AUGURO A VOI TUTTI
UN ANNO COME LO DESIDERATE.
Gianni Di Pietro
Questo blog vuole dare voce agli agenti e rappresentanti di commercio, categoria silenziosa di lavoratori.Tutti possono concorrere alla creazione di articoli, pensieri, proposte, nel rispetto del vivere civile, con un linguaggio moderato. Ognuno è responsabile delle proprie dichiarazioni. Il blogger oscurerà ogni post o dichiarazione che insindacabilmente riterrà irriguardoso e non corrispondente ai dettami del vivere civile. ATT.NE: NON VERRANNO PUBBLICATI I COMMENTI ANONIMI
lunedì 31 dicembre 2012
sabato 15 dicembre 2012
“ L'Enasarco, e le teorie sulla soppressione ”
E' sufficiente entrare in
un qualunque social network dove si parla degli agenti commerciali,
ed ecco il sistematico attacco alla fondazione ENASARCO da parte di
molti agenti e di qualche associazione.
Alcuni agenti, tra i più
“illuminati”, ne chiedono perfino l'abolizione. Certo è
che,coloro i quali ne chiedono l'abolizione, non stanno facendo un
favore né a se stessi e tantomeno alla categoria, ma solo alle
mandanti , anzi, penso che, considerato il livore con il quale
trattano l'argomento, sospetto si tratti proprio di quanche
mandante che si spaccia per agente.
Sono stato il primo,
insieme ad uno sparuto gruppo di colleghi, nel lontano 1997, a
deprecare la privatizzazione dell'Enasarco, ad esserne contrario.
Un ente previdenziale e
perdipiù obbligatorio, non può e non deve essere privato, ma deve
essere pubblico, amministrato da tecnici validi, e controllato dai
sindacati di categoria e dallo stato.
Purtroppo, in questo
paese dove tutto funziona alla rovescia, tutto cioò che si trasforma
da pubblico in privato invece di funzionare meglio, le cose
peggiorano, e la fondazione non è certo esente.
In questi ultimi anni si
è avuto un continuo aumento dei contributi, una sistematica
innalzamento dei massimali provvigionali, una persistente diminuzione
degli importi pensionistici, un costante aumento del contributo di
solidarietà, ma anche se pesante, a volte ingiustificato, il tutto
serve a garantire un futuro pensionistico ai giovani agenti ed anche
ai meno giovani.
Si possono discutere
gli investimenti, il modo di amministrare , gli sperperi per i
rimborsi spese, gli stipendi degli alti dirigenti e degli
amministratori, la vergogna della situazione dei silenti, agenti che
hanno versato per 15, 16 anni,certi di aver maturato il diritto alla
pensione ed oggi si ritrovano senza alcun diritto alla pensione senza
alcuna possibilità di ricongiungere questi versamenti con un altro
ente e, peggio, perdendo tutto.
Per questi e doveroso,
necessario, indispensabile trovare una soluzione.
MA NONOSTANTE TUTTO
CIÒ È INDISCUTIBILE LA FUNZIONE SOCIALE DELLA FONDAZIONE.
Possiamo volere il
passaggio all'Inps od altro ente statale al fine di ottenere magiori
garanzie di futuro, ma non possiamo volerne la sua morte. Chi
chiede la soppressione dell'Enasarco non ha alcuna coscienza
sindacale e sociale, non si rende assolutamente conto che la sua
sparizione, oltre a non garantire più il firr, lascerebbe migliaia
e migliaia di agenti, i meno fortunati, senza alcun sostegno
economico, facendo solo la gioia delle mandanti che economizzerebbero
anche questi miseri euro. Chi
sostiene che quei soldi servirebbero a crearsi una pensione privata,
non ha capito nulla di come funziona il meccanismo e ci si troverebbe
nella vecchiaia senza alcun sostentamento.
E'
quello che vogliono i poteri forti per poter governare un gregge di
pecore senza spina dorsale ed averli alla loro mercè. Grazie al
diritto sul lavoro, grazie alle pensioni sociali, l'Italia era
diventata una potenza, ed era uscita dalla schiavitù; non
riportiamocela.
Giovanni
Di Pietro
lunedì 19 novembre 2012
MI PIACE
Forse e' una utopia? Forse non si realizzerà mai perchè quello che domina è l'arrivismo in questa arida società. Ma se si smette di sognare non rimane che il deserto.
Mi
piace un sindacato dove i problemi degli agenti
siano alla base dell'attività
Mi
piace un sindacato dove lo scopo principale è
quello della tutela degli agenti
Mi
piace un sindacato dove la crescita morale e
professionale della categoria siano fondamentali
Mi
piace un sindacato dove la formazione sia
utilizzata non solo per problemi di cassa, ma per la preparazione
degli agenti.
Mi
piace un sindacato dove non sono importanti solo i
numeri, ma le competenze
Mi
piace un sindacato dove ci si parli apertamente
senza censure e senza risentimenti
Mi
piace un sindacato dove il dissenso venga
considerato una risorsa non una colpa
Mi
piace un sindacato dove tutti sono pari, e nessuno
possa ritenersi primo.
Mi
piace un sindacato dove il rispetto degli uomini
sia alla base dei rapporti
Mi
piace un sindacato dove il rispetto degli altri
sindacati provinciali sia il fondamento dell'unione
Mi
piace un sindacato dove i presidenti siano al
servizio della categoria, non il contrario
Mi
piace un sindacato dove la formazione quadri sia
indispensabile per la tutela della categoria
Mi
piace un sindacato dove i direttivi vengano eletti
per meriti, non per accordi di camarille o per propria vanità
Mi
piace un sindacato dove il Presidente venga eletto
sulla base di programmi, competenze, di confronto tra più candidati,
non per acclamazione o per accordo tra i potenti.
