venerdì 8 settembre 2017

UNA LAUREA SPECIFICA PER GLI AGENTI COMMERCIALI


                                       UNA OPPORTUNITA' DA NON PERDERE    
                                                           Giovanni Di Pietro Vice Pres. Vicario Usarci

"il pessimo venditore quando non ha più argomenti, sminuisce il  prodotto della concorrenza"

UNIVERSITà PEGASO, Riconosciuta dal MIUR ( Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca)  attraverso il Decreto Ministeriale del 20 aprile 2006 (GU n. 118 del 23-5-2006 - Suppl. Ordinario n. 125),

         L'attività di agente commerciale da sempre è stato ritenuto, eccetto alcuni casi, come un lavoro di ripiego in attesa di laurearsi o di trovare altro tipo di lavoro. Poi, una volta iniziati, vuoi perchè il mercato lo permetteva, vuoi perchè in fondo è uno dei più bei lavori del mondo, si è continuato anche con delle grandi e belle soddisfazioni. Ma come sempre accade, le cose belle non durano a lungo, la crisi economica che ha investito tutte le nazioni, il mercato globale, le variazioni della distribuzione, le vendite on_line, hanno contribuito a dare spallate terribili a questa bellissima professione. Dobbiamo comunque riconoscere che nel nostro paese il settore ha retto abbastanza seppure registrando un calo del numero degli agenti.
Dobbiamo quindi ammettere che oggi per svolgere l'attività dell'agente non sono più sufficienti i vecchi requisiti, ma occorre una cultura, una preparazione una formazione ad ampio spettro.
                       L'USARCI, sempre attenta alla formazione, dopo aver lanciato la prima laurea in Scienze della Comunicazione ad indirizzo agenzia commerciale, ha pensato di dare maggiore qualificazione alla categoria pensando inoltre ad un percorso più vicino e consono alla attività di intermediazione, percorso che nel contempo potesse offrire anche i requisiti per accedere all'iscrizione alla CCIAA (ex legge 204) e realizzando insieme alla Università Pegaso un percorso di laurea ad hoc. Si è data grande attenzione alla peculiarità dell'agente intermediario commerciale, lavoratore a tempo pieno al quale non resta spazio e tempo per poter seguire le lezioni presso l'Università; quale soluzione migliore quindi, di un Corso di Laurea Telematico?

           
     L' USARCI, l'associazione di categoria degli Agenti e Rappresentanti e di tutti gli intermediari del commercio tra le più rappresentative in Italia, insieme alla prima Università Telematica Italiana, Pegaso, Università con oltre 70 sedi in Italia, e circa 40 mila iscritti hanno stilato un accordo per la fruizione di un Corso di Laurea in Economia Aziendale ad indirizzo “Intermediazione Commerciale”
Gli studenti potranno seguire comodamente da casa o in albergo con il proprio pc, o dal proprio tablet o telefonino, tutte le lezioni e potranno disporre di un tutor che seguirà loro costantemente nello studio e nell’organizzazione degli esami delle varie discipline.
Il Corso di Laurea specifico è stato studiato proprio per offrire all'agente di commercio tutte quelle competenze tipiche della professione del venditore. Il piano di studio di Economia Aziendale è stato implementato con i seguenti moduli:
  • Economia Aziendale (e Economia e sviluppo degli intermediari commerciali 
  • Statistica, principi generali (e semeiotica economica)
  • Diritto privato (e contratti degli intermediari commerciali )
  • Strategie di comunicazione d’impresa (e psicologia della vendita)
  • Diritto commerciale (e degli intermediari commerciali)
  • Economia degli intermediari finanziari (e sociologia economica industriale) 
  • Organizzazione aziendale (e organizzazione degli intermediari commerciali)
  • Economia e gestione delle imprese (e degli intermediari commerciali)
  • Marketing operativo e relazionale (e web marketing)  
                 
