lunedì 31 dicembre 2012

FELICE 2013

                                     AUGURO A VOI TUTTI
                     UN ANNO COME LO  DESIDERATE.

                                                                             Gianni Di Pietro

sabato 15 dicembre 2012

“ L'Enasarco, e le teorie sulla soppressione ”

E' sufficiente entrare in un qualunque social network dove si parla degli agenti commerciali, ed ecco il sistematico attacco alla fondazione ENASARCO da parte di molti agenti e di qualche associazione.
Alcuni agenti, tra i più “illuminati”, ne chiedono perfino l'abolizione. Certo è che,coloro i quali ne chiedono l'abolizione, non stanno facendo un favore né a se stessi e tantomeno alla categoria, ma solo alle mandanti , anzi, penso che, considerato il livore con il quale trattano l'argomento, sospetto si tratti proprio di quanche mandante che si spaccia per agente.
Sono stato il primo, insieme ad uno sparuto gruppo di colleghi, nel lontano 1997, a deprecare la privatizzazione dell'Enasarco, ad esserne contrario.
Un ente previdenziale e perdipiù obbligatorio, non può e non deve essere privato, ma deve essere pubblico, amministrato da tecnici validi, e controllato dai sindacati di categoria e dallo stato.
Purtroppo, in questo paese dove tutto funziona alla rovescia, tutto cioò che si trasforma da pubblico in privato invece di funzionare meglio, le cose peggiorano, e la fondazione non è certo esente.
In questi ultimi anni si è avuto un continuo aumento dei contributi, una sistematica innalzamento dei massimali provvigionali, una persistente diminuzione degli importi pensionistici, un costante aumento del contributo di solidarietà, ma anche se pesante, a volte ingiustificato, il tutto serve a garantire un futuro pensionistico ai giovani agenti ed anche ai meno giovani.
Si possono discutere gli investimenti, il modo di amministrare , gli sperperi per i rimborsi spese, gli stipendi degli alti dirigenti e degli amministratori, la vergogna della situazione dei silenti, agenti che hanno versato per 15, 16 anni,certi di aver maturato il diritto alla pensione ed oggi si ritrovano senza alcun diritto alla pensione senza alcuna possibilità di ricongiungere questi versamenti con un altro ente e, peggio, perdendo tutto.
Per questi e doveroso, necessario, indispensabile trovare una soluzione.
MA NONOSTANTE TUTTO CIÒ È INDISCUTIBILE LA FUNZIONE SOCIALE DELLA FONDAZIONE.
Possiamo volere il passaggio all'Inps od altro ente statale al fine di ottenere magiori garanzie di futuro, ma non possiamo volerne la sua morte. Chi chiede la soppressione dell'Enasarco non ha alcuna coscienza sindacale e sociale, non si rende assolutamente conto che la sua sparizione, oltre a non garantire più il firr, lascerebbe migliaia e migliaia di agenti, i meno fortunati, senza alcun sostegno economico, facendo solo la gioia delle mandanti che economizzerebbero anche questi miseri euro. Chi sostiene che quei soldi servirebbero a crearsi una pensione privata, non ha capito nulla di come funziona il meccanismo e ci si troverebbe nella vecchiaia senza alcun sostentamento.
E' quello che vogliono i poteri forti per poter governare un gregge di pecore senza spina dorsale ed averli alla loro mercè. Grazie al diritto sul lavoro, grazie alle pensioni sociali, l'Italia era diventata una potenza, ed era uscita dalla schiavitù; non riportiamocela.

Giovanni Di Pietro

lunedì 19 novembre 2012

MI PIACE

Forse e' una utopia?  Forse non si realizzerà mai perchè quello che domina è l'arrivismo in questa arida società. Ma se si smette di sognare non rimane che il deserto.

Mi piace un sindacato dove i problemi degli agenti siano alla base dell'attività
Mi piace un sindacato dove lo scopo principale è quello della tutela degli agenti
Mi piace un sindacato dove la crescita morale e professionale della categoria siano fondamentali
Mi piace un sindacato dove la formazione sia utilizzata non solo per problemi di cassa, ma per la                preparazione degli agenti.
Mi piace un sindacato dove non sono importanti solo i numeri, ma le competenze
Mi piace un sindacato dove ci si parli apertamente senza censure e senza risentimenti
Mi piace un sindacato dove il dissenso venga considerato una risorsa non una colpa
Mi piace un sindacato dove tutti sono pari, e nessuno possa ritenersi primo.
Mi piace un sindacato dove il rispetto degli uomini sia alla base dei rapporti
Mi piace un sindacato dove il rispetto degli altri sindacati provinciali sia il fondamento dell'unione
Mi piace un sindacato dove i presidenti siano al servizio della categoria, non il contrario
Mi piace un sindacato dove la formazione quadri sia indispensabile per la tutela della categoria
Mi piace un sindacato dove i direttivi vengano eletti per meriti, non per accordi di camarille o per propria vanità
Mi piace un sindacato dove il Presidente venga eletto sulla base di programmi, competenze, di confronto tra più candidati, non per acclamazione o per accordo tra i potenti.
Mi piace un sindacato dove il sindacalista è colui che si mette in leale rapporto con gli altri, 
responsabile dei diritti umani, capace di reggere l’utopia e di contagiare anche coloro con cui opera agli stessi suoi entusiasmi. Sa essere presente e sa motivare le scelte, conosce il più possibile il lavoro di ciascuno e perciò è competente, cerca di capire e guarda all’essenziale.Non ha preoccupazioni per propri interessi monetari e rifiuta il privilegio che è il tarlo di ogni convivenza. Preoccupandosi di ciascuno, difende non i soldi ma il valore delle persone, lottando anche per il giusto riconoscimento economico. Cardinale. Carlo Maria Martini

