giovedì 22 dicembre 2022

“Un Natale con tutti Voi”.  Gli auguri di Usarci agli Agenti di Commercio

“Un Natale con tutti Voi”. 

Gli auguri di Usarci agli agenti di commercio

E’ volato via anche quest’anno, siamo alle soglie del Natale e tra pochi giorni chiuderemo anche il 2022.
Il Natale per sua natura ci invita ad una maggiore tolleranza, altruismo, ci spinge a un abbraccio generale ed a festeggiare con i propri cari questa ricorrenza che da festività religiosa cristiana si è ormai trasformata anche in una festività laica.
Il 2022 è trascorso tra alti e bassi, seppure l’economia ha subito una considerevole ripresa, basti vedere il balzo del pil registrato nell’anno corrente. La ripresa purtroppo non ha coinvolto tutti.


La nostra categoria, quella degli agenti Commerciali, non può ritenersi soddisfatta dell’andamento generale. Le sacche di insoddisfazione sono tante, i settori che non hanno ottenuto incrementi nelle vendite sono molteplici, e tutto ciò ha creato un divario ancora più evidente tra gli stessi agenti.
I carburanti, la luce, il gas, il riscaldamento, senza parlare di tutti i beni compresi quelli di prima necessità, hanno subito un aumento superiore ai due decimali arrivando in alcuni casi anche al 60-70%, tutto ciò ha messo in ginocchio intere famiglie di agenti che saranno costrette ad un Natale all’insegna della parsimonia.
Proprio a questi meno fortunati, alle loro famiglie, ai loro bambini, va il mio pensiero e quello di tutta l’USARCI, ricordando loro che non li abbiamo abbandonati né dimenticati, anzi, sono in cima alla lista delle nostre battaglie.
Il nostro impegno sarà quello di un maggiore coinvolgimento con le forze potitiche; dovranno ascoltarci, siamo pronti a sit-in di protesta e ad azioni eclatanti se non ci daranno ascolto.
Non so se il nuovo governo conosca e voglia cercare di risolvere i problemi della categoria, probabilmente hanno ancora in mente lo stereotipo dell’agente con la fuoriserie, con abiti griffati, i ristoranti migliori, forse non si sono accorti che oggi la maggior parte degli agenti viaggia con utilitarie, e pranza con panini.
La contrattazione collettiva è ferma, gli AEC sono ormai scaduti da anni, i diritti degli agenti vengono calpestati quotidianamente con veri e propri ricatti che equivalgono allo stalking ed al mobbing.
Dobbiamo spezzare questa routine, per far ciò è necessario riuscire a mantenere forte il legame tra la categoria e l’Usarci, occorre spiegare bene ciò che stiamo facendo, ciò che andremo a fare ed anche, se necessario, ciò che non riusciamo a fare.
Non sempre ci riusciremo, ma dobbiamo farlo, tutti insieme, nessuno escluso. Chi continuerà a restare chiuso nel proprio mondo, senza aprirsi, senza essere di supporto al prossimo, senza partecipare, contribuirà al fallimento di ogni iniziativa.
Questo 2022 è stato l’anno del congresso dell’Usarci con il rinnovo degli organi dirigenti e siamo tutti impegnati alla ricerca delle migliori soluzioni per la categoria.
Il nostro sindacato è in costante crescita, ciò dimostra una notevole vitalità a tutti i livelli compreso quelli provinciali a riprova della professionalità e della bontà dei servizi offerti.
Ciò ci gratifica molto e ci è da sprone per migliorarci sempre più.
Gli agenti ci hanno assegnato il ruolo guida tra tutti i sindacati degli agenti di commercio, e di ciò debbo ringraziare i responsabili territoriali dell’Usarci che “gratuitamente”, perché nell’Usarci i presidenti e consiglieri non percepiscono né stipendi né gettoni, si prodigano giornalmente per essere di supporto agli agenti.

Il nostro possimo impegno sarà quello di cercare di risolvere annose problematiche che possiamo riassumere in:
– Modifiche al monomandato,
– adeguamento della detrazione fiscale per l’auto,
– rinnovo degli AEC,
– garanzia dei versamenti contributivi pensionistici Enasarco,
– riduzione della trattenuta di solidarietà.

Il compito è arduo, ma la nostra volontà è forte.

Auguro un felicissimo Natale a tutti ed un ottimo Nuovo Anno

Federazione Nazionale Usarci
Il Presidente
Giovanni Di Pietro


mercoledì 14 settembre 2022

Le Convergenze opposte di Enasarco. E Di Pietro chiede la riduzione del contributo per il fondo di solidarietà


 

C’è una definizione, attribuita ad Aldo Moro, che è diventata famosa nel gergo politico: convergenze parallele. Ora Giovanni Di Pietro, presidente nazionale Usarci, lancia le “Convergenze opposte” a proposito

 
La convergenza di due linee è la proprietà delle stesse di mantenere la stessa direzione per incontrarsi in un punto determinato.
Le due linee possono essere viste come gli interessi dell’Enasarco e quella degli agenti, linee che dovrebbero convergere in un unico punto, che rappresenta per l’appunto gli interessi degli agenti commerciali. E’ questo lo scopo dell’Enasarco, fornire all’agente la migliore pensione possibile.
Al contrario, gli obiettivi che questa gestione si pone, vanno verso due direzioni opposte, sicuramente non a favore della categoria.
 
