domenica 18 marzo 2018

RESTITUIAMO DIGNITÀ ALLA PROFESSIONE DELL’AGENTE COMMERCIALE


Da anni ormai assistiamo ad una continua e repentina trasformazione del mercato.
L'avvento degli ipermercati, la inesorabile sparizione dei punti vendita tradizionali sostituiti da catene di negozi in tutti i settori della distribuzione, le vendite tramite web, costituiscono già una dura realtà, colossi della vendita on-line che hanno invaso il mercato con ogni tipo di prodotto.
Amazon, Alibaba, Aliexpress, Subito, Trova prezzi, solo per citarne alcuni, sono tra i maggiori brand presenti sul mercato che stanno monopolizzando le vendite. L’e-commerce aumenta annualmente la sua quota di mercato in modo esponenziale, le aziende si stanno tutte attrezzando alla vendita on-line.
Nonostante che il commercio elettronico galoppi alla grande, vi è ancora un segmento importante di mercato che necessita, dell’agente commerciale, vi è però ancora chi si ostina a trattare questo professionista della vendita, in maniera “primitiva” da parte dei produttori e dei distributori.
COME PUÒ NAVIGARE L’AGENTE DI COMMERCIO IN QUESTI MAROSI ?
Purtroppo immaginiamo ancora l’agente commerciale come il commesso viaggiatore che ogni mattina parte con la sua auto a caccia di clienti, con il proprio copia commissioni, inseguendo gli ordinativi che costituiranno il proprio compenso. Non sono solo i comuni cittadini ad immaginare tutto ciò, sono le stesse aziende mandanti che trattano ancora l’agente commerciale come il commesso viaggiatore illustrato da Miller.
MA CHI E’ L’AGENTE COMMERCIALE.
In Italia, purtroppo, la figura dell’agente NON GODE DI GRANDE APPREZZAMENTO ritenendolo ancora un lavoro di ripiego.
Una parte molto consistente della categoria è costituita dall’agente in tentata vendita, circa il 30%, con provvigioni che quasi mai superano i 30 mila euro l'anno. In realtà questi non rappresentano appieno la categoria, si tratta per lo più di lavoratori che girano con un furgone di proprietà della mandante, e cercano, tentano, la vendita dei prodotti trasportati, appartengono quasi sempre al settore alimentare o caffè.
Questi, non è un agente commerciale, ma un lavoratore sfruttato dalle mandanti senza scrupoli che hanno inventato, con la complicità di tutti, la figura dell’agente in tentata vendita eliminando la figura del viaggiatore piazzista che era inquadrato tra i lavoratori dipendenti e quindi troppo onerosa..

Tutti gli altri agenti oggi svolgono una attività ben diversa dalla vendita vera e propria. L'attività si esplica quasi totalmente nella promozione dei prodotti da lui rappresentati, è un consulente, sia della mandante sia del cliente ma non viene pagato per il lavoro che effettivamente svolge, ma solo per i risultati che produce, risultati che quasi sempre esulano dalla propria responsabilità. Oggi l’agente di commercio si occupa eslusivamente di promozione e di consulenza al cliente, ma questa promozione non gli viene in alcun modo riconosciuta. I mandati, sono pieni zeppi di cavilli, dalla esclusione della esclusiva di zona o di clientela, al divieto per l’agente di vendere su internet, alla esclusione dalle provvigioni per le vendite effettuate direttamente dalla mandante on-line, tutto ciò sta riducendo l’agente commerciale alla stregua del cane randagio che deve accontentarsi delle ossa lasciate da altri.
Occorre rivisitare tutta la normativa che riguarda la nostra attività, dal codice civile agli AA.EE.CC, occorre restituire dignità a questa professione fin troppo bistrattata, non è pensabile che vi siano leggi che siano peggiorative delle direttive Europee, norme collettive in antitesi rispetto alle leggi, mandati che prevedano condizioni capestro in barba a tutte le norme.
Confindustria, Confcommercio, Confapi, Confartigianato, Confcooperative devono comprendere che i veri professionisti della vendita costano meno dei dilettanti, offrono maggiori garanzie, migliori risultati, ed alla fine generano una maggiore redditività. L’imprenditore deve comprendere che lo sfruttamento dell’agente è per lui controproducente, spesso ci si dimentica che la riduzione delle provvigioni fatta all'agente non comporta un maggiore impegno da parte del venditore, ma lo demotiva e lo spinge a cercare una alternativa. 

Occorre un azione forte e comune, occorre l'aiuto di tutti gli agenti per ottenere un risultato apprezzabile.

Giovanni Di Pietro