martedì 24 gennaio 2012

Agenti di commercio in Italia.Siamo in troppi.

Dispiace dirlo ma è così.
Secondo dati Enasarco, gli agenti di commercio dovrebbero essere all'incirca 350000, in Italia, aggiungiamoci altri 300000 venditori assunti, cioè non a provvigioni e ci troviamo ad essere 650 700000.
In apparenza qualcuno potrebbe dire che considerato il numero di aziende, in Italia siamo persin pochi, ma è un errore.
Un errore perchè le aziende in grado di avere dei rappresentanti sono veramente poche.
La stragrande maggioranza delle inserzioni di ricerca di venditori, purtroppo è di aziende non in grado di mantenere un venditore.
Il 90% degli annunci di ricerca sono purtroppo poco seri.
Anzi spessissimo, per assurdo si cercano venditori a provvigioni per sperare di risolvere i problemi economici delle aziende.
Pazzesco.
La mentalità folle è questa: Tanto se non vende non lo pago dimenticandosi che non è proprio così e rischiando di avere cause legali e peggiorando la propria e altrui situazione economica.
Quindi riassunto, siamo in troppi.
Davvero in troppi
E' molto difficile trovare un azienda per cui fare il venditore, in questi tempi e temo che il futuro per noi venditori, fin quando saremo così tanti continuerà a essere nero.

Attimolibero
dal blog: venditaperfetta: manuale del venditore
Agenti e RappresentantiJan 19, 2012 11:23 PM
Questo è purtroppo il vero problema della categoria. Le norme che permettono alle aziende di affidare l'incarico di agente commerciale anche quando in realtà si è di fronte ad un lavoro dipendente. Gli AEC del 2002 hanno addirittura permesso di ricondurre nella categoria degli agenti anche la tentata vendita che in precedenza era inquadrata nella categoria dei dipendenti come viaggiatori piazzisti. Non ultimo la scarsa onerosità della disdetta del mandato, cacciare un agente costa alle aziende Italiane pochi euro, per cui affidano l'incarico e lo revocano con la stessa frequenza con cui ci cambiamo di abito, tanto, complice gli AEC, all'agente si può ridurre la zona, le provvigioni, il numero dei clienti, disdire con facilità.

Se l'onerosità della disdetta fosse come quella esistente in Francia, in Germania, ed in altri paesi, le mandanti sarebbero costrette a sciegliere con oculatezza le persone a cui affidano l'incarico, e la selezione sarebbe naturale. Purtroppo ciò non avviene. Basta vedere il volume di affari provvigionale della categoria, oltre il 60% degli agenti non supera le 35.000,00 euro di provvigioni annue, che al netto corrispondono a meno di 1.500 euro mensili, come un lavoratore dipendente e senza alcuna tutela.
Gianni Di Pietro

2 commenti:

salvgargano@virgilio.it ha detto...

Ho letto con piacere ed attenzione la lettera del Sig. di Pietro. Ciò mi ha invogliato finalmente ad esprimere il mio pensiero.Infatti sono vari anni che avrei voluto scrivere a qualcuno quello che provo,ma non sono mai riuscito ad individuare un interlocutore plausibile.Addirittura visto anche il mio grado d'istruzione,avrei voluto scrivere un libro,ma quale editore l'avrebbe accettato.
Faccio l'agente da 36 anni e provengo da una famiglia di agenti per cui complessivamente si può dire che il mio studio opera da 60 anni.
Laurea in Giurisprudenza,ho preferito continuare l'attività di famiglia. I risultati sono stati discreti,pur non avendo grossissime aziende,unpo' con il nome,un po' con i modi gentili ed un pòcon la mia abilità sono riuscito a far vivere alla mia famiglia una vita serena.
I rapporticon le aziende ed i clienti negli anni 80 erano idilliaci,poi con l'affacciarsi dei 90 le cose sono cominciate a cambiare con pressioni,budget e scorrettezze da parte delle aziende.Già col finire dei 90 si sentiva qualche scricchiolio,ma a cominciare dal2000 ad oggi le cose sono andate via via peggiorando.
Non voglio dilungarmi troppo ma il mio è un grido di dolore.Si arriva a 50 anni pieni di schiaffi,delusioni,tradimenti.Adesso che ne ho 60 nessuno mi vuole ed intanto mancano 5 anni alla pensione.Sono diventato un quasi pensionato,mi sono indebitato con lo stato per sopravvivere pur avendo sempre pagato tutto e mi sento depresso.Fortunatamente ho messo un pò di fieno in cascina e riesco ad andare avanti.
In conclusione mi chiedo cosa fa lo stato per noi,ed il nostro ente non aiuta chi non ha più mandati?
Ho capito che,in questo lavoro,contano la fortuna,il cinismo,la prevaricazione.
Ho capito anche un'altra cosa che il destino degli agenti è uno: attendere la disdetta dei mandati.
I miei più affettuosi saluti.

Giovanni Di Pietro ha detto...

Sig. Gargano, conosco, purtroppo molto bene la situazione di quegli agenti che , come lei, si trovano a 60 anni senza aziende, senza pensione e senza alcuna sovvenzione. ho 60 anni anche io, e già da tanti anni avevo paventato che tutto ciò potesse accadere, ed avevo lanciato provocatoriamente l'idea di istituire il FIS. (fondo integrazione straordinario) proprio in soccorso di quegli agenti che potevano perdere il mandato. Aimè, la mia provocazione non è stata raccolta, e qualcuno ora si dice pentito.
Le assicuro però, buona parte della responsabilità è da addebitare agli agenti, i quali non parteciapano assolutamente alla vita sociale se non quando si verificano dei problemi, con questi presupposti è difficile tutelare la categoria.