mercoledì 18 novembre 2009

CERTIFICAZIONE ISO 9001 PER AGENTI COMMERCIALI

Il sindacato USARCI -LARAC, primo in Abruzzo, ha promosso la certificazione UNI per gli agenti di commercio.
Il corso avrà inizio il 20 novembre presso la sala D'Ascanio della CCIAA di Pescara.
Si ringrazia il nuovo Presidente della CCIAA di Pescara dott. Daniele Becci, ed il Segretario generale dott. Massimo Taschini i quali hanno colto il significato e l'importanza che la certificazione riveste per l'agente commerciale nel nuovo scenario della globalizzazione dei mercati, concedendo quale riconoscimento, il PATROCINIO CAMERALE .
In cosa consiste la certificazione iso 9001.
L'USARCI-LARAC di Pescara ha aderito al PROGETTO DT 58 per la certificazioen di qualità al fine di certificare le competenze professionali degli agenti di commercio,
Il corso è articolato in 16 ore, la docenza del corso verrà effettuata dal dott. Ottavio Baia, progettista nazionale del nuovo “ Disciplinare di Qualità per Agenti e Rappresentanti di Commercio” in collaborazione con il CERTIQUALITY accreditato dal SINCERT e dallo Stato Italiano, e dovrà certificare la conoscenza da parte del candidato di alcune aspetti tipici della professione, quali : competenze professionali, conoscenze dei prodotti, diminuzione dei rischi, conoscenza delle tecniche di intervista, conoscenza di files informatici, capacità di relazione con i clienti, avere e rispettare un codice deontologico.
Gli agenti certificati verranno inseriti in un apposito elenco WEB dove tutti potranno attingere nominativi ed informazioni sugli agenti certificati, digitando: www.certiquality.it

mercoledì 21 ottobre 2009

AGENTE DERUBATO DEVE RISARCIRE LA MANDANTE

DAL QUOTIDIANO " SAN BENEDETTO OGGI" articolo di Salvatore Antonelli"

Una valigetta contenente i preziosi, un computer e una stampante rubati in una frazione di secondo. La vicenda del rappresentante che fu rapinato in pieno centro di San Benedetto approda a Palazzo di Giustizia

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Sono passati circa due anni da quella mattina e ancora oggi in tribunale l'agente di preziosi proveniente dal Molise, racconta con lucida precisione quel che gli accadde in quella frazione di secondi. «Non ho avuto nemmeno il tempo di entrare in auto che mi sono sentito sfilare di dosso la borsa con il computer. Li ho capito tutto, ma ricordo perfettamente il volto del rapinatore».

La vicenda avvenne in pieno centro. C'è un riconoscimento, che secondo le testimonianze sembra essere chiaro e preciso.

Secondo la deposizione della parte lesa, uscito dalla gioielleria si stava recando verso il mezzo, intravedendo al lato opposto della carreggiata due uomini a bordo di una moto ferma. La cosa non destò sospetto e l'uomo aprendo il portabagagli in piena tranquillità depose come suo solito i preziosi e il materiale dimostrativo. A suo dire, non ci fu tempo per girarsi e aprire la portiera che i malviventi gli piombarono attorno e in un attimo si sono allontanati con la refurtiva fuggendo a bordo della moto.

La denuncia immediata dell'uomo presso il commissariato di polizia locale, permise di ottenere un indizio importante al conseguimento delle indagini. Difatti anche se il tutto si consumò nella frazione di un secondo, la parte lesa scorse il volto di uno dei malviventi, che a distanza di due anni ricorda ancora: «Quel volto è impresso nella mia mente». Poi risultò che il volto era presente anche nello schedario della Polizia che illustrando le foto segnaletiche al giovane venditore scoprì che l'indiziato era già stato segnalato per altre ragioni.

Dopo il danno anche la beffa. Il rappresentante, secondo la sua deposizione di martedì, si è visto costretto anche al risarcire circa 6 mila euro (valore della merce e del materiale rubato) all'azienda per cui lavorava in quel momento.

Oggi si dichiara vittima di un furto ma anche di un'iniquità professionale e chiede giustizia.

Come sempre al tribunale spetta l'ultima parola e in attesa che quel giorno arrivi, della storia riconosciamo solo la sfortuna di essersi trovato nel posto e nelle vesti sbagliate.

martedì 6 ottobre 2009

IL RUOLO DEI SINDACATI (1° parte)

Da più parti sento ripetere che il ruolo principale del Sindacato è quello di promuovere i contratti collettivi di lavoro, contratti che nel caso degli agenti e rappresentanti di commercio prendono il nome di AA.EE. CC. ( accordi economici collettivi).