Mi
piace un sindacato dove il sindacalista è
colui che si mette in leale rapporto con gli altri,
responsabile
dei diritti umani, capace di reggere l’utopia e di contagiare anche
coloro con cui opera agli stessi suoi entusiasmi. Sa essere presente
e sa motivare le scelte, conosce il più possibile il lavoro di
ciascuno e perciò è competente, cerca di capire e guarda
all’essenziale.Non
ha preoccupazioni per propri interessi monetari e rifiuta il
privilegio che è il tarlo di ogni convivenza. Preoccupandosi di
ciascuno, difende non i soldi ma il valore delle persone, lottando
anche per il giusto riconoscimento economico. Cardinale.
Carlo Maria Martini
Giovanni Di Pietro
venerdì 16 novembre 2012
I SINDACATI E LA QUESTIONE MORALE
RI PUBBLICO UNA VECCHIA INTERVISTA del 2008 ANCORA DI ATTUALITA'
Gianni, perchè ritieni che i sindacati sono diventati macchine di potere?
Gianni, perchè ritieni che i sindacati sono diventati macchine di potere?
“I
sindacati di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela:
scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e
della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e
passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più
contraddittori, , comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i
bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene
comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su
questo modello, e non sono più organizzatori dei lavoratori, formazioni
che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto
federazioni di correnti, di camarille,...".
(- L'attualità
di questa dichiarazione è disarrmante, eppure è stata rilasciata il 28
luglio 1981 da Enrico Berlinguer, ben 27 anni fa, io mi sono permesso
solo di modificare un temine, la parola sindacati con partiti, OGGI POSSIAMO ACCOMUNARLI. In questo
caso mi riferisco esclusivamente ai sindacati degli agenti di
commercio, ma anche gli altri non si discostano da queste riflessioni).
A cosa e' dovuta la crisi dei sindacati e quindi dei lavoratori?
La
nascita dei primi veri sindacati avvenne per la necessità di difendersi
dai soprusi dalle vessazioni e dalle angherie dei datori di lavoro che
schiavizzavano le masse di lavoratori che erano senza alcuna tutela.
Nel dopoguerra , con l'avvento della democrazia i sindacati hanno potuto abbandonare la clandestinità ed uscire allo scoperto.
La
passione, l'altruismo la tenacia di alcuni per la difesa del prossimo,
per il diritto, contro le angherie, ha permesso lo sviluppo e la
crescita dei vari sindacati contribuendo così alla crescita della
nazione stessa. Oggi tutte queste qualità sono andate perdute,
sostituite dal tecnicismo, dai servizi, dagli opportunismi.
Il
primo sindacato degli agenti di commercio è stata la FNAARC in quanto
emanazione della controparte Confcommercio, fatta nascere e costituita
per meglio controllare e manovrare la categoria degli agenti di
commercio prima che questi si organizzassero autonomamente sfuggendo
quindi dal controllo delle mandanti e prima che lo statuto dei
lavoratori, nel 1970 , ne vietasse la costituzione. Infatti l'art 17
dello statuto dei lavoratori, divenuto legge dello stato con il n° 300
del 20 maggio 1970 recita:
ART. 17. - Sindacati di comodo o sindacati Gialli.
È
fatto divieto ai datori di lavoro ed alle associazioni di datori di
lavoro di costituire o sostenere, con mezzi finanziari o altrimenti,
associazioni sindacali di lavoratori.
Qual'è il quadro sindacale degli agenti di commercio?
Il
quadro sindacale degli agenti di commercio è alquanto policromo. Da una
parte troviamo i sindacati storici del lavoro dipendente, CISL, UIL,
CGIL, UGL. Questi da sempre hanno avuto un ruolo importante nella firma
degli AA.EE.CC. anche se la loro rappresentatività a livello di iscritti
è molto limitata e la conoscenza delle tematiche e del diritto di
agenzia è scarsa.
Poi vi sono i cosiddetti sindacati di categoria, specifici degli agenti di commercio, Fiarc, Fnaarc, Usarci, Federagenti.
Con un nugolo così nutrito di sindacati gli agenti di commercio dovrebbero essere i lavoratori meglio tutelati
Purtroppo
la situazione è molto diversa da quella che potrebbe sembrare.
Escludendo la solita Fnaarc, succube e connivente della Confcommercio,
alla quale possiamo aggiungere anche la Fiarc anch'essa aderente alla
controparte Confesercenti, restano solo due sigle sindacali, l'USARCI e
la Federagenti . La Federagenti non ha alcun potere contrattuale in
quanto non partecipa al tavolo delle trattative per il rinnovo degli
AA.EE.CC. e non è firmataria di alcun accordo.
Resterebbe
solo l'USARCI a tutelare da sola la categoria degli agenti, ma
anch'essa ha perduto quello spirito di spontaneità e quella vocazione
tipica dei padri costituendi.
Allora cosa fanno i sindacati di categoria?
Poco o nulla purtroppo. Per
poter essere efficienti e determinanti occorrerebbe che i sindacati
fossero presenti capillarmente sul territorio, con strutture adeguate, e
personale preparato. Nella realtà ciò non esiste, alcuni sindacati si
occupano quasi esclusivamente di servizi, contabilità e formazione
professionale che dà loro autonomia economica; altri non hanno personale
qualificato ed indirizzano gli iscritti ai propri consulenti per la
soluzione di eventuali problemi; altri hanno trasformato il sindacato
provinciale in un proprio regno incontrastato dove pensano
esclusivamente al proprio business. Vi sono addirittura sindacati
provinciali che danno consulenza a pagamento alle mandanti offrendo
conciliazioni a scapito dell'agente lavoratore. E tutto ciò è comune a
tutte le sigle sindacali.