Giovanni Di Pietro

venerdì 16 novembre 2012

I SINDACATI E LA QUESTIONE MORALE

RI PUBBLICO UNA VECCHIA INTERVISTA del 2008  ANCORA DI ATTUALITA'

Gianni, perchè ritieni che i sindacati sono diventati macchine di potere?
 
“I sindacati di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, , comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori dei lavoratori, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille,...". 
(L'attualità di questa dichiarazione è disarrmante, eppure è stata rilasciata il 28 luglio 1981 da Enrico Berlinguer, ben 27 anni fa, io mi sono permesso solo di modificare un temine, la parola sindacati con partiti, OGGI POSSIAMO ACCOMUNARLI. In questo caso mi riferisco esclusivamente ai sindacati degli agenti di commercio, ma anche gli altri non si discostano da queste riflessioni).
 
A cosa e' dovuta la crisi dei sindacati e quindi dei lavoratori?
 La nascita dei primi veri sindacati avvenne per la necessità di difendersi dai soprusi dalle vessazioni e dalle angherie dei datori di lavoro che schiavizzavano le masse di lavoratori che erano senza alcuna tutela.
Nel dopoguerra , con l'avvento della democrazia i sindacati hanno potuto abbandonare la clandestinità ed uscire allo scoperto.
La passione, l'altruismo la tenacia di alcuni per la difesa del prossimo, per il diritto, contro le angherie, ha permesso lo sviluppo e la crescita dei vari sindacati contribuendo così alla crescita della nazione stessa. Oggi tutte queste qualità sono andate perdute, sostituite dal tecnicismo, dai servizi, dagli opportunismi.
Il primo sindacato degli agenti di commercio è stata la FNAARC in quanto emanazione della controparte Confcommercio, fatta nascere e costituita per meglio controllare e manovrare la categoria degli agenti di commercio prima che questi si organizzassero autonomamente sfuggendo quindi dal controllo delle mandanti e prima che lo statuto dei lavoratori, nel 1970 , ne vietasse la costituzione. Infatti l'art 17 dello statuto dei lavoratori, divenuto legge dello stato con il n° 300 del 20 maggio 1970 recita: 
ART. 17. - Sindacati di comodo o  sindacati Gialli.
È fatto divieto ai datori di lavoro ed alle associazioni di datori di lavoro di costituire o sostenere, con mezzi finanziari o altrimenti, associazioni sindacali di lavoratori.
Qual'è il quadro sindacale degli agenti di commercio?
Il quadro sindacale degli agenti di commercio è alquanto policromo. Da una parte troviamo i sindacati storici del lavoro dipendente, CISL, UIL, CGIL, UGL. Questi da sempre hanno avuto un ruolo importante nella firma degli AA.EE.CC. anche se la loro rappresentatività a livello di iscritti è molto limitata e la conoscenza delle tematiche e del diritto di agenzia è scarsa.
Poi vi sono i cosiddetti sindacati di categoria, specifici degli agenti di commercio, Fiarc, Fnaarc, Usarci, Federagenti.
Con un nugolo così nutrito di sindacati gli agenti di commercio dovrebbero essere i lavoratori meglio tutelati
Purtroppo la situazione è molto diversa da quella che potrebbe sembrare. Escludendo la solita Fnaarc, succube e connivente della Confcommercio, alla quale possiamo aggiungere anche la Fiarc anch'essa aderente alla controparte Confesercenti, restano solo due sigle sindacali, l'USARCI e la Federagenti . La Federagenti non ha alcun potere contrattuale in quanto non partecipa al tavolo delle trattative per il rinnovo degli AA.EE.CC. e non è firmataria di alcun accordo.
Resterebbe solo l'USARCI a tutelare da sola la categoria degli agenti, ma anch'essa ha perduto quello spirito di spontaneità e quella vocazione tipica dei padri costituendi.
Allora cosa fanno i sindacati di categoria?
Poco o nulla purtroppo. Per poter essere efficienti e determinanti occorrerebbe che i sindacati fossero presenti capillarmente sul territorio, con strutture adeguate, e personale preparato. Nella realtà ciò non esiste, alcuni sindacati si occupano quasi esclusivamente di servizi, contabilità e formazione professionale che dà loro autonomia economica; altri non hanno personale qualificato ed indirizzano gli iscritti ai propri consulenti per la soluzione di eventuali problemi; altri hanno trasformato il sindacato provinciale in un proprio regno incontrastato dove pensano esclusivamente al proprio business. Vi sono addirittura sindacati provinciali che danno consulenza a pagamento alle mandanti offrendo conciliazioni a scapito dell'agente lavoratore. E tutto ciò è comune a tutte le sigle sindacali.
Un quadro alquanto triste, e le federazioni nazionali permettono tutto ciò?
Le federazioni nazionali sono il risultato delle realtà locali, si parla di diritto dei lavoratori ma in pratica non vi è o non vi vuole essere una adeguata preparazione politico sindacale, mancano i corsi di formazione dei quadri sindacali, mancano protocolli per le vertenze e spesso   vi sono funzionari che hanno altri interessi che quello di tutelare la categoria. Nessun sindacato può dirsi in questo scenario superiore all'altro. Inoltre spesso il sindacato è costretto ad arrendersi e a non poter svolgere il proprio ruolo.
Costretti ad arrendersi da chi?
Faccio un esempio per meglio chiarire.
Per poter far parte del consiglio di amministrazione dell'ENASARCO occorre essere firmatari degli AA.EE.CC..Questo è previsto dallo statuto della fondazione, statuto voluto dai sindacati stessi. Al momento della approvazione dello statuto, non si sono accorti che quella norma che sembrava importante per tutelare la categoria, in realtà si è mostrata dannosa e controproducente per la categoria.
In che modo la norma che prevede di essere firmatari è dannosa per gli agenti?
Risposta facile e scontata, se al momento della firma degli AA.EE.CC., un sindacato non fosse d’accordo su alcuni articoli e dovesse rifiutarsi di firmare, potrebbe ritrovarsi fuori dal consiglio di amministrazione della Fondazione, così il sindacato perderebbe in rappresentatività, ed il delegato al CDA perderebbe un emolumento considerevole. Con una tale prospettiva nessuno si azzarda a contestare e non firmare, tradendo così il ruolo del sindacato stesso.
Ma chi discute di AA.EE.CC. non dovrebbe porsi il problema delle poltrone!
Purtroppo così non è. Al tavolo delle trattative per gli AA.EE.CC. siedono le stesse persone che amministrano l'ENASARCO creando una commistione di interessi a scapito della trasparenza e degli agenti.
Allora la CGIL che non ha firmato la bozza degli AA.EE.CC. Rischierebbe di uscire dal CDA dell'ENASARCO. (Successivamente con il cambio del delegato della CGIL anche loro hanno firmato)
No, la CGIL, l'unico sindacato che si è rifiutato di firmare la bozza unitaria, anche se non firmasse gli AA.EE.CC., non correrebbe alcun pericolo in quanto non fa parte del CDA ma solo del collegio dei sindaci, ruolo naturale dei sindacati i quali non dovrebbero mai far parte dei consigli di amministrazione, ma esclusivamente del collegio sindacale, collegio deputato al controllo dell'operato del CDA a favore della categoria. Non si può essere allo stesso tempo controllori e controllati.
Occorre che all'interno di ogni sindacato vi sia una seria analisi del proprio operato, un ripensamento sui poteri e sui doveri, un ritorno alla correttezza. Quel che deve interessare veramente è la sorte dei propri rappresentati altrimenti si rischia di soffocare in una palude e fare unicamente gli interessi delle controparti.