Non mi sembra di aver mai letto negli atti costitutivi di alcun sindacato che lo scopo principale è quello dei contratti di lavoro, anzi, il principio, l'obiettivo, lo scopo, il fine, è quello di tutelare non solo gli iscritti, ma tutta la categoria che rappresenta. La rivedicazione dei contratti di lavoro è stata, purtroppo, una conseguenza ed una necessità tutta italiana, per colmare un vuoto legislativo. Nonostante la nostra Nazione fosse considerata la patria del diritto, “sic!!!” è sempre stata carente o deficitaria quando si tratta di difendere e tutelare il più debole o riconoscergli dei diritti.
Diceva un Giurista;
“ LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI, LA GIUSTIZIA NO.”
In fin dei conti i contratti di lavoro sono una prerogativa quasi esclusivamente Italiana, e non per questo negli altri paesi i lavoratori sono meno tutelati, anzi se andiamo a ben guardare, forse lo sono di più. Ciò che ci differenzia dagli altri paesi europei è il licenziamento. Lo statuto dei lavoratori redatto da uno dei massimi giuslavoristi Gino Giugni, è stato trasformato in legge a tutela dei lavoratori ed ha posto delle regole e delle giuste limitazioni ai facili licenziamenti. Per ciò che concerne il resto, ad esempio gli stipendi, ci accorgiamo che il lavoratore italiano è il peggio pagato, riceve una indennità di disoccupazione peggiore degli altri, e gli è quasi impossibilie trovare un secondo lavoro dopo aver perso il primo. Stessa cosa dicasi per l'agente di commercio, che negli altri paesi europei gode di indennità e diritti ben più importanti di quelli italiani. Anzi, noi dobbiamo senza alcun dubbio ringraziare la Corte di Cassazione ed la Corte Costituzionale, le quali hanno sempre identificato l'agente con lo status di “Lavoratore Parasubordinato, permettendo così di riconoscergli alcune garanzie tipiche del lavoro subordinato, tra questi e non ultimo e di vitale importanza, la possibilità di adire il tribunale del lavoro per vedersi riconoscere le provvigioni e le varie indennità; se fosse considerato autonomo a tutti gli effetti, dovrebbe adire il tribunale ordinario con tempi di gran lunga maggiori e diversi diritti.
I sindacati nel corso degli anni hanno in gran parte abbandonato quello che doveva essere lo scopo primario per arrivare anche attraverso i contratti di lavoro ad una occupazione di poltrone che danno potere solo ad alcuni uomini.
Quando i sindacati si scrolleranno di dosso la connivenza con i partiti, la connivenza con le organizzazioni delle controparti, rinunceranno alle poltrone dei consigli di amministrazione rimanendo solo nei comitati di controllo, quando rinunceranno ai vantaggi e benefit di qualche dirigente, solo allora i lavoratori e gli agenti potranno tornare ed essere difesi e tutelati nel vero significato di questi termini.

Continua. 1° PARTE

venerdì 25 settembre 2009

IL PERICOLO DELLA CONCILIAZIONE

Con l'AEC settore commercio del marzo 2009, è stato inserito il diritto della mandante a PRETENDERE la conciliazione per pagare l'indennità suppletiva di clientela.
Il rischio, non remoto, anzi certo, è che insieme alla indennità suppletiva di clientela la mandante furbescamente inserisca per l'ignaro e spesso ignorante agente, la clausola generale:” LE PARTI DICHIARANO DI NON AVER NULL'ALTRO A PRETENDEREPER IL RIPASSATO RAPPORTO DI AGENZIA” . Così facendo, anche se l'agente dovesse scoprire che la mandante non gli ha liquidato alcune provvigioni, gli ha sottaciuto consegne o altro, non può più rivendicare alcunchè, pertanto la conciliazione rappresenterebbe un vantaggio esclusivo per la sola mandante.
Questa clausola, accettata OBTORTO COLLO da tutti i sindacati, ma voluta dalla Confcommercio insieme alla FNAARC, si ritorce esclusivamente contro gli agenti commerciali.
Già prima della firma dell'accordo ebbi a denunciare questo pericolo incombente, denuncia culminata con le mie dimissioni da Vice Presidente nazionale USARCI con delega agli AA.EE.CC.
La mia perplessità è proprio sulla legalità di detta norma che impone di sottostare ad una rinuncia per ottenere ciò che rappresenta un diritto.
Un siffatto accordo potrebbe essere nullo anche per mancanza assoluta di causa.
Una transazione è un contratto dove i contendenti si accordano reciproche concessioni per dar termine ad una controversia già iniziata, o per prevenire una lite che potrebbe sorgere tra loro. Una siffatta transazione potrebbe mancare di questi requisiti in quanto mancherebbero le reciproche concessioni che rappresentano la sola causa dell'atto di transazione, macherebbe un contrasto che potesse far prevedere una futura causa, e non vi sarebbe alcun regolamento di interssi e tantomeno un diritto riconosciuto all'agente, ma esclusivamente il riconoscimento parziale di alcuni diritti.
Per concludere la transazione prevista nei termini dagli AEC rappresenta esclusivamente un danno per l'agente.

NON FIRMATE NESSUNA TRANSAZIONE SE PRIMA NON AVETE SOTTOPOSTO I CONTEGGI AD UN SINDACATO COMPETENTE E PREPARATO. PERSONALMENTE NON ANDREI A FARMI CONTROLLARE LE SPETTANZE DAL SINDACATO CHE HA VOLUTO ED IMPOSTO ANCHE AD ALTRI UNA NORMA A SCAPITO DEGLI AGENTI.

mercoledì 9 settembre 2009

UN ESEMPIO SICURAMENTE DA SCARTARE

Ma la disperazione a volte fa brutti scherzi

PRENDE BORSA A IMPRENDITRICE CHE NON LO PAGA, ARRESTATO PER RAPINA

Bologna, 8 set. - (Adnkronos) - Al culmine di una lite per il mancato pagamento di alcune provvigioni, ha spintonato la titolare dell'azienda per cui lavorava e si e' impossessato della sua borsa. Per questo un agente di commercio di 30 anni, Francesco Quinto, originario della provincia di Enna, gia' noto alle forze dell'ordine, e' stato arrestato per rapina dalla polizia di Bologna. E' stata la stessa titolare, una bolognese di 35 anni, a chiamare il 113 dopo che Quinto le aveva preso la borsa in seguito al mancato pagamento. Subito dopo pero' l'uomo e' tornato sui suoi passi e ha riconsegnato il mal tolto ma cio' non gli ha risparmiato l'arresto.