Un quadro alquanto triste, e le federazioni nazionali permettono tutto ciò?
Le
federazioni nazionali sono il risultato delle realtà locali, si parla
di diritto dei lavoratori ma in pratica non vi è o non vi vuole essere
una adeguata preparazione politico sindacale, mancano i corsi di
formazione dei quadri sindacali, mancano protocolli per le vertenze e
spesso vi sono funzionari che hanno altri interessi che quello di
tutelare la categoria. Nessun sindacato può dirsi in questo scenario
superiore all'altro. Inoltre spesso il sindacato è costretto ad
arrendersi e a non poter svolgere il proprio ruolo.
Costretti ad arrendersi da chi?
Faccio un esempio per meglio chiarire.
Per
poter far parte del consiglio di amministrazione dell'ENASARCO occorre
essere firmatari degli AA.EE.CC..Questo è previsto dallo statuto della
fondazione, statuto voluto dai sindacati stessi. Al momento della
approvazione dello statuto, non si sono accorti che quella norma che
sembrava importante per tutelare la categoria, in realtà si è mostrata
dannosa e controproducente per la categoria.
In che modo la norma che prevede di essere firmatari è dannosa per gli agenti?
Risposta
facile e scontata, se al momento della firma degli AA.EE.CC., un
sindacato non fosse d’accordo su alcuni articoli e dovesse rifiutarsi di
firmare, potrebbe ritrovarsi fuori dal consiglio di amministrazione
della Fondazione, così il sindacato perderebbe in rappresentatività, ed
il delegato al CDA perderebbe un emolumento considerevole. Con una tale
prospettiva nessuno si azzarda a contestare e non firmare, tradendo così
il ruolo del sindacato stesso.
Ma chi discute di AA.EE.CC. non dovrebbe porsi il problema delle poltrone!
Purtroppo
così non è. Al tavolo delle trattative per gli AA.EE.CC. siedono le
stesse persone che amministrano l'ENASARCO creando una commistione di
interessi a scapito della trasparenza e degli agenti.
Allora la CGIL che non ha firmato la bozza degli AA.EE.CC. Rischierebbe di uscire dal CDA dell'ENASARCO. (Successivamente con il cambio del delegato della CGIL anche loro hanno firmato)
No,
la CGIL, l'unico sindacato che si è rifiutato di firmare la bozza
unitaria, anche se non firmasse gli AA.EE.CC., non correrebbe alcun
pericolo in quanto non fa parte del CDA ma solo del collegio dei
sindaci, ruolo naturale dei sindacati i quali non dovrebbero mai far
parte dei consigli di amministrazione, ma esclusivamente del collegio
sindacale, collegio deputato al controllo dell'operato del CDA a favore
della categoria. Non si può essere allo stesso tempo controllori e
controllati.
Occorre
che all'interno di ogni sindacato vi sia una seria analisi del proprio
operato, un ripensamento sui poteri e sui doveri, un ritorno
alla correttezza. Quel che deve interessare veramente è la sorte dei
propri rappresentati altrimenti si rischia di soffocare in una palude e
fare unicamente gli interessi delle controparti.
mercoledì 24 ottobre 2012
MEGLIO LAVORARE O RIMANERE DISOCCUPATI
Quando la voglia, il desiderio, la necessità, di trovare un lavoro, di avere un introito, si trasforma in ulteriore danno.
Lavoro o disoccupazione,non è un ossimoro, n'è
tanto meno un invito a stare senza far nulla, è solo una
constatazione di ciò che accade.
La grave crisi economica
ha lasciato a casa centinaia di migliaia di lavoratori tra questi
anche migliaia di agenti. Trovare lavoro è quasi impossibile e, sia
i giovani, sia i meno giovani con famiglia a carico, sono alla
ricerca spasmodica di qualsiasi lavoro che permetta loro di
sopravvivere.
A dispetto del Choosy
di Fornero memoria, la stragrande maggioranza dei disoccupati si
adatta a fare qualsiasi tipo di lavoro, anche i più umili e
sottopagati.
E, come sempre accade
quando la domanda di lavoro è superiore all'offerta, ecco
affacciarsi sul mercato i soliti “CAYMANI”. Lavoro in
nero, sottopagati, senza assicurazione, senza straordinari, senza
limiti di orari. Ma qui entriamo nell'illecito anche se sono
pochi quelli che denunciano considerato lo stato di bisogno.
Rientra invece nel legale
un'altra serie di “CAYMANI”, quelli che si rivolgono al
lavoro autonomo, offrendo sogni ed illusioni, giocando sulla pelle
dei poveri derelitti, facendoli lavorare gratis, facendoli indebitare
ulteriormente, perchè quel tipo di lavoro richiede un investimento
in denaro, così che loro si indebitano e la mandante ne trae
profitto.
Le pagine dei giornali
sono piene di queste offerte truffaldine, un esempio ?
“ Si
richiedono agenti comm.li
per promuovere i vari prodotti e servizi offerti.Si
richiedono: Auto
propria, Serietà, correttezza e passione esperienza, spiccate
capacità relazionali, organizzative e comunicative. Serietà,
correttezza e passione. Ambosessi. e
disponibilità sul territorio provinciale.
Si richiede inoltre come titolo di studio: diploma o laurea.
Si richiede inoltre come titolo di studio: diploma o laurea.
Si offrono:
iniziale contr. a progetto con rimborso spese una
tantum vincolato al raggiungimento di un obiettivo minimo.
Dopo un periodo di prova, è richiesta l'apertura di Partita Iva, con retribuzione su base provvigionale ai massimi livelli di mercato e premi sul fatturato.
Dopo un periodo di prova, è richiesta l'apertura di Partita Iva, con retribuzione su base provvigionale ai massimi livelli di mercato e premi sul fatturato.