Da mesi leggiamo su varie testate minori l’esaltazione del nulla da parte della nuova presidenza Enasarco: promesse, idee, propositi. L’unica cosa che però è stata fatta è quella di aver votato un bilancio preventivo che prevede l’assunzione di 5 nuovi dirigenti per una spesa di 500 mila euro.
La domanda sorge spontanea: ma la Fondazione ha veramente necessità di cinque nuovi dirigenti o la manovra serve per accontentare gli amici degli amici?
La risposta certa è che la Fondazione non ha alcuna necessità di nuovi dirigenti: il personale si riduce, le macchine sostituiscono gli uomini. Occorre fare economia per dare risposte chiare e certe agli agenti che sono gli azionisti dell’Enasarco.
 

Cosa dovrebbe fare l’Ente?

Il ruolo dell’Enasarco dovrebbe essere quello di far aumentare la redditività del capitale previdenziale per alleggerire la contribuzione ed aumentare la resa pensionistica.
In pratica, i due obiettivi, aumento delle pensioni e riduzione contributiva, dovrebbero convergere (andare di pari passo), mentre la nuova presidenza, a fronte di un aumento dei contributi annuali, dovuti ad un incremento delle vendite, invece di utilizzare i maggior introiti per gli agenti, decide di spendere questi soldi per l’assunzione dei nuovi dirigenti.

Sul fronte opposto gli agenti chiedono la riduzione del contributo che devono pagare per la solidarietà. Si può fare?
Gli agenti chiedono la riduzione del fondo di solidarietà, un balzello troppo elevato. Il contributo di solidarietà poteva avere la sua valenza a seguito della emanazione della legge “Fornero”, quando la sostenibilità della Fondazione è stata portata dai precedenti trenta anni agli attuali cinquanta per dare maggiori garanzie pensionistiche ai futuri agenti.
Oggi il fondo di solidarietà può essere ridotto in quanto la sostenibilità è stata raggiunta. Sarebbe molto più utile ridurre gradualmente tale contributo iniziando con un punto, un punto e mezzo per ogni biennio e, nel contempo, valutare l’impatto sui conti dell’Ente.

Mezzo milione di euro destinati ai nuovi dirigenti. Come potrebbero essere utilizzati in modo migliore?
Si potrebbero utilizzare i cinquecentomila euro destinati ai nuovi dirigenti per creare il fondo di garanzia per gli omessi versamenti Enasarco da parte delle mandanti.

L’agente non può continuare ad essere il capro espiatorio delle appropriazioni indebite delle mandanti, degli omessi versamenti e nello stesso tempo continuare a versare alle mandanti, poco serie, la propria quota previdenziale, quota che viene intascata dalle proponenti e non versate al fondo previdenza.
Queste omissioni comportano il mancato riconoscimento agli agenti, in toto o in parte, dei versamenti dovuti per legge, con l’avallo dell’Enasarco, che, spesso a suo insindacabile giudizio, riduce gli importi che le aziende dovrebbero versare a scapito dei soli agenti.

Una gestione non in linea con gli interessi degli agenti. Si può proseguire così?
No, “ORA BASTA”, l’agente deve tornare al centro dell’attenzione dell’Enasarco. Devono finire le spese inutili come l’assunzione dei cinque nuovi dirigenti.
L’Enasarco deve fare esclusivamente gli interessi degli agenti ed anche delle aziende serie che versano regolarmente i contributi.

Diciamo Basta alla perdita dei Contributi a scapito degli agenti,
Diciamo basta ai contributi di solidarietà che riducono le pensioni.

 

venerdì 5 agosto 2022

Enasarco, la nuova gestione spreca 500mila euro! Ma è solo l'inizio

Autore: ElectoMagazine - Enrico Toselli 


Gli agenti di commercio sono ormai impegnati in una sorta di caccia al tesoro. Alla disperata ricerca di distributori dove i prezzi sono leggermente più bassi. E devono fare i conti con un’inflazione che erode risparmi e riduce il potere d’acquisto loro e delle famiglie italiane. Ma c’è chi, ai vertici dell’Enasarco, di tutto questo non si preoccupa.

Lo spiega Giovanni Di Pietro, presidente dell’Usarci, il principale sindacato della categoria: “Il presidente di Enasarco, Alfonsino Mei, insieme a Confesercenti, Anasf, Federagenti, Fiarc, hanno chiesto all’Assemblea dei delagati, una modifica al bilancio preventivo che l’autorizzasse a spendere 500 mila euro in più, dico 500 mila euro, per assumere 5 nuovi dirigenti”. Forse non proprio il momento migliore per una simile decisione, considerando le difficoltà della categoria. Ed è solo l’inizio.

Di Pietro precisa infatti che, purtroppo, è solo l’inizio di uno spreco colossale. “Una fondazione come l’Enasarco, che è stata costretta ad aumentare l’età pensionabile ed aumentare la percentuale dei contributi a carico degli agenti, oggi, si permette il lusso di spendere ed assumere 5 nuovi dirigenti, ai quali di prassi seguranno almeno altrettanti quadri ed almeno 10 segretarie. Se l’Enasarco  – prosegue Di Pietro – è diventato così ricco, potrebbe cominciare a ridurre l’età pensionabile, a ridurre l’entità della percentuale contributiva, a creare un fondo che garantisca l’omessa contribuzione agli agenti da parte delle mandanti”.