mercoledì 22 luglio 2009

SONO MERAVIGLIATO

Considerazione semiseria sulle Mandanti

E' sufficiente, molto spesso, che un agente si rivolga al proprio sindacato o al proprio legale per vedersi riconosciuti i propri crediti relativi alle indennità di fine rapporto, che immancabilmente arriva la telefonata del titolare o amministratore, per lo più di medie o piccole imprese, che con toni paternalistici, e di rimprovero esordiscono:

Giovanni, sono meravigliato nel leggere la lettera che mi hai fatto scrivere dal Sindacato/legale. Ma come, il nostro rapporto è stato così lineare, corretto, quasi fraterno, ed ora ti rivolgi al sindacato? Potevi telefonarmi e ci saremmo accordati, e poi cosa sono tutte quelle somme che mi chiedi?

Ma brutto str...zo, ti ho telefonato almeno 20 volte e ti sei sempre fatto negare, ti ho inviato almeno 10 tra fax e mail, senza ottenere alcun riscontro, ed ora che mi sono finalmente deciso a far valere i miei diritti, la metti sul paternalistico e fraterno? Tu che per 100 € che dovevi avere dai clienti rompevi i cog......ni quasi tutti i giorni e ora che devi tirar fuori soldi che non sono neanche tuoi perchè sono soldi che tu hai gestito, ma erano miei in quanto già compresi abbondandemente nel prezzo del prodotto; ora fai appello alla fratellanza al vogliamoci bene.

Ti sei forse dimenticato di quando mi hai ridotto le provvigioni accampando che non ci uscivi più con i costi, ed ho dovuto accettare obtorto collo; hai dimenticato di quando hai passato direzionale quel cliente importante che mi era costato anni per poterlo servire; non ricordi più quando hai concesso uno sconto extra al cliente tizio e sempre sul paternalistico hai dettto che su quella fornitura non potevi pagarmi le provvigioni? (queste cose l'agente le ha solo pensate ma purtroppo non gliele ha dette, siamo troppo signori.)

ORA BASTA, E' ORA CHE PAGHI FINO ALL'ULTIMO EURO COMPRESO GLI INTERESSI.

Svegliamoci colleghi.

Gianni Di Pietro

martedì 30 giugno 2009

PIGNORABILI LE PENSIONI ENASARCO

La Corte Costituzionale, con sentenza del 26 giugno 2009 n° 183/2009, ha equiparato la pensione ENASARCO a quella INPS e così a quella dei giornalisti e dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. A sollevare la questione di legittimità Costituzionale è stato il Tribunale di Treviso. La Consulta ha dichiarato l'illeggittimità costituzionale dell'art. 28 primo comma della legge 12/1973 secondo il quale i crediti degli iscritti verso l'ENASARCO non sono cedibili nè sequestrabili, nè pignorabili.

Gianni Di Pietro

giovedì 25 giugno 2009

La nostra professione è in crisi

La nostra professione è in crisi Le mandanti scaricano sugli agenti le loro incapacità.

Vado in bestia quando sento che le mandanti attribuiscono solo agli agenti di commercio le responsa­bilità del mancato raggiungimento di un budget o l'insuccesso nella vendita di un nuovo prodotto o linea di prodotti, quando è dimo­strato che l'incapacità di molta dirigenza è la principale causa dei mali delle aziende. Sento che si sta diffondendo sempre più la disistima verso la classe imprenditrice italiana e con il passare del tempo la mancata stima si sta tra­sformando in piena sfiducia da parte di moltissimi agenti di commercio che devono convivere, professionalmente, con situazioni assurde. Sento di dirigenti che continuano a sollecitare la rete di vendita con telefonate poco meno che minatorie, di fronte a risultati non in linea con le aspettative. Sento di direttori commerciali che imperversano nelle agenzie solle­citando azioni e iniziative al limite delle minacce. Ma cosa vogliono da noi agenti questi personaggi? Hanno mai fatto analisi scientifi­che e di marketing evoluto? Sanno veramente leggere il mercato e le sue mutazioni? Capiscono qualche cosa di rapporti umani? Sanno veramente chi siamo e quali ruoli l'agente di commercio ha nella filiera? Gli esempi che ho mi dicono che le aziende vogliono fare "le nozze con i fichi secchi" vogliono, cioè, ottenere il massi­mo spendendo il minimo. Con questo voglio anche attribuire le responsabilità alla nostra categoria che deve assumersi nel non sapere indicare alle mandanti quali sono le nostre attribuzioni sia contrat­tuali che operative. Le Aziende sono portate a sfruttare l'opera degli agenti chiedendo sempre di più, e concedendo sempre meno.

