mercoledì 17 marzo 2010

Crisi, in forte aumento i fallimenti nel 2009

Colpiti soprattutto Nord e Pmi, +23% rispetto al già durissimo bilancio del 2008
da ANSA e Pubblicato dal blog: vendita perfetta: manuale dei venditori e...


MILANO – Nel 2009 sono state 9mila le imprese italiane che sono fallite, il 23% in più rispetto al già durissimo 2008. Lo affermano i dati del Cerved group, secondo i quali anche l’ultimo trimestre è stato nero: tra ottobre e dicembre sono state aperte quasi 2.900 procedure fallimentari, +15% rispetto allo stesso periodo del 2008, trimestre nel quale si era già registrato un aumento di fallimenti del 43% rispetto al 2007. Dopo la brusca caduta delle procedure seguita alla riforma della disciplina sulla crisi d’impresa – spiega il Cerved – dall’aprile del 2008 i fallimenti hanno iniziato una corsa che dura da sette trimestri consecutivi, con tassi di crescita sempre a due cifre.

L’impennata dei fallimenti ha toccato soprattutto il Nord: con un incremento del 25% nell’ultima parte dell’anno, nei dodici mesi del 2009 le procedure sono cresciute nel Nord Ovest del 33%, nel Nord Est del 26%, nel Centro del 16%, nel Sud e nelle Isole del 16,3%. A eccezione del Molise, in cui il numero di fallimenti del 2009 è inferiore rispetto a quelli del 2008 (-17%) e della Basilicata (+2%), l’incremento delle procedure ha fatto registrare ovunque tassi a due cifre con aumenti particolarmente elevati in Liguria (+48%), in Piemonte (+38%), nel Friuli (+36%), nelle Marche (+33%), in Emilia Romagna (+33%), e in Lombardia (+30%). Rispetto alle imprese presenti sul territorio, é il Friuli la regione maggiormente colpita dai fallimenti (‘insolvency ratiò pari a 22), seguita dalla Lombardia (20) e dall’Umbria (20). Le statistiche per dimensione di impresa confermano che i fallimenti toccano soprattutto aziende di piccola dimensione: il 75% delle società di capitale ha un attivo inferiore a 2 milioni di euro tre anni prima dell’insorgere della crisi. Con un aumento del 33% dei fallimenti negli ultimi tre mesi del 2009, le costruzioni risultano il settore che conta il maggior incremento di procedure nel corso dei dodici mesi 2009 (+31%), seguite dall’industria (+26% tra 2009 e 2008), dalle attività finanziarie, immobiliari, di noleggio e informatica (+24%), trasporti e le comunicazioni (+18%). Rispetto al numero di imprese registrate, è l’industria il settore più colpito. Ed è in crescita anche il ricorso al concordato preventivo: secondo gli archivi di Cerved Group, nel 2009 le imprese italiane hanno presentato oltre 900 domande di concordato (+62% rispetto al 2008), con una crescita nel solo ultimo trimestre che come i fallimenti ha solo leggermente rallentato: +33% rispetto allo stesso periodo del 2008.

lunedì 15 marzo 2010

ll picconamento per abbattere le regole che tanto fastidio danno alla parte datoriale

by Claudio Pileri

Il contenzioso è in sensibile aumento la causa non è da addebitare agli agenti, ma alle mandanti le quali infarciscono i mandati pieni zeppi di clausole vessatorie.
Ogni clausula contiene la risoluzione espressa del mandato, se non fai questo o quello. Insomma c’è da mettersi le mani nei capelli. Tantè che nessun mandato sarebbe da sottoscrivere,salvo concordare sensibili modifiche
Giusto quanto recentemente Sentenziato dalla Suprema Corte di Cassazione il 18 settembre 2009 n. 20106 sull’abuso del diritto da parte della mandante.
Alla gran parte delle nostre controparti non le tange, se ne fregano altamente di sentenze a loro sfavorevoli e continuano a randellare come a dire: è ora di piantarla con le cause da lavoro che danno ragione agli agenti.
Per le mandanti bisognerebbe riformare il codice civile la dove è favorevole all’agenzia, cos’è questo discorso che
sulla carta aziende e voi agenti siamo considerati sullo stesso piano.
Ci siamo stufati di sopportare le regole.
Ora se volete lavorare con noi le regole sono quelle che fanno comodo a noi datori.
La trattativa fra le parti? Non esiste! Il mandato lo facciamo noi e basta, quale trattativa! Se non state zitti vi faremo riapplicare la star del credere a tutti come tanti anni fa al 25%.
Si vergognino coloro che parlano di Statuto del lavoro Autonomo.
Ci mancava pure quel vicentino di Tiziano Treu il quale vorrebbe realizzare questo strumento per gli autonomi e fra essi ci sono pure gli agenti di commercio, ma siamo pazzi!
Come si permette costui. Non bastava lo statuto dei lavoratori dipendenti di quel tale (fu) Gino Giugni tramutato in legge il 20 maggio 1977 n.300 e l’art.17. Ma cosa volete, stiamo da tempo cercando di aggirare tutte queste regole.
Stiano tranquilli gli agenti li addomesticheremo.
Cos'è la legge 300 del 20 maggio 1970 è lo STATUTO del LAVORO di Gino Giugni. Cosa è scrito nell'Art. 17
L'art. 17 recita: Sindacati di comodo È fatto divieto ai datori di lavoro ed alle associazioni di datori di lavoro di costituire o sostenere, con mezzi finanziari o altrimenti, associazioni sindacali di lavoratori.


Claudio Pileri