mercoledì 24 ottobre 2012

MEGLIO LAVORARE O RIMANERE DISOCCUPATI

Quando la voglia, il desiderio, la necessità, di trovare un lavoro, di avere un introito,  si trasforma in ulteriore danno.     

Lavoro o disoccupazione,non è un ossimoro, n'è tanto meno un invito a stare senza far nulla, è solo una constatazione di ciò che accade.
La grave crisi economica ha lasciato a casa centinaia di migliaia di lavoratori tra questi anche migliaia di agenti. Trovare lavoro è quasi impossibile e, sia i giovani, sia i meno giovani con famiglia a carico, sono alla ricerca spasmodica di qualsiasi lavoro che permetta loro di sopravvivere.
A dispetto del Choosy di Fornero memoria, la stragrande maggioranza dei disoccupati si adatta a fare qualsiasi tipo di lavoro, anche i più umili e sottopagati.
E, come sempre accade quando la domanda di lavoro è superiore all'offerta, ecco affacciarsi sul mercato i soliti “CAYMANI”. Lavoro in nero, sottopagati, senza assicurazione, senza straordinari, senza limiti di orari. Ma qui entriamo nell'illecito anche se sono pochi quelli che denunciano considerato lo stato di bisogno.
Rientra invece nel legale un'altra serie di “CAYMANI”, quelli che si rivolgono al lavoro autonomo, offrendo sogni ed illusioni, giocando sulla pelle dei poveri derelitti, facendoli lavorare gratis, facendoli indebitare ulteriormente, perchè quel tipo di lavoro richiede un investimento in denaro, così che loro si indebitano e la mandante ne trae profitto.
Le pagine dei giornali sono piene di queste offerte truffaldine, un esempio ?

Si richiedono agenti comm.li per promuovere i vari prodotti e servizi offerti.Si richiedono: Auto propria, Serietà, correttezza e passione esperienza, spiccate capacità relazionali, organizzative e comunicative. Serietà, correttezza e passione. Ambosessi. e disponibilità sul territorio provinciale.
Si richiede inoltre come titolo di studio:
diploma o laurea. 
Si offrono: iniziale contr. a progetto con  rimborso spese una tantum vincolato al raggiungimento di un obiettivo minimo.
Dopo un periodo di prova, è richiesta l'apertura di Partita Iva, con retribuzione su base provvigionale ai massimi livelli di mercato e premi sul fatturato.