                   L’attività formativa prevede la partecipazione ad un Corso di Laurea base (triennale), che assegna la qualifica di “dottore” ed una eventuale successiva partecipazione ad un Corso di Laurea magistrale (biennale) che assegna la qualifica di “dottore magistrale”.
L'accordo tra Usarci e Pegaso prevede anche una riduzione sostanziale dei costi; il Corso di Laurea base avrebbe un costo di Circa € 3.000 annui, per gli iscritti all'USARCI è prevista una sensibile riduzione di € 1.000, per cui la quota d’iscrizione è pari a circa € 2.000.
Per il primo anno sarà possibile ridurre ulteriormente il costo ad € 1.200 partecipando ad un corso di alta formazione della durata di sei mesi invece che di un anno. Inoltre, il pagamento potrà essere rateizzato in 10 mensilità da 200 euro mensili. Tutti i costi potranno inoltre essere portati fiscalmente in detrazione.

Ulteriori informazioni

V.Pres. Vicario Usarci Giovanni Di Pietro

venerdì 30 giugno 2017

Proposta di Legge USARCI. Deducibilità Auto al 100%

Dalla Parte dell'Agente.... Sempre!!!

 Deducibilità al 100 per cento, ma limitata a una sola autovettura. E’ questa, in estrema sintesi, la proposta di legge avanzata dall’Usarci per offrire una risposta all’annosa questione che colpisce la categoria degli agenti di commercio italiani. La cifra deducibile a disposizione degli agenti per l’acquisto dell’auto - 25 mila 800 euro - è infatti ferma esattamente da vent’anni, cioè dal 1997, ed è limitata all’80 per cento del costo. Nel 2016 si era posto rimedio alla diatriba con la concessione del super ammortamento del 140 per cento. Ma nella Finanziaria 2017 il Governo ha deciso di fare un passo indietro, escludendo questa agevolazione. «Un provvedimento ingiustificatamente penalizzante per gli agenti rispetto al resto degli imprenditori – sottolinea Giovanni Di Pietro, vice presidente vicario del'Usarci, il sindacato degli agenti di commercio italiani -, perché colpisce gli operatori che, per incarico delle aziende mandanti, devono promuovere la conclusione delle vendite di beni e servizi. Stiamo parlando di 250 mila professionisti iscritti alla Fondazione Enasarco, che intermediano il 70 per cento del Pil nazionale e che percorrono in media 60 mila chilometri all’anno». Già nei mesi scorsi l’Usarci aveva inviato una lettera aperta a tutti i parlamentari. Il presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano, si era dimostrato disponibile a un incontro. Nelle ultime settimane il “pressing” dell’Usarci si è fatto più serrato, arrivando alla stesura di una vera e propria proposta di legge, il cui punto di forza risiede nella copertura finanziaria, che verrebbe garantita «limitando a quella ordinaria la deducibilità dei costi e la detraibilità dell’Iva delle autovetture eccedenti la prima, oltre che delle auto degli intermediari generici», spiega Di Pietro. In altre parole: la deducibilità completa spetterebbe per una sola auto per ciascun professionista regolarmente iscritto al Ruolo Agenti e rappresentanti di commercio. Si tratta di una platea di circa 250 mila agenti, mentre oggi le agevolazioni (ridotte) riguardano circa 600 mila intermediari generici, che spesso ricorrono alle stesse agevolazioni applicandole su più autovetture acquistate. Di recente i vertici dell’Usarci hanno illustrato la proposta alle senatrici Federica Chiavaroli, della Commissione Bilancio, e della Senatrice Erika Stefani della commissione Giustizia. Entrambe si sono dichiarate disponibili a valutarne la fattibilità per un eventuale inserimento in una Legge economica.

Luca Begnoni

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sabato 29 aprile 2017

ENASARCO, Assemblea dei delegati del 27 aprile 2017.- Le Considerazioni dell'Usarci

E' trascorso ormai un anno dalla elezione del nuovo assetto Enasarco.

Devo e dobbiamo riconoscere che si sono iniziati ad affrontare gli argomenti che facevano parte del nostro programma elettivo.
Dei 10 punti principali, ben tre hanno o stanno per ricevere il lasciapassare. Mi riferisco alla Formazione Professionale, all'aiuto ai giovani, al miglioramento del sistema assistenziale.

