giovedì 25 giugno 2009

La nostra professione è in crisi

La nostra professione è in crisi Le mandanti scaricano sugli agenti le loro incapacità.

Vado in bestia quando sento che le mandanti attribuiscono solo agli agenti di commercio le responsa­bilità del mancato raggiungimento di un budget o l'insuccesso nella vendita di un nuovo prodotto o linea di prodotti, quando è dimo­strato che l'incapacità di molta dirigenza è la principale causa dei mali delle aziende. Sento che si sta diffondendo sempre più la disistima verso la classe imprenditrice italiana e con il passare del tempo la mancata stima si sta tra­sformando in piena sfiducia da parte di moltissimi agenti di commercio che devono convivere, professionalmente, con situazioni assurde. Sento di dirigenti che continuano a sollecitare la rete di vendita con telefonate poco meno che minatorie, di fronte a risultati non in linea con le aspettative. Sento di direttori commerciali che imperversano nelle agenzie solle­citando azioni e iniziative al limite delle minacce. Ma cosa vogliono da noi agenti questi personaggi? Hanno mai fatto analisi scientifi­che e di marketing evoluto? Sanno veramente leggere il mercato e le sue mutazioni? Capiscono qualche cosa di rapporti umani? Sanno veramente chi siamo e quali ruoli l'agente di commercio ha nella filiera? Gli esempi che ho mi dicono che le aziende vogliono fare "le nozze con i fichi secchi" vogliono, cioè, ottenere il massi­mo spendendo il minimo. Con questo voglio anche attribuire le responsabilità alla nostra categoria che deve assumersi nel non sapere indicare alle mandanti quali sono le nostre attribuzioni sia contrat­tuali che operative. Le Aziende sono portate a sfruttare l'opera degli agenti chiedendo sempre di più, e concedendo sempre meno.

Sono pochi gli agenti che reagiscono di fronte a atteggiamenti di prevaricazione che si stanno diffondendo sempre più. Gli agenti di commercio devono imparare a dire NO con decisione e con pro­fessionalità. Gli agenti di com­mercio devono smetterla di pole­mizzare su situazioni marginali e secondarie ma devono essere decisi nel non accettare imposi­zioni che danneggiano l'aspetto economico e professionale dell'a­genzia. Il continuare ad accettare i comportamenti da "padrone" penalizza tutta la categoria che, in prospettiva, con la riduzione dei compensi dovrà chiudere bottega. Non desidero essere negativo ma se ci guardiamo attorno non pos­siamo non costatare che settori merceologici, una volta importanti per gli agenti di commercio sono svaniti o sono in via di estinzione. Questo è successo perché ai cam­biamenti nel mercato e di fronte alle pesanti riduzioni dei margini di contribuzione, le aziende hanno pensato alla soluzione di ridurre i compensi provvigionali agli agen­ti chiedendo agli stessi di trasfor­marsi da agenti di commercio a uomini tutto fare. La conseguenza è stata la quasi completa sparizio­ne di agenti di commercio dei settori: alimentare, elettrodomesti­ci, vini e liquori ecc. Un agente di commercio di un grossissimo gruppo multinazionale nel settore degli elettrodomestici ed elettroni­ca produce un fatturato di Smilio­ni di € ed incassa 25mila € di provvigioni all'anno.!!!! Ogni considerazione è superflua. Ci sono aziende che non dispongono di documentazione adeguata, che hanno organizzazioni aziendali rabberciate, che non curano la soddisfazione del cliente, che ignorano il post-vendita, che non hanno un servizio consegne effi­ciente e pretendono che gli agenti realizzino i budget assegnati. La cosa strabiliante è che gli agenti non si ribellano e accettano tutto questo come normale lamentando­si, forse, di qualche mancata con­segna, accettando, inoltre e tran­quillamente, forti ritardi nel paga­mento delle provvigioni. Andando avanti di questo passo vedo nel futuro di moltissimi agenti, tempi molto duri. Dobbiamo tutti e con forza fare intendere alle mandanti che gli agenti di commercio sono, a tutti gli effetti, dei professionisti/ imprenditori e come tali devono essere considerati. La mandante che si permette di sollecitare il proprio agente di commercio con fare intransigente e maleducato si permetterebbe di comportarsi nel­lo stesso modo con il proprio av­vocato o il commercialista o un qualsiasi consulente? Credo pro­prio di no. E' giunto il momento di trasmettere al mondo delle mandanti il messaggio che gli agenti di commercio non sono dei galoppini ai loro ordini ma sono dei professionisti/imprenditori coi quali si devono intrattenere rap­porti di collaborazione e non di sudditanza.

Davide Caropreso

Presidente Usarci-Sparci-Genova

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Presidente correttissimo il Suo intervento, ma credo che il problema sia come sempre in chi decide e cioè agenti che accettano dei mandati che dovrebbero essere rifutati a priori.
Purtroppo ciascuno è e rimane schiavo di ciò che desidera.

Giovanni Di Pietro ha detto...

E' vero che gli agenti accettano e firmano senza neanche leggere.
E' troppo facile dire: non accettare; nella maggioranza dei casi la paura di perdere quell'unico mandato o il mandato più importante, fa accettare qualsiasi imposizione.

Gianni Di Pietro ha detto...

Le nostre mandanti, i direttori, i capi area, conoscono benissimo quali sono e dove sono le responsabilità. Ma come sempre è più comodo addossare le colpe agli altri. In fin dei conti disdire un contratto di agenzia costa pohi soldi.
Altra cosa sarebbe se la disdetta fosse veramente onerosa per le mandanti, così come avviene in altri Paesi dove, per uno due anni di durata del rapporto devono liquidare uno due anni di provvigioni. Vedremo come diminuirebbero le facili disdette.

