martedì 24 maggio 2022

" CHE COLPA ABBIAMO NOI"

Dal periodico "USARCI NOTIZIE" N°1/2022

 
" Che colpa abbiamo noi" è il titolo di  una canzone del periodo delle grandi contestazioni, del 1966, cantata dal complesso
The Rokes; sono trascorsi quasi sessant’anni e per noi agenti è tutt’ora attuale.

Ho iniziato la mia attività di agente alla fine del boom economico 1975/1976; già si intravedevano all’orizzonte i segnali della prima crisi economica, i listini subivano ogni tre/quattro mesi aumenti mediamente del 10%, ma nonostante ciò il rapporto tra agenti e mandanti era molto lineare e corretto, i titolari delle aziende in gran parte ex operai, avevano un grande rispetto per i loro agenti ed i mandati di agenzia contenevano solo alcune clausole essenziali, tutto in poco più di mezza pagina Era indicato il nome delle parti, l’indicazione dell’oggetto, la zona, la provvigione, la durata, (sempre a tempo indeterminato), ed il riferimento all’ AEC, null’altro, i rapporti cessavano per volontà di una delle parti e con il pagamento di quanto dovuto, senza addebiti, senza colpe, senza furbizie.

Poi, sono arrivati i figli di questi titolari, persone che non hanno mai lavorato un solo giorno, ma hanno studiato economia alla Bocconi, alla Luiss o altre Università di grido, hanno sostituito i genitori applicando alla loro azienda i grandi concetti dell’economia post moderna, hanno eliminato dal rapporto di lavoro l’aspetto umano, hanno cancellato il rispetto per la persona.

I nuovi Titolari, i nuovi amministratori sono ben lontani dalla visione che Adriano Olivetti aveva dell’impresa: “La fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica, giusto? “

L’unico credo è divenuto il Business, la ricerca costante del maggior utile, non importa come venga realizzato ed a spese di chi, l’importante è arricchire nel più breve tempo senza porsi il problema se per guadagnare pochi euro in più si compromette la vita di intere famiglie; prima di tutto il dio denaro.

A seguito di questa trasformazione della gestione industriale, nascono contratti che sembrano enciclopedie "tre cani", viene normato tutto ed il suo contrario, “ quante aziende hai, dove vai, cosa fai”, contratti che contengono decine di clausole contra legem, clausole vessatorie, imposizioni, esclusioni dagli AA.EE.C.C , deroghe alle norme Europeee; condizioni che non sarebbero accettate da nessun altro professionista o imprenditore, ma purtroppo l’agente le accetta, sottoscrive quasi sempre senza neanche leggere ciò che vi è scritto.

Si sono inventati di tutto, hanno inserito nel contratto di agenzia perfino le clausole risolutive espresse, art 1456 cc, clausole che provengono dal contratto in generale, mai utilizzate in precedenza, studiate ed applicate al contratto di agenzia con il solo scopo di risparmiare sulla misera liquidazione delle indennità di fine rapporto.

Hanno trasformato il Budget, (bilancio) che veniva utilizzato solo per concedere premi e benefici agli agenti, in una sorta di capestro. Non si concedono più premi al raggiungimento del target ma, al contrario, se non lo si raggiunge si è disdettati per colpa, senza diritto a nessuna indennità e senza alcun preavviso. Anche se per 20-30 anni hai sempre lavorato in maniera corretta, hai sempre raggiunto gli obiettivi prefissati, non conta nulla è sufficiente un anno o un semestre in cui non raggiungi il target per svariati motivi indipendenti dall’operato dell’agente, che ci si ritrova disdettati per colpa.

Una mostruosità senza senso, nonostante la Cassazione abbia posto dei limiti ben precisi alla applicabilità della clausola risolutiva, questi continuano imperterriti ad inserirla ed applicarla confidando sulla scarsa propensione dell’agente al ricorso alla magistratura.

La stessa cosa dicasi per i pagamenti dei clienti, è sufficiente che il numero degli insoluti superi una percentuale risibile, 3-5% ed ecco che scatta, a piacimento della mandante, la spada di Damocle, e ci si ritrova senza mandato e senza indennizzi.

Ma che colpa abbiamo noi se i tuoi prodotti sono fuori mercato se non hai provveduto ad aggiornarli, se i tuoi listini non sono concorrenziali, se sei incapace a gestire una azienda, se sei incompetente nel programmare la produzione e la commercializzazione?

Ma che colpa abbiamo noi se il cliente non rispetta le scadenze, se le consegne sono errate, se i prodotti non rispettano gli standard qualitativi, se i tuoi listini non sono concorrenziali.

Ma che colpa abbiamo noi se raggiungere il target è diventato impossibile in quano hai inventato la vendita online, l’E-commerce, sulla quale non ci riconosci le provvigioni, ed il cui fatturato non rientra nel target: che colpa abbiamo noi se fornisci direttamente i nostri clienti o i consumatori finali anche a prezzi più bassi del listino che ci hai fornito, e ciò, oltre a ridurci le possibilità di vendita ci costringe anche a subire la concorrenza sleale da parte tua sul territorio.

L’agente non è pagato con fissi mensili, è pagato solo a provvigioni, solo sul venduto e solo su ciò che i clienti hanno effettivamente pagato, il suo interesse quindi è quello di vendere il più possibile, più vende , più guadagna, questa è la cerniera che la tiene unita all’azienda abbiamo lo stesso medesimo interesse.

Lavorare sotto minaccia è controproducente e va a discapito sia dell’azienda che dell’agente.

Giovanni Di Pietro