E' senza dubbio un primo passo, ma siamo sulla strada giusta per raggiungere il traguardo prefissato.

solo alcune considerazioni sul lavoro svolto. La metodologia della formazione professionale così come è stata formulata, è ben lungi dall'essere alla portata di tutti. Troppo macchinosa, limitativa, artificiosa.
L' Enasarco sembra vada al passo con la burocrazia Italiana, mi chiedo a cosa serva l'ulteriore accreditamento presso la fondazione degli enti formativi. Questi già esistono e rispondono ai requisiti previsti dall' Enasarco visto che sono gli stessi previsti anche dalle regioni o da altri enti di accreditamento.
Chiedere una ulteriore accreditamento significa escludere la maggioranza degli enti e penalizzare maggiormente quelle aree del paese il sud. dove ben si sa che si è meno pronti e puntuali nel fare a vantaggio solo di alcuni.
Anche l'esclusione dalle lezioni telematiche è un ostacolo a dir poco BIZZARRO.
Lo stato italiano, gli stati europei, riconoscono addirittura le lauree on line, In ingegneria, fisica, matematica, mentre Noi Fondazione, noi che abbiamo il 100% degli iscritti che lavora 12 ore al giorno e che oggi più di ieri non può permettersi di perdere un'ora di lavoro, gli precludiamo l'unico sistema che permetterebbe loro di crescere professionalmente nei momenti non dedicati alla vendita.

Anche l'aiuto ai giovani agenti, seppure ancora in gestione embrionale, appare poco incisivo. Il problema principale non è rappresentato dal pagamento del fondo previdenza, somme risibili a ben vedere; Il problema principale è rappresentato dall'enorme turnover dei giovani che iniziano con un contratto da monomandatario e dopo sei mesi, un anno al massimo, si accorgono che quella azienda non permette loro di andare oltre i 15/20 mila euro lordi di provvigioni l'anno.
Ecco, occorre trovare il sistema per dare garanzie a questi e non essere sfruttati. Mi si potrebbe dire che in ciò l'Enasarco non c'entra nulla, che è un problema politico sindacale, ed invece è stato proprio la Fondazione chiamata in commissione lavoro alla camera, a dire che il 20% degli agenti (circa 30mila unità) che percepiscono meno di ventimila euro l'anno lordi, non costituiscono un problema.
Se non si dà l'opportunità di sopravvivenza non vi sono aiuti che tengano, tutto risulterà vano. Il mono mandato è una iattura per questa categoria, occorre trovare , con l'aiuto ed il contributo dell'Enasarco, il sistema per combatterlo e limitarlo.

Altro argomento di sicuro interesse è invece rappresentato dalla difformità di trattamento tra le aziende Italiane ed Estere. Ben conosciamo come: internet, l'apertura delle frontiere, il mercato globale, contribuiscano ad incrementare la crescita di mandati transnazionali.
Tutto ciò provoca sicuramente una disuguaglianza tra mandanti con ripercussioni anche sulla concorrenza; i versamenti contributivi rappresentano pur sempre un costo. Mi riferisco in special modo, agli agenti Italiani che rappresentano mandanti straniere. Oggi, solo le mandanti estere che hanno una dipendenza in Italia sono obbligate a versare i contributi previdenziali Enasarco. Ma, anche i mandati con aziende che non hanno alcuna dipendenza nel nostro paese sono in crescente aumento e questi non sarebbero obbligati ai versamenti contributivi. Tutto ciò deve avere un freno, chi vuole lavorare nel nostro paese deve rispettare le nostre regole, fino ad arrivare ad obbligarli al versamento dei contributi previdenziali Enasarco; solo così facendo potremmo tutelare ai fini pensionistici gli agenti, e perchè no, dare un po' di ulteriore ossigeno alle casse della fondazione .