Passiamo all'analisi di questa offerta comune alla maggior parte delle offerte.

Non si parla assolutamente di un portafoglio clienti già esistente, quindi la zona è completamente scoperta.
Si richiedono agenti commerciali ma si offre un contratto a progetto per evitare qualsiasi pagamento di eventuali oneri quali ( poco più di un miserabile 1% sul venduto)
LA CILIEGINA IL RIMBORSO SPESE ( la cosa fa gola a tanti , ma c'è l'inganno), il rimborso spese è condizionato al raggiungimento di un obiettivo, quindi non è un rimborso spese, anzi , non esiste, gli obiettivi quasi sempre sono fatti in modo da non essere raggiunti.
Periodo di prova, significa che in qualsiasi momento un calcio e arrivederci e grazie per aver promosso, pubblicizzato, parlato bene, illustrato ed anche venduto la mia azienda, e tutto ciò gratuitamente.
Base provvigionale ai massimi livelli di mercato, cosa significa, hai paura a dirmi che mi darai il 5; 10%, tanto lo stabilisci tu .
LAUREA O DIPLOMA, già, vogliono un premio nobel per fare il loro galoppino.
SI RICHIEDE: esperienza, spiccate capacità relazionali, organizzative e comunicative. Serietà, correttezza e passione,

NIENTE ALTRO? UN SIFFATTO VENDITORE FA GOLA ALLA MIGIOR AZIENDA CHE VI E' SUL MERCATO!

L'offerta sembra allettante, trasmette due sensazioni, il rimborso spese, che fa pensare al non dover investire nulla e quindi è percorribile; “anche se inizialmente devo fare un debito”, e non si considera che è vincolato al raggiungimento di un obiettivo. Poi la sicurezza del prodotto, s cercano persone di alto livello culturale ed imprenditoriale , sarà sicuramente una buona azienda (???). Provvigioni ai massimi livelli di mercato, sembra stiano dicendo: ti offriamo diecimila euro al mese, in realtà non stanno offrendo assolutamente nulla, le alte provvigioni sono a scalare, ovvero a listino pieno(con prezzi altissimi e fuori mercato) offrono alche il 15-20% , ma se pratichi sconti per poter essere concorrenziale, le provvigioni si abbassano al 5% , percentuale che non copre neanche le spese di autostrada.

Questi “Caymani”, che si definiscono “IMPRENDITORI”, in realtà hanno trovato il sistema di spostare il rischio di impresa verso un altro soggetto, la loro attività è pressochè inesistente, acquistano solo quando il prodotto è venduto, si servono di montatori esterni, quindi nessuna spesa, nessun investimento, nessun rischio.
QUESTE NON SONO OFFERTE DI LAVORO, QUESTO E' SFRUTTAMENTO.

Oggi è l'agente a dover chiedere informazioni sulle mandanti, non il contrario.


Gianni Di Pietro

giovedì 23 agosto 2012

NUOVE SOCIETA'; IL RISCHIO PER L'AGENTE


Il 29 agosto entra in vigore il decreto Monti sulle liberalizzazioni che prevede una importante novita', la possibilita' per chi vuole diventare un imprenditore, di costituire una SRL società a responsabilità limitata con capitale di 1 (un) solo Euro e senza spese notarili, di bollo, e di segreteria, resta solo da pagare l'imposta di registro di soli 168,00 Euro.
La tentazione di formare simili società da parte di molti agenti sarà tanta, anche a causa della pubblicità data alla cosa, ed alla superficialità di molti consulenti fiscali che consiglieranno simile strada al fine di pagare meno tasse(da dimostrare)

Il pericolo, il rischio per molti agenti è considerevole, occorre ricordare cosa può avvenire nel caso un agente volesse trasformare la sua attività svolta personalmente, o sotto forma di snc o sas, in SRL.

RISCHI
 - La comunicazione alla mandante di trasformazione                    dell'assetto giuridico, fa decadere il vecchio contratto ad iniziativa dell'agente con la perdità dell'anzianità e di tutte le indennità ad esclusione del Firr.

PERDITE
- DELL' IND. SUPPLETIVA DI CLIENTELA
- DELL'IND. MERITOCRATICA
- DEL PREAVVISO
- DELL'IND. CESSAZIONE RAPPORTO
- EVENTUALE IND. MANEGGIO DENARO.

