione della controparte Confcommercio, fatta nascere e costituita
per meglio controllare e manovrare la categoria degli agenti di
commercio prima che questi si organizzassero autonomamente sfuggendo
quindi dal controllo delle mandanti e prima che lo statuto dei
lavoratori, nel 1970 , ne vietasse la costituzione. Infatti l'art 17
dello statuto dei lavoratori, divenuto legge dello stato con il n° 300
del 20 maggio 1970 recita:
ART. 17. - Sindacati di comodo o sindacati Gialli.
È
fatto divieto ai datori di lavoro ed alle associazioni di datori di
lavoro di costituire o sostenere, con mezzi finanziari o altrimenti,
associazioni sindacali di lavoratori.
Qual'è il quadro sindacale degli agenti di commercio?
Il
quadro sindacale degli agenti di commercio è alquanto policromo. Da una
parte troviamo i sindacati storici del lavoro dipendente, CISL, UIL,
CGIL, UGL. Questi da sempre hanno avuto un ruolo importante nella firma
degli AA.EE.CC. anche se la loro rappresentatività a livello di iscritti
è molto limitata e la conoscenza delle tematiche e del diritto di
agenzia è scarsa.
Poi vi sono i cosiddetti sindacati di categoria, specifici degli agenti di commercio, Fiarc, Fnaarc, Usarci, Federagenti.
Con un nugolo così nutrito di sindacati gli agenti di commercio dovrebbero essere i lavoratori meglio tutelati
Purtroppo
la situazione è molto diversa da quella che potrebbe sembrare.
Escludendo la solita Fnaarc, succube e connivente della Confcommercio,
alla quale possiamo aggiungere anche la Fiarc anch'essa aderente alla
controparte Confesercenti, restano solo due sigle sindacali, l'USARCI e
la Federagenti . La Federagenti non ha alcun potere contrattuale in
quanto non partecipa al tavolo delle trattative per il rinnovo degli
AA.EE.CC. e non è firmataria di alcun accordo.
Resterebbe
solo l'USARCI a tutelare da sola la categoria degli agenti, ma
anch'essa ha perduto quello spirito di spontaneità e quella vocazione
tipica dei padri costituendi.
Allora cosa fanno i sindacati di categoria?
Poco o nulla purtroppo. Per
poter essere efficienti e determinanti occorrerebbe che i sindacati
fossero presenti capillarmente sul territorio, con strutture adeguate, e
personale preparato. Nella realtà ciò non esiste, alcuni sindacati si
occupano quasi esclusivamente di servizi, contabilità e formazione
professionale che dà loro autonomia economica; altri non hanno personale
qualificato ed indirizzano gli iscritti ai propri consulenti per la
soluzione di eventuali problemi; altri hanno trasformato il sindacato
provinciale in un proprio regno incontrastato dove pensano
esclusivamente al proprio business. Vi sono addirittura sindacati
provinciali che danno consulenza a pagamento alle mandanti offrendo
conciliazioni a scapito dell'agente lavoratore. E tutto ciò è comune a
tutte le sigle sindacali.
Un quadro alquanto triste, e le federazioni nazionali permettono tutto ciò?
Le
federazioni nazionali sono il risultato delle realtà locali, si parla
di diritto dei lavoratori ma in pratica non vi è o non vi vuole essere
una adeguata preparazione politico sindacale, mancano i corsi di
formazione dei quadri sindacali, mancano protocolli per le vertenze e
spesso vi sono funzionari che hanno altri interessi che quello di
tutelare la categoria. Nessun sindacato può dirsi in questo scenario
superiore all'altro. Inoltre spesso il sindacato è costretto ad
arrendersi e a non poter svolgere il proprio ruolo.
Costretti ad arrendersi da chi?
Faccio un esempio per meglio chiarire.
Per
poter far parte del consiglio di amministrazione dell'ENASARCO occorre
essere firmatari degli AA.EE.CC..Questo è previsto dallo statuto della
fondazione, statuto voluto dai sindacati stessi. Al momento della
approvazione dello statuto, non si sono accorti che quella norma che
sembrava importante per tutelare la categoria, in realtà si è mostrata
dannosa e controproducente per la categoria.
In che modo la norma che prevede di essere firmatari è dannosa per gli agenti?
Risposta
facile e scontata, se al momento della firma degli AA.EE.CC., un
sindacato non fosse d’accordo su alcuni articoli e dovesse rifiutarsi di
firmare, potrebbe ritrovarsi fuori dal consiglio di amministrazione
della Fondazione, così il sindacato perderebbe in rappresentatività, ed
il delegato al CDA perderebbe un emolumento considerevole. Con una tale
prospettiva nessuno si azzarda a contestare e non firmare, tradendo così
il ruolo del sindacato stesso.
Ma chi discute di AA.EE.CC. non dovrebbe porsi il problema delle poltrone!
Purtroppo
così non è. Al tavolo delle trattative per gli AA.EE.CC. siedono le
stesse persone che amministrano l'ENASARCO creando una commistione di
interessi a scapito della trasparenza e degli agenti.
Allora la CGIL che non ha firmato la bozza degli AA.EE.CC. Rischierebbe di uscire dal CDA dell'ENASARCO. (Successivamente con il cambio del delegato della CGIL anche loro hanno firmato)
No,
la CGIL, l'unico sindacato che si è rifiutato di firmare la bozza
unitaria, anche se non firmasse gli AA.EE.CC., non correrebbe alcun
pericolo in quanto non fa parte del CDA ma solo del collegio dei
sindaci, ruolo naturale dei sindacati i quali non dovrebbero mai far
parte dei consigli di amministrazione, ma esclusivamente del collegio
sindacale, collegio deputato al controllo dell'operato del CDA a favore
della categoria. Non si può essere allo stesso tempo controllori e
controllati.
Occorre
che all'interno di ogni sindacato vi sia una seria analisi del proprio
operato, un ripensamento sui poteri e sui doveri, un ritorno
alla correttezza. Quel che deve interessare veramente è la sorte dei
propri rappresentati altrimenti si rischia di soffocare in una palude e
fare unicamente gli interessi delle controparti.