Passiamo all'analisi di
questa offerta comune alla maggior parte delle offerte.
Non si parla
assolutamente di un portafoglio clienti già esistente, quindi
la zona è completamente scoperta.
Si richiedono agenti
commerciali ma si offre un contratto a progetto per evitare
qualsiasi pagamento di eventuali oneri quali ( poco più di un
miserabile 1% sul venduto)
LA CILIEGINA IL
RIMBORSO SPESE ( la cosa
fa gola a tanti , ma c'è l'inganno), il rimborso spese è
condizionato al raggiungimento di un obiettivo, quindi non è un
rimborso spese, anzi , non esiste, gli obiettivi quasi sempre sono
fatti in modo da non essere raggiunti.
Periodo
di prova, significa che in
qualsiasi momento un calcio e arrivederci e grazie per aver promosso,
pubblicizzato, parlato bene, illustrato ed anche venduto la mia
azienda, e tutto ciò gratuitamente.
Base
provvigionale ai massimi livelli di mercato, cosa significa, hai
paura a dirmi che mi darai il 5; 10%, tanto lo stabilisci tu .
LAUREA
O DIPLOMA, già, vogliono un
premio nobel per fare il loro galoppino.
SI
RICHIEDE: esperienza, spiccate capacità relazionali, organizzative e
comunicative. Serietà, correttezza e passione,
NIENTE
ALTRO? UN SIFFATTO VENDITORE FA GOLA ALLA MIGIOR AZIENDA CHE VI E'
SUL MERCATO!
L'offerta
sembra allettante, trasmette due sensazioni, il rimborso spese, che
fa pensare al non dover investire nulla e quindi è percorribile;
“anche se inizialmente devo fare un debito”, e non si considera
che è vincolato al raggiungimento di un obiettivo. Poi la sicurezza
del prodotto, s cercano persone di alto livello culturale ed
imprenditoriale , sarà sicuramente una buona azienda (???).
Provvigioni ai massimi livelli di mercato, sembra stiano dicendo: ti
offriamo diecimila euro al mese, in realtà non stanno offrendo
assolutamente nulla, le alte provvigioni sono a scalare, ovvero a
listino pieno(con prezzi altissimi e fuori mercato) offrono alche il
15-20% , ma se pratichi sconti per poter essere concorrenziale, le
provvigioni si abbassano al 5% , percentuale che non copre neanche le
spese di autostrada.
Questi
“Caymani”, che si
definiscono “IMPRENDITORI”,
in realtà hanno trovato il sistema di spostare il rischio di impresa
verso un altro soggetto, la loro attività è pressochè inesistente,
acquistano solo quando il prodotto è venduto, si servono di
montatori esterni, quindi nessuna spesa, nessun
investimento, nessun rischio.
QUESTE
NON SONO OFFERTE DI LAVORO, QUESTO E' SFRUTTAMENTO.
Oggi
è l'agente a dover chiedere informazioni sulle mandanti, non il
contrario.
Gianni
Di Pietro
giovedì 23 agosto 2012
NUOVE SOCIETA'; IL RISCHIO PER L'AGENTE
Il
29 agosto entra in vigore il decreto Monti sulle liberalizzazioni che
prevede una importante novita', la possibilita' per chi vuole
diventare un imprenditore, di costituire una SRL società a
responsabilità limitata con capitale di 1 (un) solo Euro e senza
spese notarili, di bollo, e di segreteria, resta solo da pagare
l'imposta di registro di soli 168,00 Euro.
La
tentazione di formare simili società da parte di molti agenti sarà
tanta, anche a causa della pubblicità data alla cosa, ed alla
superficialità di molti consulenti fiscali che consiglieranno simile
strada al fine di pagare meno tasse(da dimostrare)
Il
pericolo, il rischio per molti agenti è considerevole, occorre
ricordare cosa può avvenire nel caso un agente volesse trasformare
la sua attività svolta personalmente, o sotto forma di snc o sas,
in SRL.
RISCHI
-
La comunicazione alla mandante di trasformazione dell'assetto
giuridico, fa decadere il vecchio contratto ad iniziativa
dell'agente con la perdità dell'anzianità e di tutte le
indennità ad esclusione del Firr.
PERDITE
-
DELL' IND. SUPPLETIVA DI CLIENTELA
-
DELL'IND. MERITOCRATICA
-
DEL PREAVVISO
-
DELL'IND. CESSAZIONE RAPPORTO
-
EVENTUALE IND. MANEGGIO DENARO.
PREGIUDIZI
- L'agente in forma societaria ha come foro competente in caso di vertenza quello del luogo ove la mandante ha la propria sede.
- Non e' comunque competente la Magistratura del Lavoro, ma il Tribunale ordinario civile, con aumento dei tempi prima di giungere alla sentenza, oltre alla concreta possibilità di vedere decisa la controversia da un magistrato con limitata esperienza in materia di diritto del lavoro.
- Notevole aggravio dei costi da sostenere per l’instaurazione del giudizio in termini di: 1) spese vive, dovendosi sempre e comunque versare per intero il contributo unificato (variabile a seconda del valore della causa), mentre dinanzi al Giudice del Lavoro è dovuto al 50% e solo se il reddito familiare imponibile è superiore a € 31.884,48, altrimenti è esente; 2) spese legali trovandosi di fatto costretti a munirsi di due difensori di cui destinato a comparire alle udienze dinanzi al Tribunale competente, solitamente lontano dalla sede della società-agente.
- Nel caso di fallimento o di concordato fallimentare i crediti dell'agente società verranno molto probabilmente riconosciuti in via chirografaria e non privilegiata.
- L'agente società di capitali non ha diritto ai versamenti contributivi Enasarco, e pertanto non maturerà alcuna pensione.
