E'
trascorso ormai un anno dalla elezione del nuovo assetto Enasarco.
Devo
e dobbiamo riconoscere che si sono iniziati ad affrontare gli
argomenti che facevano parte del nostro programma elettivo.
Dei
10 punti principali, ben tre hanno o stanno per ricevere il
lasciapassare. Mi riferisco alla Formazione Professionale, all'aiuto
ai giovani, al miglioramento del sistema assistenziale.
E'
senza dubbio un primo passo, ma siamo sulla strada giusta per
raggiungere il traguardo prefissato.
solo
alcune considerazioni sul lavoro svolto. La metodologia della
formazione professionale così come è stata formulata, è ben lungi
dall'essere alla portata di tutti. Troppo macchinosa, limitativa,
artificiosa.
L'
Enasarco sembra vada al passo con la burocrazia Italiana, mi chiedo
a cosa serva l'ulteriore accreditamento presso la fondazione degli
enti formativi. Questi già esistono e rispondono ai requisiti
previsti dall' Enasarco visto che sono gli stessi previsti anche
dalle regioni o da altri enti di accreditamento.
Chiedere
una ulteriore accreditamento significa escludere la maggioranza degli
enti e penalizzare maggiormente quelle aree del paese il sud. dove
ben si sa che si è meno pronti e puntuali nel fare a vantaggio solo
di alcuni.
Anche
l'esclusione dalle lezioni telematiche è un ostacolo a dir poco
BIZZARRO.
Lo
stato italiano, gli stati europei, riconoscono addirittura le lauree
on line, In ingegneria, fisica, matematica, mentre Noi Fondazione,
noi che abbiamo il 100% degli iscritti che lavora 12 ore al giorno e
che oggi più di ieri non può permettersi di perdere un'ora di
lavoro, gli precludiamo l'unico sistema che permetterebbe loro di
crescere professionalmente nei momenti non dedicati alla vendita.
Anche
l'aiuto ai giovani agenti, seppure ancora in gestione embrionale,
appare poco incisivo. Il problema principale non è rappresentato dal
pagamento del fondo previdenza, somme risibili a ben vedere; Il
problema principale è rappresentato dall'enorme turnover dei giovani
che iniziano con un contratto da monomandatario e dopo sei mesi, un
anno al massimo, si accorgono che quella azienda non permette loro
di andare oltre i 15/20 mila euro lordi di provvigioni l'anno.
Ecco,
occorre trovare il sistema per dare garanzie a questi e non essere
sfruttati. Mi si potrebbe dire che in ciò l'Enasarco non c'entra
nulla, che è un problema politico sindacale, ed invece è stato
proprio la Fondazione chiamata in commissione lavoro alla camera, a
dire che il 20% degli agenti (circa 30mila unità) che percepiscono
meno di ventimila euro l'anno lordi, non costituiscono un problema.
Se
non si dà l'opportunità di sopravvivenza non vi sono aiuti che
tengano, tutto risulterà vano. Il mono mandato è una iattura per
questa categoria, occorre trovare , con l'aiuto ed il contributo
dell'Enasarco, il sistema per combatterlo e limitarlo.
Altro
argomento di sicuro interesse è invece rappresentato dalla
difformità di trattamento tra le aziende Italiane ed Estere. Ben
conosciamo come: internet, l'apertura delle frontiere, il mercato
globale, contribuiscano ad incrementare la crescita di mandati
transnazionali.
Tutto
ciò provoca sicuramente una disuguaglianza tra mandanti con
ripercussioni anche sulla concorrenza; i versamenti contributivi
rappresentano pur sempre un costo. Mi riferisco in special modo,
agli agenti Italiani che rappresentano mandanti straniere. Oggi, solo
le mandanti estere che hanno una dipendenza in Italia sono obbligate
a versare i contributi previdenziali Enasarco. Ma, anche i mandati
con aziende che non hanno alcuna dipendenza nel nostro paese sono in
crescente aumento e questi non sarebbero obbligati ai versamenti
contributivi. Tutto ciò deve avere un freno, chi vuole lavorare nel
nostro paese deve rispettare le nostre regole, fino ad arrivare ad
obbligarli al versamento dei contributi previdenziali Enasarco; solo
così facendo potremmo tutelare ai fini pensionistici gli agenti, e
perchè no, dare un po' di ulteriore ossigeno alle casse della
fondazione .
Vi
sono ancora punti importantissimi del programma che non sono stati
ancora sfiorati:
Dare
centralità all'Agente Commerciale
il
Miglioramento dell'assistenza sanitaria,
Maggiori
servizi agli agenti di commercio
l'Ampliamento
degli orizzonti di vendita
lo
sviluppo di un innovativo piano di investimenti
Migliore
presenza sul territorio per non parlare della informazioni sul
territorio da parte delle sedi periferiche, e del call center, siamo
ancora al sistema medioevale.
Sono
questi i punti fondamentali da affrontare, ma per affrontarli occorre
che vi sia un confronto approfondito tra le parti sociali e, potrebbe
essere proprio questo consesso, l'Assemblea dei Delegati, insieme
agli incontri intersindacali, la sede deputata a trattare e definire
tutti gli aspetti del mondo dell'agenzia per giungere ad una vera
riforma del settore.
gdp