PREGIUDIZI
      • L'agente in forma societaria ha come foro competente in caso di vertenza quello del luogo ove la mandante ha la propria sede.
      • Non e' comunque competente la Magistratura del Lavoro, ma il Tribunale ordinario civile, con aumento dei tempi prima di giungere alla sentenza, oltre alla concreta possibilità di vedere decisa la controversia da un magistrato con limitata esperienza in materia di diritto del lavoro.
      • Notevole aggravio dei costi da sostenere per l’instaurazione del giudizio in termini di: 1) spese vive, dovendosi sempre e comunque versare per intero il contributo unificato (variabile a seconda del valore della causa), mentre dinanzi al Giudice del Lavoro è dovuto al 50% e solo se il reddito familiare imponibile è superiore a € 31.884,48, altrimenti è esente; 2) spese legali trovandosi di fatto costretti a munirsi di due difensori di cui destinato a comparire alle udienze dinanzi al Tribunale competente, solitamente lontano dalla sede della società-agente.
      • Nel caso di fallimento o di concordato fallimentare i crediti dell'agente società verranno molto probabilmente riconosciuti in via chirografaria e non privilegiata.
      • L'agente società di capitali non ha diritto ai versamenti contributivi Enasarco, e pertanto non maturerà alcuna pensione.

SVANTAGGI
      • Una Srl richiede, a differenza della semplice ditta individuale titolare di partita Iva (di questo parleremo dopo), il deposito di un bilancio al registro delle imprese ogni anno, con tutte le spese di gestione annesse e connesse.
      • le banche stesse saranno meno incentivate a concedere un credito a imprenditori che non hanno un capitale depositato, acquisto casa, auto, ufficio.
      • E' obbligatoria la contabilità ordinaria, con costi ed incombenze notevolmente superiori.

SUGGERIMENTO
      • Prima di prendere una decisione così importante, è bene riflettere e meditare sulla reale convenienza della costituzione della società. Il sindacato è a disposizione per tutti quelli che volessero maggiori informazioni e delucidazioni.



Giovanni Di Pietro

martedì 29 maggio 2012

SUGGERIMENTI AGLI AGENTI COMMERCIALI


                     Il decalogo dell'Agente Commerciale

  1. Ricordati che la formazione è alla base della tua professione, non dimenticare mai di aggiornarla.
  1. Conosci i tuoi diritti, ti faranno piu' forte e cosciente, anche conoscere i doveri è importante, ma quelli te li ricorda continuamente la mandante
  1. Non parlare male di colleghi, clienti e mandanti, se non puoi parlarne bene, taci !
  1. Non sei al centro del mondo; oggi sei una pedina importante per la tua azienda, ma un giorno ti accorgerai che potrà fare a meno di te.
  1. Aderisci ad una associazione di categoria riconosciuta, l'unione fa la forza!
  1. Confrontati con la tua associazione ad ogni problema, nuovo mandato, disdetta, modifica di contratto, se non ti soddisfa cambia associazione.
  1. Attenzione al rinnovo periodico del mandato, nasconde sicuramente variazioni a vantaggio della mandante.
  1. Ricorda che tutte le comunicazioni tra te e la mandante devono avvenire in forma scritta e devono essere conservate, (usate il telefono il meno possibile, (non lascia traccia), un giorno quei documenti ti saranno utilissimi.
  1. Non recedere mai da un contratto di agenzia, perderesti tutte le indennità maturate.
  1. Nessuno può tutelarti se tu per primo non attuerai tutti quegli strumenti necessari alla tua tutela.
Gianni Di Pietro

sabato 24 marzo 2012

IL GEMITO DEGLI AGENTI-IL SILENZIO DEI SINDACATI


                                                                                                                                         

Mentre governo e parti sociali si incontarno e si scontrano per cercare di trovare una quadratura alla grave situazione economica e sociale, gli agenti e rappresentanti di commercio “ abbaiano alla luna”.

Si ha l'impressione che i sindacati degli agenti di commercio non si accorgano delle grida di aiuto provenienti dai loro “sic” assistiti.
Noi agenti stiamo vivendo situazioni paradossali, gravissime , ma nessuno ha speso una parola per noi, i media tacciono perchè gli agenti non fanno notizia, anche per nostra colpa, i sindacati confederati li ignorano anche perchè non ne conoscono le peculiarità e la problematica, i sindacti di categoria sono invece totalmente assenti, non perchè non ne conoscano i problemi, ma perchè non sanno come affrontare gli argomenti, come suggerire soluzioni o rimedi.
Ma quali sono le preoccupazioni degli agenti ?

  1. ritardi notevoli nel pagamento delle provvigioni
  2. messa in liquidazione e fallimento delle mandanti
  3. risoluzioni contrattuali
  4. variazione di zona, provvigioni,

Il ritardo del pagamento delle provvigioni è uno sport in voga da sempre, ma in questi ultimi anni ha raggiunto un livello tale da non consentire più all'agente di sopportare ulteriori ritardi, ma anche i solleciti e le messe in mora non servono allo scopo.
La messa in liquidazione ed il fallimento, anch'essi aumentati in misura considerevole provocano molto spesso anche la chiusura delle agenzie, in special modo di quelle monomandatarie che sono le più esposte e le più deboli.
Le risoluzioni contrattuali sono all'ordine del giorno, e le mandanti, per cercare di non pagare le ridicole indennità, addebitano colpe infondate all'agente, che , tapini, spesso non sono in grado di difendersi, e solo allora si rendonoe conto che il leone che pensavano di essere si è tramutato in un mite agnello alla mercè del lupo.
Le variazioni di zona e di provvigioni ripetute negli anni senza che l'agente possa obiettare, si vedono costretti a disdire i mandati perdendo tutte le indennità in quanto non è più produttivo il rapporto