SVANTAGGI
- Una Srl richiede, a differenza della semplice ditta individuale titolare di partita Iva (di questo parleremo dopo), il deposito di un bilancio al registro delle imprese ogni anno, con tutte le spese di gestione annesse e connesse.
- le banche stesse saranno meno incentivate a concedere un credito a imprenditori che non hanno un capitale depositato, acquisto casa, auto, ufficio.
- E' obbligatoria la contabilità ordinaria, con costi ed incombenze notevolmente superiori.
SUGGERIMENTO
- Prima di prendere una decisione così importante, è bene riflettere e meditare sulla reale convenienza della costituzione della società. Il sindacato è a disposizione per tutti quelli che volessero maggiori informazioni e delucidazioni.
Giovanni
Di Pietro
martedì 29 maggio 2012
SUGGERIMENTI AGLI AGENTI COMMERCIALI
Il
decalogo dell'Agente Commerciale
- Ricordati che la formazione è alla base della tua professione, non dimenticare mai di aggiornarla.
- Conosci i tuoi diritti, ti faranno piu' forte e cosciente, anche conoscere i doveri è importante, ma quelli te li ricorda continuamente la mandante
- Non parlare male di colleghi, clienti e mandanti, se non puoi parlarne bene, taci !
- Non sei al centro del mondo; oggi sei una pedina importante per la tua azienda, ma un giorno ti accorgerai che potrà fare a meno di te.
- Aderisci ad una associazione di categoria riconosciuta, l'unione fa la forza!
- Confrontati con la tua associazione ad ogni problema, nuovo mandato, disdetta, modifica di contratto, se non ti soddisfa cambia associazione.
- Attenzione al rinnovo periodico del mandato, nasconde sicuramente variazioni a vantaggio della mandante.
- Ricorda che tutte le comunicazioni tra te e la mandante devono avvenire in forma scritta e devono essere conservate, (usate il telefono il meno possibile, (non lascia traccia), un giorno quei documenti ti saranno utilissimi.
- Non recedere mai da un contratto di agenzia, perderesti tutte le indennità maturate.
- Nessuno può tutelarti se tu per primo non attuerai tutti quegli strumenti necessari alla tua tutela.
Gianni Di Pietro
sabato 24 marzo 2012
IL GEMITO DEGLI AGENTI-IL SILENZIO DEI SINDACATI
Mentre governo e parti sociali si
incontarno e si scontrano per cercare di trovare una quadratura alla
grave situazione economica e sociale, gli agenti e rappresentanti di
commercio “ abbaiano alla luna”.
Si ha l'impressione che i sindacati
degli agenti di commercio non si accorgano delle grida di aiuto
provenienti dai loro “sic” assistiti.
Noi agenti stiamo vivendo situazioni
paradossali, gravissime , ma nessuno ha speso una parola per noi, i
media tacciono perchè gli agenti non fanno notizia, anche per nostra
colpa, i sindacati confederati li ignorano anche perchè non ne
conoscono le peculiarità e la problematica, i sindacti di categoria
sono invece totalmente assenti, non perchè non ne conoscano i
problemi, ma perchè non sanno come affrontare gli argomenti, come
suggerire soluzioni o rimedi.
Ma quali sono le preoccupazioni degli
agenti ?
- ritardi notevoli nel pagamento delle provvigioni
- messa in liquidazione e fallimento delle mandanti
- risoluzioni contrattuali
- variazione di zona, provvigioni,
Il ritardo del pagamento delle
provvigioni è uno sport in voga da sempre, ma in questi ultimi anni
ha raggiunto un livello tale da non consentire più all'agente di
sopportare ulteriori ritardi, ma anche i solleciti e le messe in mora
non servono allo scopo.
La messa in liquidazione ed il
fallimento, anch'essi aumentati in misura considerevole provocano
molto spesso anche la chiusura delle agenzie, in special modo di
quelle monomandatarie che sono le più esposte e le più deboli.
Le risoluzioni contrattuali sono
all'ordine del giorno, e le mandanti, per cercare di non pagare le
ridicole indennità, addebitano colpe infondate all'agente, che ,
tapini, spesso non sono in grado di difendersi, e solo allora si
rendonoe conto che il leone che pensavano di essere si è tramutato
in un mite agnello alla mercè del lupo.
Le variazioni di zona e di provvigioni
ripetute negli anni senza che l'agente possa obiettare, si vedono
costretti a disdire i mandati perdendo tutte le indennità in quanto
non è più produttivo il rapporto
E TUTTO CIO' CON LA COMPLICITA' DEI
SINDACATI
Ma la cosa anacronostica è
rappresentata da quegli agenti, e sono in molti, i quali, sapendo di
aver raggiunto l'età pensionabile di anzianità Inps, hanno
comunicato in anticipo, per eccesso di zelo, alle mandanti, di voler
cessare l'attività trovandosi così all'età di 60,61,62 anni senza
lavoro e snza pensione perchè nel fratempo il governo ha modificato
i limiti pensionistici, posticipandoli di alcuni anni, ed a 60 anni è
difficile rimettersi in gioco.
Qual'è l'azienda che affida un
mandato a chi ha già oltre 60 anni?? Per l'agente già 50 anni
rappresenta un limite troppo alto dal quale e difficile trovare
nuovi mandati.
Mentre per i lavoratori dipendenti
che i trovano in simili situazioni, si sono cercati degli
ammortizzatori sociali, per gli agenti commerciali, nulla, nessuno si
è preso carico dei loro problemi, anzi, proprio l'ENASARCO, l'ente
degli agenti di commercio, ha aumentato da 60 a 65 anni anni l'eta'
pensionabile, non tenendo in alcun conto tutta questa serie di gravi
problemi!
