Una provocazione tra il serio ed il faceto
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Nel
normale lessico del contratto di agenzia vi sono tre figure
principali:
-
Mandante, ovvero
l’impresa , il produttore, il grossista, ossia colui che produce o
trasferisce un bene o un servizio ad un altro;
-
Agente o rappresentante, ossia l’intermediario commerciale
che promuove la vendita dei prodotti o servizi dalla mandante al
cliente;
-
Cliente, colui che
acquista un bene od un servizio dietro corrispettivo.
Noi
agenti commerciali abbiamo fatto nostro questo glossario, questa
terminologia, e parliamo della mandante come il ns. datore
di lavoro e dell' acquirente come “nostro”
Cliente.
Proviamo
a spostare l’ottica di questa terminologia ormai radicata da
centinaia di anni per cercare di vedere, di inquadrare di mettere a
fuoco la professione dell’agente commerciale guardandolo da
un’altra ottica per meglio rafforzare il principio del lavoratore
autonomo, piccolo imprenditore.
PROVIAMO
A GIOCARE CON QUESTI TERMINI
Il
“nostro” cliente cosa fa, acquista un
bene tramite la nostra intermediazione, dietro pagamento di un
corrispettivo; ma, questi, non è il ns. cliente, non siamo noi che
gli vendiamo materialmente un bene, non siamo noi che incassiamo il
corrispettivo della vendita; noi gli indichiamo il produttore, meglio
lo mettiamo in contatto con chi lo produce, nostro compito è
informarlo degli aspetti tecnici, commerciali, ed economici, il
cliente non acquista da noi , non paga il prezzo convenuto a noi, il
cliente si serve del nostro operato per arrivare al produttore per
valutare quello che per lui risulta più conveniente e che soddisfa i
suoi bisogni, senza il ns. intervento difficilmente potrebbe
conoscerlo.
Ma
allora , chi è il ns. cliente se quello a cui ci rivolgiamo, quello
che visitiamo quasi giornalmente, che coccoliamo, non lo è ?
Il nostro cliente è in verità la nostra mandante, le ns. aziende
sono i nostri clienti, loro non sono i nostri datori di lavoro, siamo noi che diamo lavoro a loro, infatti a loro vendiamo un servizio, la
promozione degli articoli di loro proprietà, e per questo servizio
ci pagano il “giusto” corrispettivo.
L’oggetto
del mandato per la precisione è la promozione delle vendite,
è questo il ns. prodotto. Il ns. cliente/mandante ci chiede un
determinato prodotto che è la promozione delle vendite e noi glielo
offriamo, glielo procuriamo in cambio della provvigione.
Al pari della ditta mandante che stila il listino sulla base dei costi, della concorrenza, del mercato, e del ricavo, dovremmo
essere noi, quindi, a stabilire le condizioni contrattuali, l’entità
delle provvigioni, il momento del pagamento, la zona ,la categoria di
clienti, anche l’esclusiva a favore del preponente , il patto di
non concorrenza, dovrebbero venir meno, e quindi le ditte
non più mandanti ma ns. clienti.
E
le indennità che fine farebbero?, ovviamente non si chiamerebbero
più indennità di clientela, firr, indennità meritocratica,
ma al pari dei colleghi europei, una unica indennità Indennità di
cessazione rapporto, che non si basa su quante provvigioni hai
percepito nel corso del rapporto ma sui clienti che lasci alle
mandanti e sul loro fatturato; una specie di avviamento commerciale.
Del resto il ns. cliente (mandante) si rivolge alla nostra agenzia per incrementare le vendite o affacciarsi sul mercato per la prima volta, e sulla base dell’incremento, della durata del rapporto (punto determinante), più è breve la durata, più alto sarà l’avviamento che dovrà essere liquidato, sulla base di questi parametri ed altri individuabili verrà calcolato il ns. avviamento.
Del resto il ns. cliente (mandante) si rivolge alla nostra agenzia per incrementare le vendite o affacciarsi sul mercato per la prima volta, e sulla base dell’incremento, della durata del rapporto (punto determinante), più è breve la durata, più alto sarà l’avviamento che dovrà essere liquidato, sulla base di questi parametri ed altri individuabili verrà calcolato il ns. avviamento.
Poiché
le condizioni contrattuali saranno poste da noi e dal mercato, non
più unilateralmente dalle mandanti (clienti), non saremmo più
costretti a subire lo stillicidio delle riduzioni di zona , delle
provvigioni, oltre alle imposizioni, vessazioni, ricatti, angherie ed
alla cessazione del rapporto non ci sarà più nessun patto di non
concorrenza.
Non
so se ho giocato troppo con le parole oppure ho sognato,
potrebbe anche essere una provocazione, comunque mi sono divertito.
Gianni Di Pietro
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