martedì 12 giugno 2018

NO ALL'ESCLUSIVA UNILATERALE

Cos'è l'esclusiva unilaterale.



L'esclusiva è quella clausola contrattuale che vieta di trattare prodotti in concorrenza o di inserire più agenti nella stesa zona.
" Il preponente non può valersi contemporaneamente di più agenti nella stessa zona e per lo stesso ramo di attività, né l'agente può assumere l'incarico di trattare nella stessa zona e per lo stesso ramo gli affari di più imprese  in concorrenza tra loro ."                                c.c. all'art. 1743.

In parole povere vuol dire che la mandante non può inserire un altro agente nella stessa zona o fascia di clientela dell'agente, e nel contempo l'agente non può trattare prodotti in concorrenza con quelli della mandante, nella stessa zona o ramo di clientela. 
Quindi, il diritto dovere di esclusiva essendo previsto per legge,  trova la sua applicazione  anche se il contratto non riporta espressamente tale clausola.

Purtroppo, i soliti cavilli giuridici, hanno allargato le maglie di questa norma a solo vantaggio delle mandanti. 

Pertanto, questa norma chiarissima è stata interpretata come  non imperativa, ritenendola  un elemento non essenziale ma naturale del contratto di agenzia e quindi sottoposta a variazione per accordo tra le parti; siamo il paese del "severamente vietato" come se il termine vietato significasse, "potresti farlo" e quindi occorrere il rafforzativo , severamente per poter proibire che il fatto accada,
E' ovvio che chi è più forte approfitta del proprio status, (abuso di potere dominante), così accade che le mandanti pretendono l'esclusiva dall'agente, mentre lei resta libera di inserire nella zona tutti gli agenti che vuole.  
Ciò oltre a rappresentare un vero e proprio sopruso, diviene ancora più grave nel caso l'agente fosse vincolato al rapporto da monomandatario. 
L'Usarci si batte affinchè il diritto di esclusiva sia obbligatoriamente un diritto bilaterale,  se la mandante non concede l'esclusiva di zona o clientela, l'agente deve essere  libero di rappresentare tutte le aziende in concorrenza che vuole, anche in caso di divieto previsto contrattualemnte.
         La reciprocità deve essere la norma, non l'eccezione

                                   Firma la Petizione


https://www.change.org/p/sviluppo-economico-lavoro-e-politiche-sociali-no-all-esclusiva-unilaterale?recruiter=552405371&utm_campaign=signature_receipt&utm_medium=facebook&utm_source=share_petition

Giovanni Di Pietro 

martedì 22 maggio 2018

F. I .S. Fondo Indennitario Straordinario per gli Agenti di Commercio

                                 Ormai tutti gli ordini e le professioni parlano di tutele per la Categoria
    
 Mi auguro che gli agenti di commercio escano da quel torpore, da quel disinteressamento per il mondo sociale e diventino più partecipativi alle vicente che li coinvolgono.
 