E TUTTO CIO' CON LA COMPLICITA' DEI SINDACATI

Ma la cosa anacronostica è rappresentata da quegli agenti, e sono in molti, i quali, sapendo di aver raggiunto l'età pensionabile di anzianità Inps, hanno comunicato in anticipo, per eccesso di zelo, alle mandanti, di voler cessare l'attività trovandosi così all'età di 60,61,62 anni senza lavoro e snza pensione perchè nel fratempo il governo ha modificato i limiti pensionistici, posticipandoli di alcuni anni, ed a 60 anni è difficile rimettersi in gioco.
Qual'è l'azienda che affida un mandato a chi ha già oltre 60 anni?? Per l'agente già 50 anni rappresenta un limite troppo alto dal quale e difficile trovare nuovi mandati.
Mentre per i lavoratori dipendenti che i trovano in simili situazioni, si sono cercati degli ammortizzatori sociali, per gli agenti commerciali, nulla, nessuno si è preso carico dei loro problemi, anzi, proprio l'ENASARCO, l'ente degli agenti di commercio, ha aumentato da 60 a 65 anni anni l'eta' pensionabile, non tenendo in alcun conto tutta questa serie di gravi problemi!

E' pur vero che la categoria degli agenti è indifferente, disinteressata, presuntuosa, e difendere chi non vuole essere difeso è quasi impossibile, ciò nondimeno non si può chiudere gli occhi ed attendere che cambi il vento, il capitano che ha una nave in avaria, deve essere tanto abile da suggerire sia gli strumenti sia il modo di affrontare e superare la crisi.

Invece di pensare a come tutelare la categoria, i sindacati sono presi dal rinnovo degli AEC, rinnovo che ancora una volta sarà a favore delle mandanti, nessuna variazione dell'articolo che prevede la riduzione di zona e di provvigioni, nessuna variazione alle indennità, riconfermando sicuramente la ridicola indennità suppletiva di clientela, invece delle più pesanti indennità cosiddette europee.

SOLO UNA LIQUIDAZIONE MOLTO ONEROSA PUO' FAR SI CHE LE DISDETTE AVVENGANO CON PIU' OCULATEZZA E MENO FREQUENZA!

PERCHE' NON SI E' CERCATO DI ISTITUIRE ANCHE PER GLI AGENTI UNA SORTA DI CASSA INTEGRAZIONE COME SUGGERITO CIRCA 10 ANNI FA?

MA QUESTI SINDACATI COME PENSANO DI FARE IL LORO MESTIERE ?


                                    TUTELA SANITARIA 
                                    E RITIRO PATENTE
                                    PER GLI AGENTI

lunedì 6 febbraio 2012

CHI E' IL SINDACALISTA

Il Sindacalista è colui che si mette in leale rapporto con gli altri, 
responsabile dei diritti umani,
capace di reggere l’utopia e di contagiare
anche coloro con cui opera
agli stessi suoi entusiasmi.
Sa essere presente e sa motivare le scelte,
conosce il più possibile il lavoro di ciascuno
e perciò è competente,
cerca di capire e guarda all’essenziale.

Non ha preoccupazioni per propri interessi monetari
e rifiuta il privilegio che è il tarlo di ogni convivenza.
Preoccupandosi di ciascuno,
difende non i soldi ma il valore delle persone,
lottando anche per il giusto riconoscimento economico.
Cardinale. Carlo Maria Martini



           TUTELA SANITARIA + RITIRO PATENTE  PER GLI AGENTI E RAPPRESENTANTI

venerdì 27 gennaio 2012

LA DEMOCRAZIA DEI NUMERI

                                  (la democrazia e le associazioni)

              Etimologicamente la parola DEMOCRAZIA  significa Governo del Popolo.
E' vero che per poter governare, anche in una democrazia , è necessario avere i numeri, ovvero il 50%+1 dei voti . Ma avere il 50% +1 dei voti, non significa avere il diritto di  fare a proprio piacimento.

        La vera democrazia è quella che rispetta, ascolta, rende partecipe,  interpella, oltre che le opposizioni, anche le minoranze, cercando nel momento decisivo, di avere il maggior consenso possibile, non accontentandosi di quel solo voto in più.

   In un consesso democratico, enunciare continuamente la propria forza, i propri numeri, è indice di debolezza da un lato (ti ricordo i miei iscritti o votanti, per dire di essere più forte di te), dall'altro è indice di ricatto, (poiché sono più forte di te, faccio quello che voglio) è la forza bruta senza cervello, l'energumeno che mostra i muscoli ma non ragiona.
           E' la cosiddetta DEMOCRAZIA AUTORITARIA, che poco si addice ad un popolo maturo.

           Questa democrazia autoriataria è purtroppo presente anche all'interno delle associazioni che si dichiarano  democratiche.
             Alcune di queste associazioni  trovano qualsiasi pretesto per mostarre i muscoli con i propri voti enunciandoli continuamente, (se non dico di essere forte non mi si fila nessuno), non si è apprezzati per le idee, per il carisma, per il contenuto del proprio operato, ma solo perchè si ha quel voto in  piu'. Se ho tanti numeri vuol dire che sono forte ed ho ragione, è questo che crede chi ne fa uso e strumentalizza il proprio operato.