Vi sono ancora punti importantissimi del programma che non sono stati ancora sfiorati:
Dare centralità all'Agente Commerciale
il Miglioramento dell'assistenza sanitaria,
Maggiori servizi agli agenti di commercio
l'Ampliamento degli orizzonti di vendita
lo sviluppo di un innovativo piano di investimenti
Migliore presenza sul territorio per non parlare della informazioni sul territorio da parte delle sedi periferiche, e del call center, siamo ancora al sistema medioevale.

Sono questi i punti fondamentali da affrontare, ma per affrontarli occorre che vi sia un confronto approfondito tra le parti sociali e, potrebbe essere proprio questo consesso, l'Assemblea dei Delegati, insieme agli incontri intersindacali, la sede deputata a trattare e definire tutti gli aspetti del mondo dell'agenzia per giungere ad una vera riforma del settore.
gdp



lunedì 3 aprile 2017

La Contrattazione Collettiva AA.EE.CC. E' SEMPRE ATTUALE ?

Seconda Parte     

LE OFFERTE DI LAVORO

Nel precedente articolo abbiamo esaminato alcuni aspetti sulla difficoltà di rapporto tra mandante ed Agente , difficoltà dovuta alla contrapposizione di opposti interessi oltre al fatto che, quasi sempre, la mandante cerca di prevaricare l’Agente considerandolo un proprio sottomesso ma, solo sotto l’aspetto gerarchico, non economico, infatti, quando si chiedono diritti da parte dell’Agente ci si sente rispondere: sei un lavoratore autonomo.
E’ difficilissimo far comprendere sia alle mandanti che all’Agente un concetto semplicissimo;
non è la mandante che offre lavoro all’Agente,
ma è l’Agente che procura lavoro alla mandante.

Difficilmente la preponente investe sull’Agente, un listino, alcune foto, a volte pochi campioni, ed affida così l’ incarico di promuovere i propri prodotti facendo sottoscrivere dei contratti così pieni di cavilli, così contorti, che nemmeno i trattati internazionali contengono.
Nella pratica è il venditore Agente che investe sull’azienda, tempo, denaro, capacità, professionalità, rischio, e tutto ciò per procacciare nuovi clienti al preponente e vendere i prodotti; solo successivamente se il suo impegno è stato costante, se la sua capacità è stata premiante, se la sua professionalità è stata al passo con i cambiamenti del mercato, solo allora, dopo diversi mesi, vedrà premiato il suo lavoro con le provvigioni, sempre ammesso che la mandante paghi.
Mentre se il venditore non riesce nell’ intento di vendere alcunchè, vuoi perché il prodotto non è appetibile, vuoi perché i costi sono fuori mercato, vuoi perché il prodotto non rispetta le aspettative, chi ci ha veramente rimesso?
Solo LUI, l’Agente, alla mandante non è costato alcunché.

Purtroppo questo è un concetto difficile da far comprendere agli stessi Agenti, mentre la controparte è conscia di ciò, ma approfitta della situazione ben sapendo che il mercato è pieno di venditori. Sarebbe sufficiente prendere coscienza di questo aspetto per rafforzare la nostra posizione e diventare i veri imprenditori di noi stessi.

Gli anni passano, il mondo si evolve, i tempi si riducono per tutto, e cosa si inventano le mandanti? “ IL PATTO DI PROVA” , un concetto, una clausola anacronistica, surreale, irrazionale se trasportato nel mondo della vendita.

