sabato 15 dicembre 2012

“ L'Enasarco, e le teorie sulla soppressione ”

E' sufficiente entrare in un qualunque social network dove si parla degli agenti commerciali, ed ecco il sistematico attacco alla fondazione ENASARCO da parte di molti agenti e di qualche associazione.
Alcuni agenti, tra i più “illuminati”, ne chiedono perfino l'abolizione. Certo è che,coloro i quali ne chiedono l'abolizione, non stanno facendo un favore né a se stessi e tantomeno alla categoria, ma solo alle mandanti , anzi, penso che, considerato il livore con il quale trattano l'argomento, sospetto si tratti proprio di quanche mandante che si spaccia per agente.
Sono stato il primo, insieme ad uno sparuto gruppo di colleghi, nel lontano 1997, a deprecare la privatizzazione dell'Enasarco, ad esserne contrario.
Un ente previdenziale e perdipiù obbligatorio, non può e non deve essere privato, ma deve essere pubblico, amministrato da tecnici validi, e controllato dai sindacati di categoria e dallo stato.
Purtroppo, in questo paese dove tutto funziona alla rovescia, tutto cioò che si trasforma da pubblico in privato invece di funzionare meglio, le cose peggiorano, e la fondazione non è certo esente.
In questi ultimi anni si è avuto un continuo aumento dei contributi, una sistematica innalzamento dei massimali provvigionali, una persistente diminuzione degli importi pensionistici, un costante aumento del contributo di solidarietà, ma anche se pesante, a volte ingiustificato, il tutto serve a garantire un futuro pensionistico ai giovani agenti ed anche ai meno giovani.
Si possono discutere gli investimenti, il modo di amministrare , gli sperperi per i rimborsi spese, gli stipendi degli alti dirigenti e degli amministratori, la vergogna della situazione dei silenti, agenti che hanno versato per 15, 16 anni,certi di aver maturato il diritto alla pensione ed oggi si ritrovano senza alcun diritto alla pensione senza alcuna possibilità di ricongiungere questi versamenti con un altro ente e, peggio, perdendo tutto.
Per questi e doveroso, necessario, indispensabile trovare una soluzione.
MA NONOSTANTE TUTTO CIÒ È INDISCUTIBILE LA FUNZIONE SOCIALE DELLA FONDAZIONE.
Possiamo volere il passaggio all'Inps od altro ente statale al fine di ottenere magiori garanzie di futuro, ma non possiamo volerne la sua morte. Chi chiede la soppressione dell'Enasarco non ha alcuna coscienza sindacale e sociale, non si rende assolutamente conto che la sua sparizione, oltre a non garantire più il firr, lascerebbe migliaia e migliaia di agenti, i meno fortunati, senza alcun sostegno economico, facendo solo la gioia delle mandanti che economizzerebbero anche questi miseri euro. Chi sostiene che quei soldi servirebbero a crearsi una pensione privata, non ha capito nulla di come funziona il meccanismo e ci si troverebbe nella vecchiaia senza alcun sostentamento.
E' quello che vogliono i poteri forti per poter governare un gregge di pecore senza spina dorsale ed averli alla loro mercè. Grazie al diritto sul lavoro, grazie alle pensioni sociali, l'Italia era diventata una potenza, ed era uscita dalla schiavitù; non riportiamocela.

Giovanni Di Pietro