Una montagna di soldi sprecati, sottratti agli agenti. Eppure la campagna elettorale di Mei e dei suoi sodali non prevedeva nulla di tutto ciò.
“La nuova governance Enasarco con alla testa il Presidente Alfonsino Mei, quello che parla di trasparenza e di rigore,  sta interpretando in maniera a dir poco bizzarra il suo programma elettorale”. Di Pietro elenca alcuni dei punti qualificanti che la coalizione guidata da Mei aveva presentato prima delle elezioni.

“Cosa dicevano prima delle elezioni?

NO! alle parole a vanvera!
NO! alle false promesse!
NO! alle Liste composte formalmente da Agenti di Commercio e Consulenti Finanziari ma in realtà governate da burocrati!
NO! ai sindacalisti che siedono sulle poltrone del CDA Enasarco da più di 13 anni percependo MILIONI di Euro di compensi pagati con i contributi degli Agenti!
In realtà il loro era un programma scialbo, privo di qualsiasi reale impegno verso gli Agenti, solo fumo come qualsiasi politico..”.

Il presidente di Usarci entra nel dettaglio.

“Per i primi due punti meglio soprassedere, finora non ha detto nulla di concreto né fatto nulla. Chiacchiere prive di rapporto con il dato di realtà.
Per il terzo punto possiamo dire che se vi sono dei burocrati questo è da ricercare proprio tra i loro componenti del CDA.
Per il quarto punto, vi è da osservare che l’Enasarco è stato creato dai sindacalisti, e non ci risulta che abbiano percepito milioni di Euro. E poi, loro cosa sono se non sindacalisti o funzionari degli stessi sindacati? Con una differenza, però: loro vogliono togliere il limite massimo dei due mandati per la partecipazione al Cda, limite indicato proprio da quei sindacalisti che Mei ora attacca. Dunque da un lato si lamenta, in pubblico, per l’eccessiva permanenza dei sindacalisti nel consiglio di amministrazione Enasarco e poi, come se niente fosse, chiede di bocciare il limite dei due mandati”.

Un uomo di grande coerenza, il Presidente Mei. Anche sul fronte della trasparenza. Pretesa e vantata nelle dichiarazioni ufficiali  “ma in realtà – conclude Di Pietro – non risponde ai numerosi interrogativi che gli vengono posti, non risponde neanche alla richiesta di documenti pubblici come le lettere ricevute dai ministeri”. Troppo impegnato a sperperare i primi 500 mila euro,  in attesa dei successivi.

 

mercoledì 1 giugno 2022

DISCORSO DI INSEDIAMENTO

XXVI Congresso Nazionale Usarci -  ROMA 27/28 maggio 2022 Hotel Empire

 Giovanni Di Pietro eletto Presidente Nazionale USARCI

                                                                       Il dialogo dei sogni

 

Colleghi, amiche  ed amici,                           sono orgoglioso ed emozionato per la   carica alla quale mi avete eletto.

Ringrazio tutti , tutti indistintamente per la fiducia accordatami, ma permettetemi, prima ancora di esprimervi la mia gratitudine, di ringraziare quanti mi hanno preceduto ed hanno fatto crescere la nostra Usarci.

Ringrazio in primis il Presidente Umberto Mirizzi per l’appoggio ed il sostegno datomi, ma principalmente per l’amicizia della quale mi ha onorato in tutti questi anni.

Lo ringrazio perché è stato un Presidente che ha saputo reggere il timone dell’Usarci negli anni più bui del nostro sindacato.                                          Mentre altri lavoravano allo sfascio, alle divisioni, ai personalismi, Lui, ha saputo tenere la rotta, orientare le vele, e superare la crisi. Oggi più che mai l’Usarci è forte ed è riuscita ad uscire indenne dalle bordate che personaggi, “ poco nobili ”, hanno lanciato per tentare di affondarci.

Oggi, mentre noi navighiamo a vele spiegate, quelli che hanno cercato di inabissarci sono dispersi in mare o, come Ulisse, vagano da un porto ad un altro, da un sindacato ad un altro, alla ricerca della propria “Itaca”.

Chiedo un applauso per il Presidente Mirizzi, Grazie Umberto, tutta l’Usarci te ne è grata, Grazie Presidente.

Propongo per i meriti indiscussi, l’attribuzione del titolo di Presidente D’Onore al Presidente uscente Umberto Mirizzi.

Ringrazio il direttivo Uscente, il Segretario Marzolla, tutti gli impiegati che in questi anni mi hanno privilegiato del loro supporto e sono certo continueranno a farlo.

Ringrazio il Presidente Bruno Rossi ed il sindacato di Pescara che hanno sempre creduto in me e mi hanno sopportato.

Oggi l’Usarci è più forte di ieri, lo ha dimostrato nelle ultime elezioni dell‘Enasarco, risultando il sindacato che, da solo, ha preso più voti delle altre associazioni.

Questo risultato è merito vostro, è merito di chi ha partecipato attivamente a queste elezioni, dimostrando al mondo sindacale e datoriale che l’Usarci è un faro per la categoria.

Non sarà facile continuare sulla scia del mio predecessore, ma metterò tutto il mio impegno per superare le incomprensioni, i dualismi, le gelosie ma, principalmente, gli egoismi latenti che sono il tarlo di ogni associazione.