Nel corso degli ultimi anni, si stanno rafforzando le tutele ed i servizi offerti ai professionisti iscritti alle Casse ed Enti di previdenza.
I Professionisti (avvocati, medici, commerialisti, notai, ingegneri) o meglio le rispettive Casse si stanno attivando per offrire ai propri iscritti un ventaglio di prestazioni assistenziali già molto ampio (e comunque in costante espansione).
Ciascuna Cassa, anche sulla base delle effettive esigenze dei propri iscritti, ha predisposto:
- prestazioni e convenzioni finalizzate a integrare il reddito di chi esercita - o ha esercitato - la libera professione e della sua famiglia, sia a sostegno della normale vita quotidiana sia in caso di imprevisti o particolari condizioni di difficoltà;
- misure finalizzate a sostenere l’attività professionale, come ad esempio corsi di formazione o di aggiornamento o altre misure di assistenza al lavoro e alla professione (borse di studio, corsi di specializzazione, convenzioni per l'assistenza fiscale, agevolazioni per l'acquisto di strumentazione professionale, convenzioni per ristrutturazioni di studi;
- misure dirette a soddisfare i bisogni strettamente correlati al nucleo familiare del libero professionista, come nel caso dell'indennità di maternità o di eventuali contributi per il sostegno delle spese correlate ad asili nido e baby-sitter;
prestazioni dirette a sostenere le esigenze sanitarie legate allo stato di salute dell'iscritto o dei suoi familiari, ad esempio attraverso polizze sanitarie gratuite o convenzionate o mediante convenzioni nel caso in cui si renda necessario usufruire di assistenza domiciliare o di strutture specializzate; 
- misure finalizzate a offrire al libero professionista e/o al suo nucleo familiare agevolazioni per attività non strettamente legate all’esercizio della professione (ad esempio, acquisto di particolari beni o possibilità di godere di tariffe agevolate presso particolari strutture ricettive).
I Notai, ad esempio, da sempre godono di un assegno che consiste in un intervento diretto ad integrare gli onorari del Notaio fino alla concorrenza di una quota dell'onorario medio nazionale determinata annualmente con delibera del Consiglio di Amministrazione, entro i limiti fissati dall'art. 4 n. 2 del Regolamento per l'Attività di Previdenza e Solidarietà.
Perché non prevedere quindi una Fondo Indennitario per gli Agenti di Commercio? Perché non costruirci noi stessi, con le nostre provvigioni, un fondo di tutela e garanzia?
Molte delle prestazioni su esposte sono già previste per l’agente e vengono erogate a richiesta dalla Fondazione Enasarco, manca però un vero e proprio fondo dove l’agente in caso di disdetta, possa attingere per un periodo più o meno breve per dare il giusto sostentamento a se e alla propria famiglia.
Pensiamo a tutti i monomandatari che a 50/60 anni vengono disdettati o si ritrovano con l’azienda che chiude per fallimento, liquidazione, e non percepiscono alcuna indennità; pensiamo anche alle decine di migliaia di agenti che pur plurimandatari sono costretti a lavorare per una sola preponente in tentata vendita o in altre formule.
Siamo 240 mila agenti, un esercito, sarebbero sufficienti pochi euro a testa per creare un fondo presso L'ENASARCO o l'INPS dove attingere nel caso di calamità e di singole, e documentate, necessità per periodi temporanei.
Duecentoquarantamila agenti commerciali, con un fatturato provvigionale medio di 40.000 euro l'anno, raggiungono un fatturato provvigionale complessivo di 9,6 miliardi di euro l'anno.
Anche senza l'aiuto delle mandanti o dello Stato, se volessimo costituire un fondo di garanzia da utilizzare in casi gravi come quelli enunciati precedentemente. Un fondo gestito dalla nostra fondazione ENASARCO o dall'INPS, un fondo fatto con i nostri soldi.
Pensiamoci, versando solo lo 0,1% delle ns. provvigioni, circa 40.000 euro l'anno, il contributo annuo che verserebbe in media ogni agente ammonterebbe alla modica somma di 40 euro l’anno, si verrebbe così a costituire un fondo di circa 9,6 milioni di euro l'anno. Un fondo enorme da utilizzare nei casi che andremo ad individuare e ovviamente a regolamentare.
Con il sistema della contribuzione sulle provvigioni, attraverso la "mutualità", i costi per il singolo sarebbero irrisori quasi nulli ed i benefici sarebbero tanti, per tutti.
FIRMATE LA PETIZIONE:
https://www.change.org/p/si-ad-un-fondo-indennit%C3%A0-straordinario-gestito-dai-soli-agenti?recruiter=681917348&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=share_petition&utm_term=share_petition



Giovanni Di Pietro

giovedì 3 maggio 2018

NO ALLE MODIFICHE UNILATERALI DEL MANDATO DI AGENZIA


Un mandato di agenzia altro non è che un contratto, un accordo sottoscritto tra due soggetti, uno la mandante e l'altro l'agente.  Il contratto per essere valido deve rispettare alcuni punti fondamentali:
1 l'accordo delle parti
2 la causa
3 l'oggetto
4 la forma
Il mandato o contratto di agenzia  ai sensi dell'art. 1742 cc. stabilisce che: una parte (l'agente) assume stabilmente (e non saltuariamente) l'incarico di promuovere, per conto dell'altra (la mandante), verso retribuzione (provvigioni), la conclusione di contratti (proposte d'ordine) in una zona determinata.
Se il contratto è frutto di un accordo tra le parti, dovrebbe esserne vietata la modifica unilaterale.

La mandante, dopo aver affidato all’agente un territorio ed una provvigione, nel momento in cui il lavoro, le vendite cominciano a crescere ed il fatturato provvigionale inizia a dare i frutti dell’investimento fatto dall’agente, ecco che la mandante inizia il lavoro di sartoria, taglia sistematicamente ed alternativamente, una volta le provvigioni, un’altra la zona, in modo da non permettere all’agente di godere del frutto del suo lavoro, e questi tagli sistematici, vengono fatti senza riconoscere alcuna indennità all’agente.
Nè il codice civile, nè le norme europee, prevedono che ci possano essere variazioni contrattuali unilaterali, questa prerogativa è permessa, e solo unilateralmente dalla contrattazione collettiva. Già questa prerogativa, quella della modifica unilaterale, dovrebbe essere dichiarata inammissibile ed illegale.
La contrattazione collettiva è nata per chiarire e regolamentare le norme nelle parti generali ed in nessun caso potrebbero essere peggiorative delle stesse.