        Sarà forse vero, ma ricordo che anche Barabba ebbe molti più voti di Cristo, e non mi sembra avesse molte ragioni.

E' sempre utile ricordare il discorso di Pericle agli ATENIESI


Gianni Di Pietro

martedì 24 gennaio 2012

Agenti di commercio in Italia.Siamo in troppi.

Dispiace dirlo ma è così.
Secondo dati Enasarco, gli agenti di commercio dovrebbero essere all'incirca 350000, in Italia, aggiungiamoci altri 300000 venditori assunti, cioè non a provvigioni e ci troviamo ad essere 650 700000.
In apparenza qualcuno potrebbe dire che considerato il numero di aziende, in Italia siamo persin pochi, ma è un errore.
Un errore perchè le aziende in grado di avere dei rappresentanti sono veramente poche.
La stragrande maggioranza delle inserzioni di ricerca di venditori, purtroppo è di aziende non in grado di mantenere un venditore.
Il 90% degli annunci di ricerca sono purtroppo poco seri.
Anzi spessissimo, per assurdo si cercano venditori a provvigioni per sperare di risolvere i problemi economici delle aziende.
Pazzesco.
La mentalità folle è questa: Tanto se non vende non lo pago dimenticandosi che non è proprio così e rischiando di avere cause legali e peggiorando la propria e altrui situazione economica.
Quindi riassunto, siamo in troppi.
Davvero in troppi
E' molto difficile trovare un azienda per cui fare il venditore, in questi tempi e temo che il futuro per noi venditori, fin quando saremo così tanti continuerà a essere nero.

Attimolibero
dal blog: venditaperfetta: manuale del venditore
Agenti e RappresentantiJan 19, 2012 11:23 PM
Questo è purtroppo il vero problema della categoria. Le norme che permettono alle aziende di affidare l'incarico di agente commerciale anche quando in realtà si è di fronte ad un lavoro dipendente. Gli AEC del 2002 hanno addirittura permesso di ricondurre nella categoria degli agenti anche la tentata vendita che in precedenza era inquadrata nella categoria dei dipendenti come viaggiatori piazzisti. Non ultimo la scarsa onerosità della disdetta del mandato, cacciare un agente costa alle aziende Italiane pochi euro, per cui affidano l'incarico e lo revocano con la stessa frequenza con cui ci cambiamo di abito, tanto, complice gli AEC, all'agente si può ridurre la zona, le provvigioni, il numero dei clienti, disdire con facilità.

Se l'onerosità della disdetta fosse come quella esistente in Francia, in Germania, ed in altri paesi, le mandanti sarebbero costrette a sciegliere con oculatezza le persone a cui affidano l'incarico, e la selezione sarebbe naturale. Purtroppo ciò non avviene. Basta vedere il volume di affari provvigionale della categoria, oltre il 60% degli agenti non supera le 35.000,00 euro di provvigioni annue, che al netto corrispondono a meno di 1.500 euro mensili, come un lavoratore dipendente e senza alcuna tutela.
Gianni Di Pietro

venerdì 20 gennaio 2012

Lo Schettino che c'è in Noi

Schettino  non è il comandante della Costa Concordia. 
Schettino è una grossa fetta del popolo italiano.
É una vita che incontro gli Schettino, o scalzacani.
Li incontro sul lavoro, incapaci, arruffoni, superficiali ,raccomandati, inadeguati ai tempi, alle sfide ,di un mondo frenetico, incapaci di adoperare le nuove tecnologie .
Li vediamo   in politica, leaders  da strapazzo,compromessi,con la criminalità, o solo con chi li ha inseriti nei posti di potere,ben sapendo che essendo  idioti, li può manovrare a piacimento.
Lo  Schettino,è nella scuola,a volte  rettore, o cattedrattico che inserisce  parenti.
Lo Schettino,è quello che mi scrive pubblicamente su Facebook, iniziando una proposta commerciale, con il "Ciao"e dicendo di avere un prodotto che è una "BOMBA"e si meriterebbe  di finire in  un manicomio.
Lo Schettino è l'idiota, di turno, che decide di inventarsi un lavoro,esattamente come faceva il padre,in un mondo che non esiste più e poi si stupisce che gli affari vanno a rotoli,magari prendensola con gli immigrati, o con le tasse.
Lo Schettino sono quelle aziende, quei direttori commerciali, imprenditori( si fa per dire) che hanno sempre agito con superficialità e oggi la crisi spazza via, o li uccide piano, piano. 
Gli Schettino, sono chi ti propone un lavoro, senza garanzie,o con prodotti di cacca,o senza pagarti, o con contratti da fame e si arrabbia pure se li mandi a fanculo (scusate ma quando ci vuole ci vuole).
Lo Schettino è la "Costa Cociere " che affida ad un idiota, probabilmente perchè raccomandato,(come al solito)una nave da 300 metri, con migliaia di paseggeri a bordo,invece di scegliere il più bravo.
Lo Schettino lo troviamo in molti amministratori delegati, famosi,che sanno solo licenziare, o prendersela con gli operai, o i propri collaboratori, invece di proporre prodotti non obsoleti,ma anche in molti agenti, che operano come decenni orsono e che l'unico interesse è vedere se ci sono finanziamenti agevolati, per acquistare l'automobile,quando hanno fatturati asfittici.
Perchè cari colleghi, se io non amo i Tedeschi, perchè ci trattano da inferiori e ci snobbano, amo molto, molto di meno, questa Italia, di improvvisati e codardi ,superficiali, finti amiconi,senza nessuna preparazione .
Non sopporto l'italiano, che arriva al comando di una nave, come di un industria, o in politica, solo per le amicizie e su questo i tedeschi hanno mille ,centomila ragione.Siamo troppo superficiali.
Crediamo ancora nello "Stellone",nella italica fortuna. Non c'è mai stata la fortuna e non è  vero che ce la siamo sempre cavata e oggi come mai, lo "Stellone" non c'è e non serve pregare, o rivolgersi a S.Gennaro,perchè la figura di  "CACCA". che abbiamo fatto con il naufragio è di proporzioni bibbliche.Altro che stellone!
E lo Schettino finale sono io, che dopo quasi tre anni di blog ,a cercare di far capire in tutte le salse, che l'imprenditore e il venditore sono dei professionisti e devono  comportarsi come tali,ricevo ancora delle lettere, in privato,che mi chiedono se fanno bene a operare come si faceva settanta anni orsono e gli rispondo pure, invece di chiudere questo blog, che tanto non ha senso.
Siamo un paese e un popolo che sta morendo e   la colpa è solo nostra e forse, è  solo un bene, che   un popolo di cialtroni così, sparisca.
Attimolibero
dal blog: vendita perfetta: manuale dei venditori