Sento un profondo senso di responsabilità per il mio e per il nostro mandato, per il compito che questo sindacato mi ha assegnato e che insieme a Voi ed al nuovo Consiglio Direttivo cercheremo di assolvere nel migliore dei modi.

 Il nostro è un sindacato con princìpi forti, con radici profonde, basato sulla volontarietà, principi che hanno assicurato in tutti questi anni la miglior tutela possibile agli agenti. Dovremmo consolidare ulteriormente questo aspetto, ma per farlo è necessaria la partecipazione ed il contributo di tutti.

Gli agenti ci chiedono maggiori tutele, ci chiedono il diritto a non essere schiavizzati, ci chiedono maggiore dignità nel lavoro. Non è pensabile che in un mondo così globalizzato dove non esistono più i confini commerciali, le mandanti si beffino dell’esclusiva ricorrendo sempre più alle vendite on-line; non è pensabile che possano variare a loro piacimento la zona, le provvigioni, i prodotti, i clienti, mettendo l’agente nella condizione di recedere dal rapporto con le immaginabili conseguenza sul proprio fatturato e quindi sulla propria famiglia; non è pensabile che, in caso di fallimento, l’agente perda, oltre che al lavoro , al reddito, anche le indennità faticosamente maturate negli anni; non è accettabile l’imposizione del mono mandato se non viene garantito un reddito più che adeguato; è ingiusto che la mandante si faccia beffe dei versamenti Enasarco, è impensabile che, la mandante, dopo aver trattenuto all’agente la sua quota prevideniale, ometta di versarli, costringendo la nostra Fondazione a difficili e spesso infruttuosi recuperi. E che dire delle clausole risolutive espresse, delle geolocalizzazioni dove l’agente viene controllato passo passo.

Il materialismo ha soppiantato la dimensione soggettiva del lavoro dell’agente, lo stesso è diventato, solo, uno strumento di produzione invece di essere considerato quello che è realmente, un creatore di lavoro, colui che crea posti di lavoro e ricchezza per l’azienda.

Dobbiamo pensare ad un nuovo agente, ad un nuovo concetto di agente imprenditore dove non sarà la mandante a decidere il compenso, la zona, l’oggetto del contratto, ma sarà l’agente con la sua professionalità le sue capacità, il proprio bagaglio culturale e sociale a trattare da pari a pari con l’impresa mandante, come una qualsiasi altra impresa.

I nostri iscritti, i nostri agenti chiedono tutele diverse, certezze nel lavoro, certezze nella perdita del lavoro, non si possono perdere decenni di indennità perché nell’ultimo anno non si è riusciti a raggiungere un target. Tutto ciò è anacronistico, inopportuno, come se raggiungere un obiettivo dipendesse esclusivamente dall’operato dell’agente.

Gli attuali AEC hanno segnato il loro tempo, ogni 10 anni veniamo chiamati al rinnovo, ma si tratta solo di mettere delle toppe, il mercato corre e noi siamo in affanno. Le aziende fanno sottoscrivere contratti dove si esclude l’applicabilità degli AEC e sono sempre più gli agenti che alla fine del mandato si trovano senza indennità. Occorrerebbe una nuova legge Vigorelli, quella che istituì nel 1959 gli Erga Omnes, per poter dare certezze a tutti.

Ma abbiamo la forza per portare avanti tutto ciò?

Certo, dobbiamo averla, non ci riusciremo nei prossimi tre anni di questo mandato, forse neanche nella nostra vita, ma non possiamo non crederci; mettiamoci all’opera! Individuiamo altri metodi che ci permettano di essere più visibili, che possano coinvolgere sia i media che la politica. Dobbiamo abbandonare il pragmatismo oggi tanto di moda; il realismo e la concretezza rappresentano il nemico numero uno del sindacalismo. Sappiamo che non possiamo contare sugli scioperi, un sistema inattuabile per la nostra categoria, ma potremmo, che so, fare dei SIT-IN tematici, 30/40 persone davanti a Montecitorio. Dobbiamo provarci.

Un capitolo a parte sarebbe da dedicare alle Donne Agenti: queste svolgono lo stesso identico lavoro dei colleghi maschi ma tra altre mille difficoltà, la famiglia, la casa, e nonostante ciò, ottengono spesso risultati pari, se non superiori, a quelli dei colleghi.

Oggi le donne agenti costituiscono il 15% del totale degli iscritti all’Enasarco, troppo poco, dobbiamo trovare il modo di incrementare questa presenza, dobbiamo trovare il modo per favorirla e favorire il loro ingresso nel sindacato. Le garanzie attuali sono state studiate dagli uomini per gli uomini, occorre pensare a garanzie diverse dalle attuali.

Dobbiamo guardare dentro l’Enasarco come non abbiamo mai fatto; dobbiamo far rivedere il sistema pensionistico, dobbiamo permettere che si vada in pensione anche prima dei fatidici 67 o 65 anni. Si può fare, sarà probabilmente necessario inserire qualche penalizzazione, ma è necessario abbassare la soglia pensionistica; le aziende vogliono giovani alla vendita, quindi dobbiamo supportare chi resta senza mandato. E che dire del sistema di calcolo previdenziale? E’ impensabile vedere l’agente versare complessivamente 100 al fondo pensioni per poi riceverne 90.

Mettiamoci all’opera!