Sono pochi gli agenti che reagiscono di fronte a atteggiamenti di prevaricazione che si stanno diffondendo sempre più. Gli agenti di commercio devono imparare a dire NO con decisione e con pro­fessionalità. Gli agenti di com­mercio devono smetterla di pole­mizzare su situazioni marginali e secondarie ma devono essere decisi nel non accettare imposi­zioni che danneggiano l'aspetto economico e professionale dell'a­genzia. Il continuare ad accettare i comportamenti da "padrone" penalizza tutta la categoria che, in prospettiva, con la riduzione dei compensi dovrà chiudere bottega. Non desidero essere negativo ma se ci guardiamo attorno non pos­siamo non costatare che settori merceologici, una volta importanti per gli agenti di commercio sono svaniti o sono in via di estinzione. Questo è successo perché ai cam­biamenti nel mercato e di fronte alle pesanti riduzioni dei margini di contribuzione, le aziende hanno pensato alla soluzione di ridurre i compensi provvigionali agli agen­ti chiedendo agli stessi di trasfor­marsi da agenti di commercio a uomini tutto fare. La conseguenza è stata la quasi completa sparizio­ne di agenti di commercio dei settori: alimentare, elettrodomesti­ci, vini e liquori ecc. Un agente di commercio di un grossissimo gruppo multinazionale nel settore degli elettrodomestici ed elettroni­ca produce un fatturato di Smilio­ni di € ed incassa 25mila € di provvigioni all'anno.!!!! Ogni considerazione è superflua. Ci sono aziende che non dispongono di documentazione adeguata, che hanno organizzazioni aziendali rabberciate, che non curano la soddisfazione del cliente, che ignorano il post-vendita, che non hanno un servizio consegne effi­ciente e pretendono che gli agenti realizzino i budget assegnati. La cosa strabiliante è che gli agenti non si ribellano e accettano tutto questo come normale lamentando­si, forse, di qualche mancata con­segna, accettando, inoltre e tran­quillamente, forti ritardi nel paga­mento delle provvigioni. Andando avanti di questo passo vedo nel futuro di moltissimi agenti, tempi molto duri. Dobbiamo tutti e con forza fare intendere alle mandanti che gli agenti di commercio sono, a tutti gli effetti, dei professionisti/ imprenditori e come tali devono essere considerati. La mandante che si permette di sollecitare il proprio agente di commercio con fare intransigente e maleducato si permetterebbe di comportarsi nel­lo stesso modo con il proprio av­vocato o il commercialista o un qualsiasi consulente? Credo pro­prio di no. E' giunto il momento di trasmettere al mondo delle mandanti il messaggio che gli agenti di commercio non sono dei galoppini ai loro ordini ma sono dei professionisti/imprenditori coi quali si devono intrattenere rap­porti di collaborazione e non di sudditanza.

Davide Caropreso

Presidente Usarci-Sparci-Genova

martedì 9 giugno 2009

LE FACILI DISDETTE


E' ormai una consuetudine.

 Ogni qualvolta vi è un accenno di crisi economica, o solo di crisi aziendale, il numero delle disdette dei mandati aumenta vertiginosamente. Ovviamente la ditta che si trova in difficoltà cerca e crede di superare il momento contingente sostituendo la rete vendita. Avviene come nel calcio; il presidente non ha speso un euro per rinforzare la squadra, ciononostante la colpa è dell'allenatore il quale viene immediatamente messo alla porta. 

 Ma l'allenatore riceve quasi sempre tutto l'ingaggio pattuito. Ciò non avviene per gli agenti commerciali. Al primo accenno di crisi vengono disdettati. Non accade mai che l'azienda cerchi di fare una autoanalisi delle motivazioni che hanno comportato la crisi; errori amministrativi come cattivi investimenti, spese eccessive, mancato rinnovo della modellistica, mancato rinnovo degli impianti produttivi, inserimento di dirigenti impreparati, ignoranti, boriosi che hanno la sola capacità di saper vendere loro stessi, tutto ciò non rientra nell'analisi dell'industrialotto nostrano. Non vi è nulla di più facile che disdire un mandato di agenzia. Alcuni mesi di preavviso, (sempre sperando che la mandante non cerchi di disdire in tronco accreditando una grave colpa all'agente); un po' di euro di indennità ed è tutto risolto, senza tener in nessun conto se quell'agente ha una famiglia da mantenere o se si è prodigato ed ha fatto notevoli investimenti per promuovere l'azienda; è sufficiente una raccomandata da tre euro ed è tutto risolto. Vi è un solo modo per limitare questo scempio, il solo che io conosca è quello di rendere il più oneroso possibile la facile disdetta. Con il tre o quattro per cento di indennità suppletiva di clientela non otterremo mai nulla. La Suppletiva deve essere il minimo garantito, così come ha sentenziato la Corte di Cassazione. Ma se non impariamo a chiedere l'indennità di cessazione rapporto secondo il dettato della Commissione Europea, ci troveremo sempre e comunque in una situazione di precarietà. I denigratori di questo sistema giornalmente si dilettano a trovare o creare falle inesistenti. Un'ultima chicca è stata quella di ritenere che il diritto all'indennità di cessazione viene meno se “l'agente continua a soddisfare le esigenze degli stessi clienti per gli stessi prodotti, ma per un diverso preponente”. Secondo taluni,quindi, se un agente rappresenta i frigoriferi REX, e dovesse passare all' ARISTON, non può pretendere alcuna indennità dalla REX, perchè continua a fornire frigoriferi allo stesso cliente. NULLA DI PIU' FALSO. Se così fosse, in Germania ed in Francia, patrie dell'indennità, nessun agente percepirebbe il risarcimento e, tanto meno i tribunali tedeschi, quelli francesi, e la Corte Europea hanno mai sentenziato in tal senso. Ciò potrebbe accadere solo nel caso di un agente di una azienda che commercializza ad esempio televisori SONY. Se detto agente dovesse, dopo la disdetta, passare a rappresentare o direttamente o tramite altra azienda commerciale, gli stessi televisori SONY, in questo caso il diritto all'indennità potrebbe venir meno. Voglio portare un caso, occorsomi in questi giorni, a modello della Indennità di Cessazione secondo l'art 1751 cc , per avvalorare la bontà e la convenienza dei conteggi suggeriti dalla Commissione Europea. Un agente plurimandatario di una mandante multinazionale, è stato disdettato in tronco dopo 6 anni di rapporto. Oltre all'indennità di mancato preavviso la mandante ha conteggiato l'indennità suppletiva di clientela ammontante a circa 4.500,00 euro. L'agente aveva iniziato il rapporto con un fatturato fornito dalla mandante di circa 200.000, 00 euro e con 20.000,0 euro di provvigioni e 32 clienti attivi. Dopo sei anni , dove il fatturato ha avuto alti e bassi, il rapporto si chiude con un fatturato 2008 di circa 180.000,00 euro, 20.000, 00 euro in meno di quello iniziale e con un numero di clienti attivi ridotti a 27 di cui 16 nuovi apportati dall'agente. Secondo il dettato della commissione europea, solo su questi nuovi clienti si calcola l'indennità. Effettuati analiticamente i conteggi , risulta che l'agente avrebbe diritto ad una indennità di 31.600,00 euro che successivamente viene ridotto a 19.000,00, importo che costituisce appunto un anno di provvigioni sulla media degli ultimi cinque (massimo liquidabile). NON C'E' CHE DIRE, UNA BELLA DIFFERENZA DA 4.500,00 A 19.000,00 € Con queste indennità sicuramente le facili disdette subiranno una drastica riduzione. Purtroppo sono molto spesso gli agenti che accettano supinamente e senza informarsi, la somma che viene loro offerta dalle mandanti. Gianni Di Pietro