martedì 10 gennaio 2012

GLI AGENTI COMMERCIALI TRA NORME ED AEC.

         Gli Accordi Economici Collettivi,  AA.EE.CC,  rappresentano una anomalia tutta Italiana.
         I primi  risalgono al 1934ed erano sicuramente molto più vantaggiosi per gli agenti ed i  viaggiatori piazzisti degli attuali accordi, occorre tener conto anche del  periodo storico e della totale mancanza di diritti esistente al!'epoca.
         Per i lavoratori dipendenti potrebbe essere giustificata  la necessità di ricorrere alla contrattazione collettiva anche perchè le forze in campo anche se non si equivalgono, sono ambedue ben armate, da una parte vi sono le organizzazioni datoriali sempre votate a dire no, dall'altra troviamo le OO.SS. le quali sono anch'esse  agguerrite, e  con   manifestazioni e scioperi sono sempre riuscite  ad informare ed a sensibilizzare l'opinione pubblica e costringere le controparti a farsi riconoscere deteminati diritti.

           Tutto ciò non esiste per  l'A.R.; da una parte abbiamo sempre le organizzazioni datoriali che non vogliono concedere nulla, dall'altra abbiamo i sindacati dl categoria armati di fionde ma senza neanche le bilie da poter usare come proiettili.
           Per andare ad un confronto, anche aspro, occorre avere coscienza del proprio ruolo, conoscere le
norme, conoscere la reale situazione dei rappresentati, avere una visione sociale del mondo del lavoro, e, non ultimo. non dimenticare che si sta trattamdo su mandato dei propri iscritti e/o rappresentati, che ahimè. sono come le pecore dl un gregge, belano continuamente ma non ruggiscono mai.

          Un contratto collettivo deve necessariamente avere come base sia il codice civile sia le norrnative Europee, da questo zoccolo ci si avvia al confronto per interpretare al meglio le norme, o per dare senso a concetti astratti. (calcolo delle indennita}, ed anche per ottenere miglioramenti sia economici, sia sociali, sia di  tutela
                                Da anni ormai, tutto ciò è stato dimenticato
            Gli AA.EECC. sono pieni di cavillli e clausole tutte a favore delle case mandanti. come le riduioni di zona, di provvigioni, di clientela, e  perfino il calcolo delle misere indenrità di fine rapporto, che nel resto d'Europa totalizzano importi considerevoli, cosi da rendere la disdetta del mandato troppo onerosa, in Italia, si accettano sistemi di calcolo avulsi dal dettato europeo e codicistico ma così arttficiosi da rendere la disdetta un puro atto formale con la liquidazione di pochi spiccioli e nella totale violazione delle norne.
            Ma, la classica ciliegina è rappresentata dal prevedere l’obbligatorietà della conciliazione sindacale al fine di  ottenere questi pochi spiccioli, ed ancora più grave prevedere che detta conciliazione debba avvenire nella sede della ditta mandante a totale detrimento dell' agente, rappresenta il  culmine dell' ignavia da parte di chi è stato deputato a difendere gll agenti commerciali.
Voglio ricordare che proprio l' USARCI. dopo tante battaglie, era riuscita a modificare l'art 410 ed a portare il foro competente al domicilio dell'agente,  ed ora con un colpo di mano si tenta dl riportarlo nella sede della mandante.

Che senso ha firmare gli AA. EE. CC. che vanno ad esclusivo vantaggio delle mandanti ? 
Quali sono i miglioramenti ed i sostegni per la categoria ?
Ma i delegati Sindacali conosconio l'argomento di cui stanno trattando ??


ho seri dubbi !!


Gianni Di Pietro