Il credo di ogni buon sindacalista è quello di sognare, sognare di raggiungere questi obiettivi ed applicarsi acchè il sogno si avveri. J have a dream come diceva Martin Luther King, deve essere il nostro tormentone, e dobbiamo crederci.

Il sindacalista, come diceva il Cardinale Martini “ E’ colui che si mette in leale rapporto con gli altri, responsabile dei diritti umani, capace di reggere l’utopia e di contagiare anche coloro con cui opera agli stessi suoi entusiasmi. Sa essere presente e sa motivare le scelte, conosce il più possibile il lavoro di ciascuno e perciò è competente, cerca di capire e guarda all’essenziale. Non ha preoccupazioni per i propri interessi monetari e rifiuta il privilegio che è il tarlo di ogni convivenza. Preoccupandosi di ciascuno, difende non i soldi ma il valore delle persone, lottando anche per il giusto riconoscimento economico.”

I tempi che viviamo, le sfide che siamo chiamati ad affrontare richiedono grande efficienza ed una costante attenzione e partecipazione agli aspetti politici e sociali, alle decisioni immediate tese alla ricerca di forme di collaborazione più attuali.

La forza di un sindacato come il nostro si basa anche nel saper trovare insieme a partner, sapientemente individuati ed affini alla nostra categoria, le decisioni e le scelte migliori. Noi non temiamo di perdere la nostra identità, la nostra autonomia, la nostra indipendenza, questi valori sono radicati in noi ci hanno sempre contraddistinto e rappresentano e continueranno a rappresentare il nostro fondamento.

Per fare tutto ciò, però, abbiamo bisogno di un più maturo senso di responsabilità e di impegno alla ricerca delle soluzioni, ma anche di partners più efficaci e più affidabili che ci garantiscano una maggiore forza per risolvere i problemi della categoria che rappresentiamo.

L’Usarci è costantemente chiamata a rilanciare la sua competitività, la sua rappresentatività; ci troviamo in un sistema sempre più frazionato a causa della continua nascita di nuovi sindacati e nuove coalizioni che frammentano sempre più la categoria togliendo forza all’azione sindacale. Dobbiamo fare squadra, favorire le partnership per contare di più ed essere più vigorosi.

Dobbiamo affrettare i tempi, dobbiamo operare insieme con un grande impegno e comune amore per la nostra categoria.

Dobbiamo essere più presenti ed attivi sul nostro territorio, troppe zone sono scoperte, occorre una presenza più capillare. So bene che non sarà facile, ma occorre far comprendere ai nostri colleghi che il compito del sindacato non è quello di risolvere i problemi alla fine del rapporto, questo è solo una conseguenza; il sindacato è quella organizzazione che deve servire a prevenire i problemi, a far si che non si creino, ma ciò viene vanificato dalla scarsa partecipazione.

Dobbiamo essere coscienti che la legislazione Italiana e le nostre norme corporative sono le più avanzate del mondo, certo, dobbiamo migliorarle, dobbiamo riuscire ad attualizzarle alla trasformazione del mercato, ma dobbiamo in primis imparare a gestirle e veicolarle. Le norme non si attivano da sole, occorre che qualcuno le renda operative.

All’agente che ci chiede cosa faccia il sindacato per la categoria, dobbiamo avere il coraggio di rispondere come fece John Fitzgerald Kennedy nel suo famoso discorso di insediamento: “non chiediamoci cosa fa l’America per noi, ma cosa facciamo noi per l’America”.

Oggi assistiamo passivamente colleghi che si rivolgono a noi, che si iscrivono solo alla fine del rapporto di lavoro, spesso dopo aver sottoscritto una serie infinita di documenti senza conoscerne il contenuto o dopo aver tenuto una serie di comportamenti errati.

Purtroppo da anni gli agenti commerciali sono sempre più individualisti; i personalismi e gli egoismi sono sempre più evidenti; ciò è provocato in buona parte dall’isolamento del singolo che si manifesta sempre più. Non ci si incontra più negli alberghi, nei ristoranti, nelle riunioni aziendali, luoghi dove ci si poteva confrontare, conoscere, imparare ed insegnare.

Il Sindacato deve sopperire a queste deficienze, deve tornare a far incontrare gli agenti, promuoviamo sempre più incontri, anche on line, incontri dove non dobbiamo essere noi i protagonisti, lo devono essere gli stessi agenti, dobbiamo renderli più partecipi, più propositivi.

Dobbiamo cercare un nuovo sviluppo e un nuovo rilancio trovando e garantendo una nuova e forte coesione tra gruppi, è necessario superare alcune gelosie ed alcuni rancori che , anche se non dichiarati, sono ugualmente palpabili. Le sfide che siamo chiamati ad affrontare per rispondere alle aspettative vere e profonde degli agenti verso la nostra associazione sono molto difficili, ma noi che facciamo sindacalismo per passione e volontarietà rubando del tempo prezioso al lavoro ed alla famiglia, ce la metteremo tutta per riuscirci.

Ognuno di noi non può, non deve correre il rischio di credere di aver raggiunto l’obbettivo con questo piccolo angolo di potere, non possiamo, non dobbiamo correre il rischio di rimanere isolati; oggi siamo come un bell’albero che cresce in un vaso, sarà bello quanto volete, ma i frutti non saranno mai abbondanti. Dobbiamo avere il coraggio di essere ripiantumati nei terreni dove il sindacalismo e la tutela di tutti i lavoratori cresce rigogliosa, non possiamo continuare a pensare di essere soddisfatti di coltivare e gestire il nostro piccolo orto.