giovedì 23 aprile 2009

FINE RAPPORTO, QUALE INDENNITA’

La Corte di Giustizia EUROPEA è tornata ancora una volta sulle indennità di fine rapporto per gli AGENTI E RAPPRESENTANTI COMMERCIALI.

Per i refrattari, per quelli che non vogliono capire, o peggio fanno finta, come le nostre mandanti , come la FNAARC, la FIARC, la CONFCOMMERCIO, LA CONFESERCENTI,LA CONFINDUSTRIA, LA CONFARTIGIANATO ed altri, è arrivata una ulteriore pronuncia che senza mezzi termini ribadisce alcuni principi già enunciati nelle altre precedenti sentenze , ma rimaste pressoché inascoltate.

In parole povere la sentenza della Corte Europea afferma:

1)Un anno di provvigioni non è il limite da cui partire per poi ridurre l'indennità ma il più delle volte è il minimo del massimo liquidabile. L'importo dell'indennità è soggetto al massimale di un anno di provvigioni sulla media degli ultimi cinque e detto limite opera esclusivamente in caso di eccedenza dell'importo risultante dalle diverse fasi di calcolo.(19)

2)Non è vero che se non si sono procurati nuovi clienti non si ha diritto all'indennità,. In questo caso l'indennità massima annua viene ridotta secondo equità tenendo conto delle provvigioni che l'agente perde.(20)

3) E' vero che ogni nazione può attuare diversi sistemi per il calcolo dell'indennità, ma questi non possono essere usati a detrimento dell'agente e devono rispettare il dettato dell'art 17 della direttiva.( 23)

4)Se un paese non ha un sistema di calcolo adeguato si deve far riferimento a quello della Commissione Europea e con i fattori in essa riportati che mirano alla esatta interpretazione dell'art 17 (22)
(L’ITALIA NON HA ATTUATO ALCUN SISTEMA DI CALCOLO)

5)Non può uno stato membro attuare un sistema di calcolo che sia potenzialmente peggiorativo di quanto suggerito dalla Commissione stessa, verrebbe meno lo scopo della direttiva che tende ad armonizzare le normative degli stati membri, le quali non possono derogare a svantaggio dell'agente commerciale.

Dalla sentenza emerge una dato inconfutabile:

Qualunque accordo o procedura della giurisprudenza che esca dai binari tracciati dalla Corte di Giustizia o che superino i limiti da essa definiti inderogabili, sono passibili di censura.

Come ha ripetuto più volte la Suprema Corte di Cassazione,:
Quanto previsto dagli AA.EE.CC. RAPPRESENTA IL MINIMO che l’agente può ottenere.

Gianni Di Pietro

martedì 14 aprile 2009

LE ESPERIENZE DI UN COLLEGA

Carissimi Colleghi
mi rivolgo a Tutti Voi, Agenti o Rappresentanti che siate, con questa lettera aperta. Da tempo mi sono ripromesso più volte di scriverVi ma il tempo a disposizione scarseggia sempre.

Chi Vi scrive è stato dipendente di una grande Azienda Commerciale nel primo decennio della propria vita professionale.
Tale rapporto si interruppe inaspettatamente a causa della opinabile decisione di smembrare quella solida realtà da parte della nuova Proprietà subentrata al Fondatore.
Tutto ciò per il solo scopo di effettuare una maxi operazione finanziaria <> giocando sulla ... pelle di l0mila capofamiglia che avevano contribuito con il loro impegno ad ottenere risultati eccezionali nel breve arco di un ventennio o poco più.

Il mio inserimento nel comparto commerciale è nato in tale realtà e contesto così come la scelta successiva, quasi obbligata dagli eventi, di trasferire quella esperienza di lavoro nella professione di agente - rappresentante.