Anonimo ha detto...

Il problema stà nella nostra indole, e mi piego: purtroppo noi siamo una categria completamente disunita,sfasciata, e per queest non faremo mai e dico ma paura a nessuno. L'unico modo per poter fari temere e unirci, evitando polemiche su cdadell'enasarco e altre minchiate. Mi ritengo un rivoluzionario e pr quello he riesco a fare nella zona d mia competenza , dove posso , impogo le mie regole. Sta di fatto che ache nellaa Region molti miei colleghi sono costretti a vendere l'autovettura. Allo io dico: Ci saà mai l possibilià di riunire la nostra categoria sotto un unica bandiera???? penso che sia utopia. Ai posteri l'ardua sentenza. Sandro Pomante Pescara

claudio.pileri0 ha detto...

Antonio filosofando: "Ciascuno è e rimane schiavo di ciò che desidera". Intanto noi cerchiamo d'inculcare certi principi, supportati da leggi.
Gianni ha ragione quando afferma che dare una disdetta in Italia costa poco, ma perche le direttive europee sono state applicare in parte e come faceva comodo alle mandanti. Quindi prendiamocela alche con certi governi passati e presenti.
Caro Antonio, non ci conosciamo. Permettimi di dirti che si può, ansi in democrazia si può crescere, quando comanda uno solo no. Preferisco più testate; insomma preferisco il dibattito. Solo che la categoria deve essere più consapevole; qui sta il problema.
Claudio Pileri di Usarcicentro.it

carozza ha detto...

Intendo fare un complimento a Gianni Di Pietro per la pazienza, la perseveranza di invitare a comunicare tra di noi, ma in effetti abbiamo difficoltà a fare anche questo, proprio per uno stato ansioso del proprio ambiente di lavoro che desta preoccupazioni, e non lascia il tempo per scrivere qualcosa di bello e importante o neanche si sa cosa scrivere, tra le tante cose.

Io ho sempre visto l'Agente di commercio un soggetto:liberal, opinionista, solitario, parte da solo rientra da solo e proprio questa singola solitudine non ha creato una forte aggregazione tipo (CGIL - UIL - CISL) ovvero una forte organizzazione di massa con potente potere contrattuale ecc. ecc.

Certo che l'Agente dovrebbe cominciare a dare poca confidenza alle mandanti per non essere trattato o considerato un aiutante magazziniere, dovuto al fatto di elargire troppa disponibilità ecc. ecc. tenere le distanze professionali come l'avvocato, il commercalista della stessa azienda

Infine suggerisco a giovanni e anziani di individuare e accettare quelle aziende che hanno un minimo di organizzazione amministrativa-comerciale, ma in particolare un,etica sociale dai rispetti umani.

Antonio CAROZZA, Campobasso

Anonimo ha detto...

Interessante dibattito! Appartengo a quella categoria di "commerciali" spesso molto ambita, ma non per questo meno colpita dalla cosiddetta "crisi"! Sono un commerciale del settore farmaceutico che ha assistito nel corso degli ultimi 3-4 anni ad una vera e propria mattanza del settore. Mattanza resa silente dalla complicità dei mass media che ha fatto facile breccia in una categoria fortemente disunita. Sapete quanti sono stati negli ultimi due anni gli Informatori Farmaceutici ed Agenti Farmaceutici mandati a casa dalle aziende ? No ? Leggete qui http://www.bloglavoro.com/2010/08/12/interrogazione-parlamentare-per-altri-7000-informatori-medici-a-rischio.htm Si! Parliamo di oltre 15.000 lavoratori. Avete capito bene, l'equivalente di "3 Alitalia". Qualcuno ne ha parlato in TV o sui giornali ? Qualcuno sa che lo stipendio medio di un ISF di media-lunga esperienza, nella maggior parte dei casi non supera i 1.800 euro e spesso si colloca sui 1.300 euro mensili! No!Ma dai, non ditemi che non lo sapevate! Il fatturato dei colossi del farmaco è spesso imponente, ma solo una piccola parte ricade sugli "ingranaggi". Il resto va nelle tasche di chi tira le redini! E scusate lo sfogo, ma credo che la generazione dei 60-70 enni abbia letteralmente "distrutto" la redditività della cosiddetta classe media, categoria alla quale, dovremmo o potremmo tutti appartenere! Non si lamentassero se poi tanti giovani fuggono all'estero!

Giovanni Di Pietro ha detto...

Condivido il tuo sfogo e la tua amarezza. E' vero, i giornali non ne parlano, le tv nemmeno, ma ormai i media non parlano più di nulla, non ci fanno vedere neanche le manifestazioni dei sindacati più grandi, fatta eccezione di quando ci sono disordini, il disordine rafforza sempre chi comanda.
Comunque una parte di responsabilità è da atrribuire anche agli agenti. Quanti di questi 15.000 erano iscritti ad associazioni di categoria? provo a fare un numero, 150 ? . Quanti si sono rivolti al sindacato per vedersi riconosciute le indennità ? 20, 30? Si sono accontentati tutti di quanto offre la mandante. Finquando ragioneremo così, egoisticamente, individualmente, con superficialità e pressapochismo, salvo poi lamentarsi quando arrivano le disdette " a noi non ci tutela nessuno " , fin quando si ragionerà in questi termini , non faremo molta strada.

Buon natale a tutti