Amici, il Congresso non finisce oggi, non deve finire oggi, quella fiammella di passione ed attaccamento al nostro sindacato ed alla categoria, quella fiammella che oggi ci ha portati coscientemente ed orgogliosamente a questo congresso tralasciando tutti gli altri ed importanti impegni, non deve spegnersi con la chiusura del Congresso, con il ritorno nelle nostre sedi, questa fiammella deve restare accesa in noi ed essere presente fino al prossimo congresso.

Sono certo che saprete fornire tante proposte, sono certo che insieme sapremmo ricercare tante soluzioni. Lasciamo che le critiche, quelle sterili, lascino il posto a nuove soluzioni.

Cari colleghi, tanti immediati impegni ci attendono, li affronteremo insieme con grande volontà, determinazione e senso del bene comune.

Un ultimo grazie voglio dedicarlo ad una persona che non fa parte del nostro ambito, ma è come se lo fosse, un grazie a mia moglie AnnaMaria, senza il suo appoggio avrei potuto fare ben poco.

Termino qui il mio intervento, so che la maggior parte di voi è in partenza per raggiungere le proprie famiglie. Ringrazio nuovamente tutti Voi per la fattiva partecipazione.

Chiudo con un’ultima citazione:

duemila anni fa gli antichi romani con grande orgoglio affermavano: ” civis Romanus sum” sono un cittadino romano, oggi io, con orgoglio affermo “civis Usarcino sum “ sono un cittadino Usarcino

Viva l’Usarci. Viva gli Agenti Commerciali !!!


 


Giovanni Di Pietro


 

 

martedì 24 maggio 2022

" CHE COLPA ABBIAMO NOI"

Dal periodico "USARCI NOTIZIE" N°1/2022

 
" Che colpa abbiamo noi" è il titolo di  una canzone del periodo delle grandi contestazioni, del 1966, cantata dal complesso
The Rokes; sono trascorsi quasi sessant’anni e per noi agenti è tutt’ora attuale.

Ho iniziato la mia attività di agente alla fine del boom economico 1975/1976; già si intravedevano all’orizzonte i segnali della prima crisi economica, i listini subivano ogni tre/quattro mesi aumenti mediamente del 10%, ma nonostante ciò il rapporto tra agenti e mandanti era molto lineare e corretto, i titolari delle aziende in gran parte ex operai, avevano un grande rispetto per i loro agenti ed i mandati di agenzia contenevano solo alcune clausole essenziali, tutto in poco più di mezza pagina Era indicato il nome delle parti, l’indicazione dell’oggetto, la zona, la provvigione, la durata, (sempre a tempo indeterminato), ed il riferimento all’ AEC, null’altro, i rapporti cessavano per volontà di una delle parti e con il pagamento di quanto dovuto, senza addebiti, senza colpe, senza furbizie.

Poi, sono arrivati i figli di questi titolari, persone che non hanno mai lavorato un solo giorno, ma hanno studiato economia alla Bocconi, alla Luiss o altre Università di grido, hanno sostituito i genitori applicando alla loro azienda i grandi concetti dell’economia post moderna, hanno eliminato dal rapporto di lavoro l’aspetto umano, hanno cancellato il rispetto per la persona.

I nuovi Titolari, i nuovi amministratori sono ben lontani dalla visione che Adriano Olivetti aveva dell’impresa: “La fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica, giusto? “

L’unico credo è divenuto il Business, la ricerca costante del maggior utile, non importa come venga realizzato ed a spese di chi, l’importante è arricchire nel più breve tempo senza porsi il problema se per guadagnare pochi euro in più si compromette la vita di intere famiglie; prima di tutto il dio denaro.

A seguito di questa trasformazione della gestione industriale, nascono contratti che sembrano enciclopedie "tre cani", viene normato tutto ed il suo contrario, “ quante aziende hai, dove vai, cosa fai”, contratti che contengono decine di clausole contra legem, clausole vessatorie, imposizioni, esclusioni dagli AA.EE.C.C , deroghe alle norme Europeee; condizioni che non sarebbero accettate da nessun altro professionista o imprenditore, ma purtroppo l’agente le accetta, sottoscrive quasi sempre senza neanche leggere ciò che vi è scritto.

Si sono inventati di tutto, hanno inserito nel contratto di agenzia perfino le clausole risolutive espresse, art 1456 cc, clausole che provengono dal contratto in generale, mai utilizzate in precedenza, studiate ed applicate al contratto di agenzia con il solo scopo di risparmiare sulla misera liquidazione delle indennità di fine rapporto.

Hanno trasformato il Budget, (bilancio) che veniva utilizzato solo per concedere premi e benefici agli agenti, in una sorta di capestro. Non si concedono più premi al raggiungimento del target ma, al contrario, se non lo si raggiunge si è disdettati per colpa, senza diritto a nessuna indennità e senza alcun preavviso. Anche se per 20-30 anni hai sempre lavorato in maniera corretta, hai sempre raggiunto gli obiettivi prefissati, non conta nulla è sufficiente un anno o un semestre in cui non raggiungi il target per svariati motivi indipendenti dall’operato dell’agente, che ci si ritrova disdettati per colpa.

