mercoledì 21 ottobre 2009

AGENTE DERUBATO DEVE RISARCIRE LA MANDANTE

DAL QUOTIDIANO " SAN BENEDETTO OGGI" articolo di Salvatore Antonelli"

Una valigetta contenente i preziosi, un computer e una stampante rubati in una frazione di secondo. La vicenda del rappresentante che fu rapinato in pieno centro di San Benedetto approda a Palazzo di Giustizia

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Sono passati circa due anni da quella mattina e ancora oggi in tribunale l'agente di preziosi proveniente dal Molise, racconta con lucida precisione quel che gli accadde in quella frazione di secondi. «Non ho avuto nemmeno il tempo di entrare in auto che mi sono sentito sfilare di dosso la borsa con il computer. Li ho capito tutto, ma ricordo perfettamente il volto del rapinatore».

La vicenda avvenne in pieno centro. C'è un riconoscimento, che secondo le testimonianze sembra essere chiaro e preciso.

Secondo la deposizione della parte lesa, uscito dalla gioielleria si stava recando verso il mezzo, intravedendo al lato opposto della carreggiata due uomini a bordo di una moto ferma. La cosa non destò sospetto e l'uomo aprendo il portabagagli in piena tranquillità depose come suo solito i preziosi e il materiale dimostrativo. A suo dire, non ci fu tempo per girarsi e aprire la portiera che i malviventi gli piombarono attorno e in un attimo si sono allontanati con la refurtiva fuggendo a bordo della moto.

La denuncia immediata dell'uomo presso il commissariato di polizia locale, permise di ottenere un indizio importante al conseguimento delle indagini. Difatti anche se il tutto si consumò nella frazione di un secondo, la parte lesa scorse il volto di uno dei malviventi, che a distanza di due anni ricorda ancora: «Quel volto è impresso nella mia mente». Poi risultò che il volto era presente anche nello schedario della Polizia che illustrando le foto segnaletiche al giovane venditore scoprì che l'indiziato era già stato segnalato per altre ragioni.

Dopo il danno anche la beffa. Il rappresentante, secondo la sua deposizione di martedì, si è visto costretto anche al risarcire circa 6 mila euro (valore della merce e del materiale rubato) all'azienda per cui lavorava in quel momento.

Oggi si dichiara vittima di un furto ma anche di un'iniquità professionale e chiede giustizia.

Come sempre al tribunale spetta l'ultima parola e in attesa che quel giorno arrivi, della storia riconosciamo solo la sfortuna di essersi trovato nel posto e nelle vesti sbagliate.