Giovanni Di Pietro

domenica 18 marzo 2018

RESTITUIAMO DIGNITÀ ALLA PROFESSIONE DELL’AGENTE COMMERCIALE


Da anni ormai assistiamo ad una continua e repentina trasformazione del mercato.
L'avvento degli ipermercati, la inesorabile sparizione dei punti vendita tradizionali sostituiti da catene di negozi in tutti i settori della distribuzione, le vendite tramite web, costituiscono già una dura realtà, colossi della vendita on-line che hanno invaso il mercato con ogni tipo di prodotto.
Amazon, Alibaba, Aliexpress, Subito, Trova prezzi, solo per citarne alcuni, sono tra i maggiori brand presenti sul mercato che stanno monopolizzando le vendite. L’e-commerce aumenta annualmente la sua quota di mercato in modo esponenziale, le aziende si stanno tutte attrezzando alla vendita on-line.
Nonostante che il commercio elettronico galoppi alla grande, vi è ancora un segmento importante di mercato che necessita, dell’agente commerciale, vi è però ancora chi si ostina a trattare questo professionista della vendita, in maniera “primitiva” da parte dei produttori e dei distributori.
COME PUÒ NAVIGARE L’AGENTE DI COMMERCIO IN QUESTI MAROSI ?
Purtroppo immaginiamo ancora l’agente commerciale come il commesso viaggiatore che ogni mattina parte con la sua auto a caccia di clienti, con il proprio copia commissioni, inseguendo gli ordinativi che costituiranno il proprio compenso. Non sono solo i comuni cittadini ad immaginare tutto ciò, sono le stesse aziende mandanti che trattano ancora l’agente commerciale come il commesso viaggiatore illustrato da Miller.
MA CHI E’ L’AGENTE COMMERCIALE.
In Italia, purtroppo, la figura dell’agente NON GODE DI GRANDE APPREZZAMENTO ritenendolo ancora un lavoro di ripiego.
Una parte molto consistente della categoria è costituita dall’agente in tentata vendita, circa il 30%, con provvigioni che quasi mai superano i 30 mila euro l'anno. In realtà questi non rappresentano appieno la categoria, si tratta per lo più di lavoratori che girano con un furgone di proprietà della mandante, e cercano, tentano, la vendita dei prodotti trasportati, appartengono quasi sempre al settore alimentare o caffè.
Questi, non è un agente commerciale, ma un lavoratore sfruttato dalle mandanti senza scrupoli che hanno inventato, con la complicità di tutti, la figura dell’agente in tentata vendita eliminando la figura del viaggiatore piazzista che era inquadrato tra i lavoratori dipendenti e quindi troppo onerosa..

Tutti gli altri agenti oggi svolgono una attività ben diversa dalla vendita vera e propria. L'attività si esplica quasi totalmente nella promozione dei prodotti da lui rappresentati, è un consulente, sia della mandante sia del cliente ma non viene pagato per il lavoro che effettivamente svolge, ma solo per i risultati che produce, risultati che quasi sempre esulano dalla propria responsabilità. Oggi l’agente di commercio si occupa eslusivamente di promozione e di consulenza al cliente, ma questa promozione non gli viene in alcun modo riconosciuta. I mandati, sono pieni zeppi di cavilli, dalla esclusione della esclusiva di zona o di clientela, al divieto per l’agente di vendere su internet, alla esclusione dalle provvigioni per le vendite effettuate direttamente dalla mandante on-line, tutto ciò sta riducendo l’agente commerciale alla stregua del cane randagio che deve accontentarsi delle ossa lasciate da altri.
Occorre rivisitare tutta la normativa che riguarda la nostra attività, dal codice civile agli AA.EE.CC, occorre restituire dignità a questa professione fin troppo bistrattata, non è pensabile che vi siano leggi che siano peggiorative delle direttive Europee, norme collettive in antitesi rispetto alle leggi, mandati che prevedano condizioni capestro in barba a tutte le norme.
Confindustria, Confcommercio, Confapi, Confartigianato, Confcooperative devono comprendere che i veri professionisti della vendita costano meno dei dilettanti, offrono maggiori garanzie, migliori risultati, ed alla fine generano una maggiore redditività. L’imprenditore deve comprendere che lo sfruttamento dell’agente è per lui controproducente, spesso ci si dimentica che la riduzione delle provvigioni fatta all'agente non comporta un maggiore impegno da parte del venditore, ma lo demotiva e lo spinge a cercare una alternativa. 

Occorre un azione forte e comune, occorre l'aiuto di tutti gli agenti per ottenere un risultato apprezzabile.

Giovanni Di Pietro