Una mostruosità senza senso, nonostante la Cassazione abbia posto dei limiti ben precisi alla applicabilità della clausola risolutiva, questi continuano imperterriti ad inserirla ed applicarla confidando sulla scarsa propensione dell’agente al ricorso alla magistratura.

La stessa cosa dicasi per i pagamenti dei clienti, è sufficiente che il numero degli insoluti superi una percentuale risibile, 3-5% ed ecco che scatta, a piacimento della mandante, la spada di Damocle, e ci si ritrova senza mandato e senza indennizzi.

Ma che colpa abbiamo noi se i tuoi prodotti sono fuori mercato se non hai provveduto ad aggiornarli, se i tuoi listini non sono concorrenziali, se sei incapace a gestire una azienda, se sei incompetente nel programmare la produzione e la commercializzazione?

Ma che colpa abbiamo noi se il cliente non rispetta le scadenze, se le consegne sono errate, se i prodotti non rispettano gli standard qualitativi, se i tuoi listini non sono concorrenziali.

Ma che colpa abbiamo noi se raggiungere il target è diventato impossibile in quano hai inventato la vendita online, l’E-commerce, sulla quale non ci riconosci le provvigioni, ed il cui fatturato non rientra nel target: che colpa abbiamo noi se fornisci direttamente i nostri clienti o i consumatori finali anche a prezzi più bassi del listino che ci hai fornito, e ciò, oltre a ridurci le possibilità di vendita ci costringe anche a subire la concorrenza sleale da parte tua sul territorio.

L’agente non è pagato con fissi mensili, è pagato solo a provvigioni, solo sul venduto e solo su ciò che i clienti hanno effettivamente pagato, il suo interesse quindi è quello di vendere il più possibile, più vende , più guadagna, questa è la cerniera che la tiene unita all’azienda abbiamo lo stesso medesimo interesse.

Lavorare sotto minaccia è controproducente e va a discapito sia dell’azienda che dell’agente.

Giovanni Di Pietro

venerdì 6 maggio 2022

PUOI RICHIEDERE QUESTI CONTRIBUTI  DAL SITO ENASARCO O RIVOLGENDOTI AI NOSTRI UFFICI.

Telefona per un appuntamento al n° 085 295294 o invia una mail a segreteria@usarcipescara.it





Programma Assistena  Enasarco 2022 SAI CHE POTRESTI AVER DIRITTO A QUESTI CONTRIBUTI?




              Erogazioni Straordinarie Covid 19


            Contributi Asili Nido



Contributo a Pensionati Enasarco a Case di Riposo



  • contributo nascita e adozione



  • contributo per maternità


  • contributo per infortunio, malattia e ricovero



  • contributo per spese funerarie



  • contributo per erogazioni straordinarie



  • contributo per erogazioni straordinarie over 75 anni



  • Contributo Progetto Salute Donna



  • Premi studio per conseguimento obiettivo scolastico ed accademico



  • Premi per tesi di Laurea in materia di contratto di agenzia e previdenza integrativa.



  • Contributo per assistenza personale permanente;



  • Contributo assistenza a figli disabili;

venerdì 14 gennaio 2022

Variazione di provvigioni, zona, clientela.

La Trappola

Vi sono due modi per comunicare all'agente, da parte della mandante, la variazione di zona, provvigioni e clientela,

La prima, la più naturale, è quella che prevede una comunicazione a mezzo pec o raccomandata dove la mandante informa l'agente della sua volontà di variare il contenuto economico del rapporto;

" la presente unicamente per comunicarle che a far data dal ricevimeno della presente le provvigioni passeranno al 10% al 7%. "   (variazione del 30%)

Nel caso in esame, occorre tener presente che per le variazioni che vanno dal  il 5,1% al 20%, a seconda del riferimento all'AEC Commercio o Industia o confapi....., l'agente, entro 30 gg dal ricevimento della comunicazione può decidere se accettare o meno la variazione comunicata dalla mandante.

La mancata accettazione costituisce disdetta con preavviso da parte mandante con il riconoscimento di tutte le indennità. (att.ne, durante il preavviso le condizioni restano quelle ante comunicazione, quindi le provvigioni rimangono al 10% e non al 7%).

La seconda, la più subdola, fatta in assoluta malafede contando sulla scarsa conoscenza da parte dell'agente del valore giuridico della forma usata, consiste nell'inviare all'agente una comunicazione di variazione chiedendone la sottoscrizione da parte dell'agente (variazione consensuale).

" con il presente documento si conviene che con la sottoscrizione della stesso le provvigioni passeranno dal 10% al 7% .

Firma mandante                                                        firma agente "

In questo caso, non ci troviamo di fronte ad una variaione unilaterale, ma ad una variazione consensuale, (anche se di consensuale vi è poco o nulla)  che presupponendo l'accordo tra le parti, non dà diritto al preavviso, e l'effetto della variazione è immediata togliendo ogni possibilità all'agente  che ha sottoscritto il documento di accampare, successivamente, alcuna pretesa.

La differenza tra le due condizioni sembrerebbe poco importante, invece è sostanziale.

Nel primo caso se ad esempio la variazione fosse del 4% , quindi al di sotto della variazione di minima entità,  l'agente deve accettare sena poter opporre alcun diritto, mentre nel caso in cui la variazione dovesse ripetersi nell'arco di 12/18 mesi, queste si sommano, (4% + 4% +4% = 12%), in questo caso, al momendo della seconda modifica o della terza, l'agente può decidere di non accettare l'ulteriore riduzione con il diritto a tutte le indennità, mentre nel secondo caso, con la sottoscrizione da parte dell'agente del ocumento di vatiazione, la modifica essendo consensuale, ovvero accettata, l'agente non può accampare alcuna pretesa. 