Era evidente già da allora che le Aziende per investire meno ma soprattutto per aumentare i loro profitti avrebbero provveduto ad altri interventi analoghi definendoli ristrutturazioni commerciali.
Credo sia evidente a tutti che dal 1970/ 80 in poi le Proprietà hanno così agito e non ditemi che ciò non ha creato una prima forma di precarizzazione del lavoro e del vivere.

Rilevo infatti che in questi ultimi anni i rapporti con le Mandanti sono ulteriormente peggiorati.

In passato una cultura morale concreta ( rispetto a quella inesistente d’oggi ) faceva sì che il rapporto di collaborazione implicasse anche i valori umani che legavano il Proprietario all’ Agente e viceversa...

Oggi i valori sono “aria fritta “ in ogni contesto, fìguriamoci in questo.

In caso di cessazione di un rapporto d’agenzia conta solo il Contratto ed il suo contenuto.
Anzi e più precisamente conta solamente se qualcuno, Sindacato prima e Legale poi, lo sanno far valere ed applicare dalla Magistratura competente altrimenti le Proprietà fanno a gara per disconoscerlo o quantomeno non lo applicano compiutamente.

In quasi trenta anni di attività ho provato sulla mia pelle ciò che riporto.

Vi offro un consiglio da amico “In questo mondo di furbetti (eufemismo educato ) fatevi furbi!
Difendete quei ( pochi ) diritti che tutelano la categoria”.
IscriveteVi e divulgate I’ USARCI - LARAC, Sindacato apartitico che ha a cuore i nostri interessi perchè costituito e gestito da Colleghi che hanno fatto del volontariato sindacale gratuito un loro scopo di vita .
Dobbiamo innanzitutto imparare a non considerare un collega anche del nostro stesso settore un concorrente ma semplicemente un collega.

Spero di incontrarVi sempre più numerosi presso la Sede in Pescara, disposto anche a raccontarVi con maggiore dovizia di particolari le “esperienze disgustose” che mi hanno indotto a sollecitare un Vostro maggiore impegno nel sociale che ci riguarda molto da vicino.

Saluti a tutti, cordialmente
Roberto Busanelli

sabato 4 aprile 2009

IL SINDACATO USARCI SI FA PROMOTORE DI INTERVENTI ANTICRISI PER GLI AGENTI

La grave situazione congiunturale che ha colpito tutte le categorie di lavoratori sia in Italia che all'estero ha coinvolto in maniera ancora più grave la categoria degli agenti commerciali, categoria che a differenza di altri lavoratori non gode di ammortizzatori sociali o altre forme di tutela.

L'USARCI si è mossa per prima, coinvolgendo anche le altre sigle sindacali oltre che quelle datoriali, al fine di sensibilizzare l'ENASARCO ed il Governo, con l'intento di far approvare uno stanziamento economico quale primo intervento finalizzato ad affrontare la gravità della situazione.

FINALMENTE QUALCOSA VERAMENTE A FAVORE DEGLI AGENTI. Un plauso ai promotori dell'iniziativa.

Gianni Di Pietro

domenica 29 marzo 2009

EPIFANI, BONANNI, ANGELETTI, POLLASTRINI

In questi giorni vediamo un fiorire in molte province italiane di assemblee organizzate principalmente da FNNARC Confcommercio e FIARC Confesercenti, per illustrare i grandi vantaggi del nuovo AEC settore commercio. A Modena a Viterbo, ad Ascoli a ROMA, la FIARC e la Fnaarc illustrano l'AEC con enfasi.

“Il nuovo Accordo per il settore commercio rappresenta un grande successo
sindacale per la nostra categoria in una fase di forte crisi perché da’ più stabilità alla categoria garantendo diritti normativi certi su alcuni istituti tipici del mandato di agenzia e prospettive economiche di sicuro interesse”.


Ma in cosa consiste il grande successo sindacale che questi signori vogliono illustrare?
Forse il fatto di aver concesso alle mandanti di ridurre la zona e le provvigioni a loro piacimento è una conquista? L'aver accettato l'obbligo della conciliazione per vedersi pagata l'Indennità Suppletiva di Clientela, che prima veniva pagata senza alcuna prassi particolare anche questa è una conquista sindacale?
Certo, è una conquista, ma da parte dei sindacati delle ditte mandanti .
L'unica vera conquista l'ha fatta la Confcommercio, la nostra controparte , ma del resto Fiarc e Fnaarc sono emanazioni della controparte.

Se Epifani, segretario generale della CGIL o Bonanni segretario della CISL, Angeletti della UIL, la POLVERINI della UGL, in una assemblea di operai , comunicasse loro con entusiasmo di aver accettato un contratto di lavoro che prevede la riduzione del salario, i due segretari dovrebbero recarsi a queste assemblee scortati da un reggimento di poliziotti , altrimenti difficilmente uscirebbero incolumi dalla sala.
Eppure questi signori che non farebbero mai una cosa del genere, hanno firmato l'AEC a danno degli agenti di commercio.

E mentre questi segretari passerebbero un brutto quarto d'ora; nelle assemblee degli agenti, dopo una entusiastica comunicazione sulla riduzione delle provvigioni, noi , agenti di commercio, abbiamo anche il coraggio di applaudire.
No, non credo che questa categoria possa essere costituita solo da imbecilli, ci sarà qualcuno che avrà il coraggio di dir loro di non voler essere preso per i.... fondelli.