E' pur vero che la categoria
degli agenti è indifferente, disinteressata, presuntuosa, e
difendere chi non vuole essere difeso è quasi impossibile,
ciò nondimeno non si può chiudere gli occhi ed attendere che cambi
il vento, il capitano che ha una nave in avaria, deve essere tanto
abile da suggerire sia gli strumenti sia il modo di affrontare e
superare la crisi.
Invece di pensare a come tutelare la
categoria, i sindacati sono presi dal rinnovo degli AEC, rinnovo che
ancora una volta sarà a favore delle mandanti, nessuna variazione
dell'articolo che prevede la riduzione di zona e di provvigioni,
nessuna variazione alle indennità, riconfermando sicuramente la
ridicola indennità suppletiva di clientela, invece delle più
pesanti indennità cosiddette europee.
SOLO UNA LIQUIDAZIONE MOLTO
ONEROSA PUO' FAR SI CHE LE DISDETTE AVVENGANO CON PIU' OCULATEZZA E
MENO FREQUENZA!
PERCHE' NON SI E' CERCATO DI
ISTITUIRE ANCHE PER GLI AGENTI UNA SORTA DI CASSA INTEGRAZIONE COME
SUGGERITO CIRCA 10 ANNI FA?
lunedì 6 febbraio 2012
CHI E' IL SINDACALISTA
Il Sindacalista è colui che si mette in leale rapporto con gli altri,
responsabile dei diritti umani,
capace di reggere l’utopia e di contagiare
anche coloro con cui opera
agli stessi suoi entusiasmi.
Sa essere presente e sa motivare le scelte,
conosce il più possibile il lavoro di ciascuno
e perciò è competente,
cerca di capire e guarda all’essenziale.
Non ha preoccupazioni per propri interessi monetari
e rifiuta il privilegio che è il tarlo di ogni convivenza.
Preoccupandosi di ciascuno,
difende non i soldi ma il valore delle persone,
lottando anche per il giusto riconoscimento economico.
venerdì 27 gennaio 2012
LA DEMOCRAZIA DEI NUMERI
(la democrazia e le associazioni)
Etimologicamente la parola DEMOCRAZIA significa Governo del Popolo.
E' vero che per poter governare, anche in una democrazia , è necessario avere i numeri, ovvero il 50%+1 dei voti . Ma avere il 50% +1 dei voti, non significa avere il diritto di fare a proprio piacimento.
La vera democrazia è quella che rispetta, ascolta, rende partecipe, interpella, oltre che le opposizioni, anche le minoranze, cercando nel momento decisivo, di avere il maggior consenso possibile, non accontentandosi di quel solo voto in più.
In un consesso democratico, enunciare continuamente la propria forza, i propri numeri, è indice di debolezza da un lato (ti ricordo i miei iscritti o votanti, per dire di essere più forte di te), dall'altro è indice di ricatto, (poiché sono più forte di te, faccio quello che voglio) è la forza bruta senza cervello, l'energumeno che mostra i muscoli ma non ragiona.
E' la cosiddetta DEMOCRAZIA AUTORITARIA, che poco si addice ad un popolo maturo.
Questa democrazia autoriataria è purtroppo presente anche all'interno delle associazioni che si dichiarano democratiche.
Alcune di queste associazioni trovano qualsiasi pretesto per mostarre i muscoli con i propri voti enunciandoli continuamente, (se non dico di essere forte non mi si fila nessuno), non si è apprezzati per le idee, per il carisma, per il contenuto del proprio operato, ma solo perchè si ha quel voto in piu'. Se ho tanti numeri vuol dire che sono forte ed ho ragione, è questo che crede chi ne fa uso e strumentalizza il proprio operato.
Sarà forse vero, ma ricordo che anche Barabba ebbe molti più voti di Cristo, e non mi sembra avesse molte ragioni.
E' sempre utile ricordare il discorso di Pericle agli ATENIESI
Gianni Di Pietro
Etimologicamente la parola DEMOCRAZIA significa Governo del Popolo.
E' vero che per poter governare, anche in una democrazia , è necessario avere i numeri, ovvero il 50%+1 dei voti . Ma avere il 50% +1 dei voti, non significa avere il diritto di fare a proprio piacimento.
La vera democrazia è quella che rispetta, ascolta, rende partecipe, interpella, oltre che le opposizioni, anche le minoranze, cercando nel momento decisivo, di avere il maggior consenso possibile, non accontentandosi di quel solo voto in più.
In un consesso democratico, enunciare continuamente la propria forza, i propri numeri, è indice di debolezza da un lato (ti ricordo i miei iscritti o votanti, per dire di essere più forte di te), dall'altro è indice di ricatto, (poiché sono più forte di te, faccio quello che voglio) è la forza bruta senza cervello, l'energumeno che mostra i muscoli ma non ragiona.
E' la cosiddetta DEMOCRAZIA AUTORITARIA, che poco si addice ad un popolo maturo.
Questa democrazia autoriataria è purtroppo presente anche all'interno delle associazioni che si dichiarano democratiche.
Alcune di queste associazioni trovano qualsiasi pretesto per mostarre i muscoli con i propri voti enunciandoli continuamente, (se non dico di essere forte non mi si fila nessuno), non si è apprezzati per le idee, per il carisma, per il contenuto del proprio operato, ma solo perchè si ha quel voto in piu'. Se ho tanti numeri vuol dire che sono forte ed ho ragione, è questo che crede chi ne fa uso e strumentalizza il proprio operato.
Sarà forse vero, ma ricordo che anche Barabba ebbe molti più voti di Cristo, e non mi sembra avesse molte ragioni.
E' sempre utile ricordare il discorso di Pericle agli ATENIESI
Gianni Di Pietro
martedì 24 gennaio 2012
venerdì 20 gennaio 2012
Lo Schettino che c'è in Noi
Schettino non è il comandante della Costa Concordia.