E' opportuno quindi, ogni qualvolta vi sia una qualsiasi variazione, o richiesta di sottoscrizione di un documento, rivolgersi alla propria associazione e colsultare l'esperto.

Giovanni Di Pietro 



giovedì 6 gennaio 2022

IL PIGNORAMENTO DELLE PROVVIGIONI

 Le provvigioni possone essere pignorate al 100%?

La crisi economica, eventuali notevoli spese mediche, la malattia, o una cattiva amministrazione, possono far si che l’agente di commercio accumuli una serie di debiti con lo stato o con i privati, e non abbia più la forza di far fronte ai suoi impegni.

Qualora lo Stato, l’Agenzia delle Entrate, o lo stesso privato, decidessero di attivarsi per poter recuperare i propri crediti, l'agente diverrebbe  insolvente e,  perdurando la difficoltà ad ottenere bonariamente la soddisfazione del proprio avere, al creditore non resterebbe altro che ricorrere alla procedura di esecuzione forzata;  trattandosi di crediti di denaro, parliamo di Pignoramento.

Per poter dar corso al pignoramento, il  creditore deve essere in possesso di un titolo esecutivo al fine di ottenere latto di precetto nei confronti dell'agente.

Con la procedura di Pignoramento il creditore vincola i beni del debitore per esercitare un diritto di rimborso di un credito insoluto.

Il Pignoramento puo’ essere:

  • Immobiliare, se ha per oggetto beni immobili;

  • Mobiliare, se ha per oggetto beni di valore come arredamento, quadri, tappeti, auto, ecc ;

  • Presso terzi, se ha per oggetto crediti o beni del debitore che sono nella disponibilità di terzi.

Generalmente l’agenzia delle entrate o qualsiasi creditore, cerca di pignorare il 100% del proprio credito senza curarsi se il pignoramento delle provvigioni è sottoposto a dei limiti (in passato non lo era).

E’ ovvio che un pignoramento del 100% metterebbe l’agente nella condizione di non poter più lavorare e provvedere al minimo sostentamento sdella propria famiglia.

La Suprema Corte di Cassazione con sentenza n 685 del 18/01/2012 ha affrontato l’argomento delle espropriazioni verso terzi, ovvero, verso le stesse mandanti, bloccandone il pagamento, paragonando la pignorabilità delle provvigioni degli agenti di commercio agli stipendi dei lavoratori dipendenti.

Pignoramento delle Provvigioni presso le Aziende Mandanti

La cassazione quindi ha ritenuto che le provvigioni vanno equiparate ai salari pubblici e privati come previsto dalla modifica della legge 311/04 e legge 311/04 e DPR 180/05, e pertanto possono essere pignorate, presso le ditte mandanti, nei limiti di un quinto (1/5) del loro ammontare al netto delle ritenute fiscali.

Secondo dottrina, alcuni giuristi sostengono che detto limite si applica esclusivamente all’agente Monomandatario, mentre per il pluri detto limite si applicherebbe esclusivamente alla azienda più importante lasciando per le altre la possibilità del pignoramento al 100% .

- Pignoramento delle provvigioni già accreditate sul cc bancario

Oltre che presso le aziende mandanti il pignoramento può avvenire presso l’istituto di credito utilizzato per l’accreditamento delle provvigioni. Quel che cambia è l'importo che può essere aggredito in caso di somme ricevute a titolo di provvigioni dal debitore e già accreditate nel conto bancario o postale. Con riferimento a tali giacenze, infatti, il codice di rito stabilisce che il pignoramento può riguardare solo ed esclusivamente gli importi eccedenti il triplo dell'assegno sociale circa 500 € mensili € 500,00 x 3 = 1.500,00; nessun limite invece per altre giacenze

Pignoramenti da parte degli Agenti delle Riscossioni (ex Equitalia, Soget, ecc...) 

Qualora invece si tratti di pignoramento effettuato ai sensi dell'articolo 72 bis del D.P.R. 602/73 da parte dell'Agente della riscossione, i limiti sono quelli indicati nell'articolo 72 ter del D.P.R. 602/73 ( 1/5 per importi superiori a 5.000 euro; ossia 1/10 per importi fino a 2.500,00 euro; 1/7 per importi da 2.500,00 a 5.000,00 euro;).

Tali limiti si applicano esclusivamente agli agenti che svolgono l’attività prevalentemente personale, quindi le società di agenzia, sia di persona che di capitale, sono escluse da questo beneficio

Violazione dei limiti del pignoramento

Qualora chi effettuasse il pignoramento dovesse eccedere detti limiti, non rispettandoli, il pignoramento sarebbe da considerarsi inefficace per la parte eccedente i detti limiti.

L'inefficacia può essere eccepita dal debitore in sede di opposizione all'esecuzione dinanzi al Tribunale ordinario, in funzione di Giudice dell'esecuzione, sia che si tratti di materia tributaria che di materia extra tributaria.

Il debitore pignorato potrà anche chiedere il risarcimento del danno che gli sia derivato dal pignoramento illegittimo.

Giovanni Di Pietro