Gianni Di Pietro

domenica 22 marzo 2009

VARIAZIONE DI ZONA, art. 2 AEC

Postato da Francesco il 20/03/09

Risiedo ad Ascoli, sono un agente del settore cosmetico, ho ricevuto da una mia mandante la lettera di disdetta in tronco per inadempimento contrattuale , così è scritto, e non mi vuole riconoscere l'indennità perchè non ho raggiunto il badget assegnato.
Ho iniziato a lavorare con la ditta …...... di cosmetici, come agente plurimandatario nel 2001, per la regione Marche, il fatturato che la ditta aveva nella zona era di circa 80 mila euro.
Tutto è andato bene per i primi anni.
Il primo anno ho fatturato 150 mila euro, il secondo 230 mila circa , ed il terzo 290 mila. Nel quarto anno la mia ditta mi ha comunicato che il cliente x, un grossista con un fatturato di 40 mila euro circa, passava cliente direzionale perchè l'art 2 dell' AEC 2002 , come dice la ditta, lo prevede a suo piacimento.
Anche se la cosa non mi va giù, cerco di protestare, ma senza successo, continuo a lavorare ed il quinto anno chiudo il fatturato a 320 mila euro.
Altra tegola, questa volta l'azienda mi riduce le provvigioni di 2 punti, portandole dal 12% al 10%, sempre perchè l'art 2 lo prevedeva.
Il sesto anno dietro un fatturato di 350 mila euro, ed un badget assegnato di 400 mila euro, la mandante mi toglie altri due clienti che fatturavano complessivamente 55 mila euro. La conseguenza è che non riesco a raggiungere il budget che mi era stato assegnato.
La conclusione è quello che ho scritto all'inizio, licenziamento in tronco.

E' giusto che la ditta può fare tutto ciò? Ridurre la zona, togliere i clienti, imporre il fatturato, ed il rappresentante deve solo accettare tutte queste imposizioni? Allora a cosa serve il contratto ? Noi dobbiamo solo subire, è possibile che nessuno ci tutela?

Francescomico@yahoo.it

sabato 14 marzo 2009

Conciliazione Sindacale ed Indennità Suppletiva di Clientela

Con il nuovo Accordo Economico Collettivo, settore Commercio, per vedersi liquidare l'indennità suppletiva di clientela, occorre firmare una liberatoria in sede di conciliazione sindacale.
Firmata detta liberatoria non sarà più possibile rivendicare altre somme alla ditta mandante.
In questo modo, le nostre aziende si saranno assicurate l'impunità e l'illecito arricchimento a spese degli agenti di commercio.
Se, successivamente alla firma della conciliazione si dovesse scoprire, come spessissimo avviene, che la nostra mandante ha effettuato, a nostra insaputa, forniture a clienti della nostra zona, non potremo più richiedere le differenze provvigionali.

Pensare che le norme avevano previsto per la richiesta di provvigioni, 5 anni di prescrizione , mentre per il pagamento delle indennità la prescrizione saliva a 10 anni.
Ora, con un colpo di spugna, hanno cancellato tutto ciò subordinando un diritto a percepire l'indennità, alla rinuncia tombale e ciò grazie alla approvazione da parte dei sindacati.
La cosa migliore da fare è quella di non firmare alcuna conciliazione, occorre recarsi non da uno , ma da più sindacati di categoria per valutare l'opportunità e la convenienza della conciliazione.
Occorre ricordare che le indennità che si potrebbero richiedere alla cessazione sono tante.
Alcuni esempi:

1) INDENNITA' SUPPLETIVA DI CLIENTELA,
2) FIRR NON VERSATO ALL'ENASARCO
3) INDENNITA' MANCATO PREAVVISO
4) INDENNITA' PER PATTO DI NON CONCORRENZA
5) INDENNITA' MERITOCRATICA
6) INDENNITA' MANEGGIO DENARO
7) RISARCIMENTO DANNI
8) DIFFERENZE PROVVIGIONALI su consegne parziali
9) DIFFERENZE PROVVIGIONALI su ordini diretti
10) DIFFERENZE PROVVIGIONALI su riduzioni di provigioni
11) ADDEBITI DI CAMPIONARI
12) MANCATI VERSAMENTI CONTRIBUTIVI
13)RIMBORSI SPESE PER RIUNIONI
14)PROVVIGIONI SU ORDINI FATTI E NON CONSEGNATI
ED ALTRO ANCORA
Tra le somme offerte dalle mandanti, e quelle che si possono richiedere vi è molto spesso una differenza di diverse decine di migliaia di EURO .

Con l'invito a non firmare la conciliazione sindacale su richiesta delle mandanti,non intendo dire di rinunciare ai propri dirritti, ma voglio invitare gli agenti a recarsi presso non uno , ma più sindacati al fine di avere certezze sulle proprie spettanze e quindi valutare l'opportunità di una eventuale vertenza(temuta dalle mandanti).

Un accordo firmato esclusivamente tra le parti può essere impugnato solo se si tratta di agente persona fisica (AGENTE CHE LAVORA SOLO) se invece si tratta di persona giuridica (agenzia in società) l'eventuale accordo tra le parti non può essere impugnato.

FATTI FURBO, NON FIRMARE
Ed informa di tutto ciò anche i tuoi colleghi.

Gianni Di Pietro

lunedì 2 marzo 2009

A.E.C. TE LO DICO IO COME SONO ANDATE LE TRATTATIVE !!!