E’ stato purtroppo necessario inserirlo negli AA.EE.CC. per regolamentarne e limitarne l’abuso, in considerazione del fatto che giuridicamente “ sich ” è stata ritenuta lecita in più di una occasione, rimarcando ancora una volta la scarsissima conoscenza che hanno i giudici della attività dell’Agente commerciale.
In realtà a cosa serve il periodo di prova?
Il periodo di prova dovrebbe servire a valutare l’operato di entrambe le figure Datore di lavoro e lavoratore; nella realtà serve solo alla mandante.
Il contratto di agenzia potrebbe farne a meno, anzi dovrebbe essere vietato perché contrasta con la logica del rapporto. Infatti il patto di prova trova la sua giustificazione nel lavoro dipendente, serve a valutare se il tornitore, il saldatore, il falegname, posseggono le capacità richieste, e nel momento in cui il lavoratore subordinato supera il periodo di prova, diventa quasi impossibile licenziarlo per una serie di garanzie contrattuali previste per legge e/o per CCNL, al contrario, nel contratto di agenzia questo limite non esiste, il contratto può essere scisso in qualsiasi momento senza bisogno di giusta causa o giustificato motivo;
allora qual’è l’utilità di questa ulteriore trovata? A cosa serve? a nulla, o meglio, ancora una volta a favorire le mandanti e metterle nella possibilità di risolvere il rapporto senza alcun onere. Anzi, mentre nel lavoro dipendente il lavoratore ha comunque ricevuto il salario per il lavoro effettivamente prestato, ed ha comunque diritto anche al TFR, l’Agente, al contrario, riceverà esclusivamente le provvigioni su quel poco di venduto anche se l’impegno e le spese sono state notevoli, infatti ben sappiamo che nel lavoro autonomo, i primi tempi costituiscono un investimento sul futuro, futuro che un altro ti ha tarpato; spesso occorrono anni per portare a regime un mandato, e portare quel contratto a “ break even “
Facciamo un banale esempio,
L’Agente sottoscrive un mandato dove si prevede un periodo di prova di sei mesi (generalmente durata massima del patto). L’Agente inizia il suo lavoro, procura nell’arco dei sei mesi 10 nuovi clienti. Prima che il termine scada, la mandante recede senza alcun preavviso e, si sostiene, senza riconoscere all’Agente alcuna indennità. A questo punto l’azienda riaffida il mandato ad un altro venditore il quale apporta altri 10nuovi clienti; così in un anno la mandante si ritrova un certo numero di clienti a costo zero.
A parte che a parere dello scrivente, il patto di prova nel contratto di agenzia sarebbe condannato dalla Corte Europea, infatti la normativa 653/86 è imperativa sia nel preavviso, art 15
“ Le parti non possono concordare termini più brevi. “
e pertanto minimo l’Agente avrebbe comunque diritto ad un mese di preavviso, sia sulle indennità di cessazione rapporto, art. 17 e 19 della direttiva stessa:
Le parti non possono derogare, prima della scadenza del contratto, agli articoli 17 e 18 a detrimento dell'Agente commerciale. “
Pertanto si ritiene che comunque anche in caso di patto di prova, l’Agente ha comunque diritto minimo ad 1 mese di preavviso oltre alle indennità di fine rapporto.

Bene ha fatto l’AEC a prevede che il patto di prova può essere applicato solo sul primo contratto anche nel caso di contratti diversi a tempo determinato.
La sfrontatezza e l’ingordigia della nostre mandanti pretendevano la possibilità di inserirla su ogni contratto.
Occorre tener a mente che l’art 1746 e 1749 cc. prevedono che entrambe le parti, Agente e mandante, devono agire reciprocamente con lealtà e buona fede.
COS’E’ LA BUONA FEDE?
La buona fede (dal latino bona fides) comporta la convinzione genuina del soggetto di agire in maniera corretta: cioè senza malizia e nel sostanziale rispetto delle regole (anche non scritte) e degli altri soggetti. La buona fede implica quindi l'assenza della consapevolezza del danno che eventualmente si sta procurando ad altri o del fatto che si sta contravvenendo a delle regole o che le si sta nei fatti aggirandole.”
Dov’è la buona fede in una preponete che pretende il patto di prova su ogni contratto?
Dov’è la buona fede di una preponete che ti modifica costantemente la zona, ti riduce le provvigioni, ti sottrae i clienti, controlla ogni tuo movimento, ti occulta gli ordini.
Purtroppo vi è da constatare che la buona fede è solo una chimera, l’imprenditore Italico, il Filantropo, non esiste più, la dignità anche nel rapporto di lavoro, non è più un valore, non vi sono più ideali che fanno da traino al raggiungimento della meta, ma solo ambizione; è giusto essere ambiziosi, ma esserlo senza avere degli ideali trasforma tutto l’operato in puro e solo arrivismo.

Giovanni Di Pietro

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