Schettino è una grossa fetta del popolo italiano.
É una vita che incontro gli Schettino, o scalzacani.
Li incontro sul lavoro, incapaci, arruffoni, supe rficiali ,raccomandati, inadeguati ai tempi, alle sfide ,di un mondo frenetico, incapaci di adoperare le nuove tecnologie .
Li vediamo in politica, leaders da strapazzo,compromessi,con la criminalità, o solo con chi li ha inseriti nei posti di potere,ben sapendo che essendo idioti, li può manovrare a piacimento.
Lo Schettino,è nella scuola,a volte rettore, o cattedrattico che inserisce parenti.
Lo Schettino,è quello che mi scrive pubblicamente su Facebook, iniziando una proposta commerciale, con il "Ciao"e dicendo di avere un prodotto che è una "BOMBA"e si meriterebbe di finire in un manicomio.
Lo Schettino è l'idiota, di turno, che decide di inventarsi un lavoro,esattamente come faceva il padre,in un mondo che non esiste più e poi si stupisce che gli affari vanno a rotoli,magari prendensola con gli immigrati, o con le tasse.
Lo Schettino sono quelle aziende, quei direttori commerciali, imprenditori( si fa per dire) che hanno sempre agito con superficialità e oggi la crisi spazza via, o li uccide piano, piano.
Gli Schettino, sono chi ti propone un lavoro, senza garanzie,o con prodotti di cacca,o senza pagarti, o con contratti da fame e si arrabbia pure se li mandi a fanculo (scusate ma quando ci vuole ci vuole).
Lo Schettino è la "Costa Cociere " che affida ad un idiota, probabilmente perchè raccomandato,(come al solito)una nave da 300 metri, con migliaia di paseggeri a bordo,invece di scegliere il più bravo.
Lo Schettino lo troviamo in molti amministratori delegati, famosi,che sanno solo licenziare, o prendersela con gli operai, o i propri collaboratori, invece di proporre prodotti non obsoleti,ma anche in molti agenti, che operano come decenni orsono e che l'unico interesse è vedere se ci sono finanziamenti agevolati, per acquistare l'automobile,quando hanno fatturati asfittici.
Perchè
cari colleghi, se io non amo i Tedeschi, perchè ci trattano da
inferiori e ci snobbano, amo molto, molto di meno, questa Italia, di
improvvisati e codardi ,superficiali, finti amiconi,sen za nessuna preparazione .
Non sopporto l'italiano, che arriva al comando di una nave, come di un industria, o in politica, solo per le amicizie e su questo i tedeschi hanno mille ,centomila ragione.Siamo troppo superficiali.
Crediamo ancora nello "Stellone",nella italica fortuna. Non c'è mai stata la fortuna e non è vero che ce la siamo sempre cavata e oggi come mai, lo "Stellone" non c'è e non serve pregare, o rivolgersi a S.Gennaro,perchè la figura di "CACCA". che abbiamo fatto con il naufragio è di proporzioni bibbliche.Altro che stellone!
E lo Schettino finale sono io, che dopo quasi tre anni di blog ,a cercare di far capire in tutte le salse, che l'imprenditore e il venditore sono dei professionisti e devono comportarsi come tali,ricevo ancora delle lettere, in privato,che mi chiedono se fanno bene a operare come si faceva settanta anni orsono e gli rispondo pure, invece di chiudere questo blog, che tanto non ha senso.
Siamo un paese e un popolo che sta morendo e la colpa è solo nostra e forse, è solo un bene, che un popolo di cialtroni così, sparisca.
Attimolibero
dal blog: vendita perfetta: manuale dei venditori
martedì 10 gennaio 2012
GLI AGENTI COMMERCIALI TRA NORME ED AEC.
Gli Accordi Economici Collettivi, AA.EE.CC, rappresentano una anomalia tutta Italiana.
I primi risalgono al 1934ed erano sicuramente molto più vantaggiosi per gli agenti ed i viaggiatori piazzisti degli attuali accordi, occorre tener conto anche del periodo storico e della totale mancanza di diritti esistente al!'epoca.
Per i lavoratori dipendenti potrebbe essere giustificata la necessità di ricorrere alla contrattazione collettiva anche perchè le forze in campo anche se non si equivalgono, sono ambedue ben armate, da una parte vi sono le organizzazioni datoriali sempre votate a dire no, dall'altra troviamo le OO.SS. le quali sono anch'esse agguerrite, e con manifestazioni e scioperi sono sempre riuscite ad informare ed a sensibilizzare l'opinione pubblica e costringere le controparti a farsi riconoscere deteminati diritti.
Tutto ciò non esiste per l'A.R.; da una parte abbiamo sempre le organizzazioni datoriali che non vogliono concedere nulla, dall'altra abbiamo i sindacati dl categoria armati di fionde ma senza neanche le bilie da poter usare come proiettili.
Per andare ad un confronto, anche aspro, occorre avere coscienza del proprio ruolo, conoscere le
norme, conoscere la reale situazione dei rappresentati, avere una visione sociale del mondo del lavoro, e, non ultimo. non dimenticare che si sta trattamdo su mandato dei propri iscritti e/o rappresentati, che ahimè. sono come le pecore dl un gregge, belano continuamente ma non ruggiscono mai.