Postato da Roberto il 28/02/09

Purtroppo non sono affatto soddisfatto e men che meno entusiasta di come si è chiuso l'Accordo; ora aspetto di
vedere quello relativo all' Industria che mi riguarderà direttamente, ma temo che sarà la DOLOROSA replica di
quello relativo al Commercio. Spero solo che non debba essere peggiorativo.
Tuttavia basandomi sui commenti e sulle lettere fin'ora esaminate posso permettermi solo una citazione: UBI
MAIOR MINOR CESSAT! Dove il Minor è senza ombra di dubbio la categoria degli Agenti!
Ovvero: UN'ALTRA BATTAGLIA PERDUTA ASSAI MALAMENTE!
Ho ben compreso come noi Agenti siamo dei VASI DI COCCIO e che i nostri sindacati si battono con armi del
tutto impari. Ma una tale Caporetto non la si doveva far apparire per vittoria a noi colleghi.
Non è nemmeno una vittoria di Pirro!
Avrò piacere di ribattere punto su punto agli entusiasmi dei firmatari e/o dei loro sostenitori ma per farlo chiederei
un grande favore a coloro che fecero pressioni sullo straordinario Claudio Pileri affinché il mio precedente
commento titolato WE HAVE A DREAM venisse "OSCURATO".
Si astengano dal fare altre simili pressioni! Sono azioni penose ed indegne di un sindacato democratico.
Ora, cari colleghi, volete qualche perla?
Molto in breve dirò che il famigerato Art. 2 è rimasto come Spada di Damocle; e quella che è presentata come
una conquista è invece una mazzata in quanto esso esce rafforzato in quanto riconfermato e del tutto
discrezionale a favore delle mandanti! Infatti non esiste l’importantissima precisazione che DOVEVA ESSERCI
per cui “…Le variazioni potranno essere effettuate SOLO con il consenso delle parti…”.
Inoltre, quella che è stata presentata come una conquista per i monomandatari altro non è che una
penalizzazione per i plurimandatari.
E’ un’ atto di arroganza da parte delle mandanti per punire coloro che “si permettono” di non accettare il
camuffamento di un rapporto di subordinazione con un mandato di agenzia.
Lo sanno tutti che se un agente cerca un secondo mandato, ed anche un terzo, è quasi sempre perché con il
primo non ce la farebbe a campare e mantenere la famiglia.
Ed allora lo vogliamo punire per questo atto di “dovuta libertà” ? SEMPLICEMENTE ASSURDO!!
E’ da legulei anche la cervellotica strada che si è inventata per interpretare all’italiana il dettato europeo in
materia di Indennità. Qui abbiamo voluto replicare quanto già commesso da un ministro di un precedente
governo il quale poi definì la sua stessa legge: “ Una porcata!”
Innanzitutto abbiamo accettato che l’Agente, per vedersi riconosciuto il suo sacrosanto diritto alle INDENNITA’,
debba SUBORDINARE tale diritto ad una firma in sede di conciliazione!
E si ha anche la sfrontatezza di precisare che: “…le presenti disposizioni in materia di trattamento di cessazione
del rapporto di agenzia sono applicative della Direttiva CEE 86/653 e dell'art. 1751 c.c., ne rispettano la lettera e
lo spirito …!!!”.- INCREDIBILE!
Ed ecco l’apoteosi: l’Art, 12 BIS, poiché non bastava il 12 semplice di cui parlerò più avanti!
Per determinare il valore dell’incremento fatturato determinato dall’opera dell’agente si dovrebbe prendere come
punto di partenza il fatturato dell’azienda al momento del conferimento del mandato all’agente. NOSSIGNORI!
Troppo semplice ED ONESTO!
Prendendo in esame il caso di un agente che abbia operato per oltre 10 anni il VALORE INIZIALE VIENE
CALCOLATO IN BASE ALLA MEDIA ANNUALE DEL VOLUME DEL FATTURATO DEI PRIMI 20 TRIMESTRI (
ci si vergognava a scrivere DEI PRIMI 5 ANNI !!!).
QUESTA E’ FOLLIA PURA! Il valore iniziale deve essere esattamente e solamente quello esistente all’inizio del
rapporto. E’ evidente anche per un bimbo che nei primi anni l’agente opera con tutta la sua energia e quindi nei
primi 5 anni avrà operato il massimo del suo sforzo (altrimenti lo avrebbero cacciato).
Così come prevede l’Accordo, l’Agente avrà REGALATO tutti i suoi sforzi, poiché conteranno COME VALORE
INIZIALE i risultati da lui apportati nei primi 5 anni!
MA COME SI E’ POTUTA FIRMARE TALE PERVERSIONE?
MA NON BASTA!
Tornando al Capo III dell’articolo 12 scopriamo che nel calcolo della percentuale di incremento del fatturato
NESSUNO HA PENSATO DI TENERE IN CONTO LE EVENTUALI RIDUZIONI OPERATE DALLE MANDANTI
AVVALENDOSI DELL’ARTICOLO 2.-
Ed allora cari colleghi, io temo che chiunque si sentirebbe autorizzato a chiedersi: “Ma come controparte della
Confcommercio alla firma degli AEC, c’erano rappresentanti sindacali oppure dei valenti notai?”.
Perché credo che molti potrebbero essere autorizzati a pensare che IL SINDACALISTA SIA TUTT’ALTRA
COSA!
Volete infine che, a tal proposito, parliamo degli ENTI BILATERALI?
Forse già tutti voi vi siete fatti un’idea in merito; e non del tutto entusiastica.
BUON LAVORO COLLEGHI; BOIA CHI MOLLA

Superetendard- VENEZIA