Un contratto collettivo deve necessariamente avere come base sia il codice civile sia le norrnative Europee, da questo zoccolo ci si avvia al confronto per interpretare al meglio le norme, o per dare senso a concetti astratti. (calcolo delle indennita}, ed anche per ottenere miglioramenti sia economici, sia sociali, sia di tutela
Da anni ormai, tutto ciò è stato dimenticato
Gli AA.EECC. sono pieni di cavillli e clausole tutte a favore delle case mandanti. come le riduioni di zona, di provvigioni, di clientela, e perfino il calcolo delle misere indenrità di fine rapporto, che nel resto d'Europa totalizzano importi considerevoli, cosi da rendere la disdetta del mandato troppo onerosa, in Italia, si accettano sistemi di calcolo avulsi dal dettato europeo e codicistico ma così arttficiosi da rendere la disdetta un puro atto formale con la liquidazione di pochi spiccioli e nella totale violazione delle norne.
Ma, la classica ciliegina è rappresentata dal prevedere l’obbligatorietà della conciliazione sindacale al fine di ottenere questi pochi spiccioli, ed ancora più grave prevedere che detta conciliazione debba avvenire nella sede della ditta mandante a totale detrimento dell' agente, rappresenta il culmine dell' ignavia da parte di chi è stato deputato a difendere gll agenti commerciali.
Voglio ricordare che proprio l' USARCI. dopo tante battaglie, era riuscita a modificare l'art 410 ed a portare il foro competente al domicilio dell'agente, ed ora con un colpo di mano si tenta dl riportarlo nella sede della mandante.
ho seri dubbi !!
Gianni Di Pietro
I primi risalgono al 1934ed erano sicuramente molto più vantaggiosi per gli agenti ed i viaggiatori piazzisti degli attuali accordi, occorre tener conto anche del periodo storico e della totale mancanza di diritti esistente al!'epoca.
Per i lavoratori dipendenti potrebbe essere giustificata la necessità di ricorrere alla contrattazione collettiva anche perchè le forze in campo anche se non si equivalgono, sono ambedue ben armate, da una parte vi sono le organizzazioni datoriali sempre votate a dire no, dall'altra troviamo le OO.SS. le quali sono anch'esse agguerrite, e con manifestazioni e scioperi sono sempre riuscite ad informare ed a sensibilizzare l'opinione pubblica e costringere le controparti a farsi riconoscere deteminati diritti.
Tutto ciò non esiste per l'A.R.; da una parte abbiamo sempre le organizzazioni datoriali che non vogliono concedere nulla, dall'altra abbiamo i sindacati dl categoria armati di fionde ma senza neanche le bilie da poter usare come proiettili.
Per andare ad un confronto, anche aspro, occorre avere coscienza del proprio ruolo, conoscere le
norme, conoscere la reale situazione dei rappresentati, avere una visione sociale del mondo del lavoro, e, non ultimo. non dimenticare che si sta trattamdo su mandato dei propri iscritti e/o rappresentati, che ahimè. sono come le pecore dl un gregge, belano continuamente ma non ruggiscono mai.
Un contratto collettivo deve necessariamente avere come base sia il codice civile sia le norrnative Europee, da questo zoccolo ci si avvia al confronto per interpretare al meglio le norme, o per dare senso a concetti astratti. (calcolo delle indennita}, ed anche per ottenere miglioramenti sia economici, sia sociali, sia di tutela
Da anni ormai, tutto ciò è stato dimenticato
Gli AA.EECC. sono pieni di cavillli e clausole tutte a favore delle case mandanti. come le riduioni di zona, di provvigioni, di clientela, e perfino il calcolo delle misere indenrità di fine rapporto, che nel resto d'Europa totalizzano importi considerevoli, cosi da rendere la disdetta del mandato troppo onerosa, in Italia, si accettano sistemi di calcolo avulsi dal dettato europeo e codicistico ma così arttficiosi da rendere la disdetta un puro atto formale con la liquidazione di pochi spiccioli e nella totale violazione delle norne.
Ma, la classica ciliegina è rappresentata dal prevedere l’obbligatorietà della conciliazione sindacale al fine di ottenere questi pochi spiccioli, ed ancora più grave prevedere che detta conciliazione debba avvenire nella sede della ditta mandante a totale detrimento dell' agente, rappresenta il culmine dell' ignavia da parte di chi è stato deputato a difendere gll agenti commerciali.
Voglio ricordare che proprio l' USARCI. dopo tante battaglie, era riuscita a modificare l'art 410 ed a portare il foro competente al domicilio dell'agente, ed ora con un colpo di mano si tenta dl riportarlo nella sede della mandante.
Che senso ha firmare gli AA. EE. CC. che vanno ad esclusivo vantaggio delle mandanti ?
Quali sono i miglioramenti ed i sostegni per la categoria ?
Ma i delegati Sindacali conosconio l'argomento di cui stanno trattando ?? ho seri dubbi !!
Gianni Di Pietro
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Secondo dati Enasarco, gli agenti di commercio dovrebbero essere all'incirca 350000, in Italia, aggiungiamoci altri 300000 venditori assunti, cioè non a provvigioni e ci troviamo ad essere 650 700000.
In apparenza qualcuno potrebbe dire che considerato il numero di aziende, in Italia siamo persin pochi, ma è un errore.
Un errore perchè le aziende in grado di avere dei rappresentanti sono veramente poche.
La stragrande maggioranza delle inserzioni di ricerca di venditori, purtroppo è di aziende non in grado di mantenere un venditore.
Il 90% degli annunci di ricerca sono purtroppo poco seri.
Anzi spessissimo, per assurdo si cercano venditori a provvigioni per sperare di risolvere i problemi economici delle aziende.
Pazzesco.
La mentalità folle è questa: Tanto se non vende non lo pago dimenticandosi che non è proprio così e rischiando di avere cause legali e peggiorando la propria e altrui situazione economica.
Quindi riassunto, siamo in troppi.
Davvero in troppi
E' molto difficile trovare un azienda per cui fare il venditore, in questi tempi e temo che il futuro per noi venditori, fin quando saremo così tanti continuerà a essere nero.