mercoledì 1 giugno 2022

DISCORSO DI INSEDIAMENTO

XXVI Congresso Nazionale Usarci -  ROMA 27/28 maggio 2022 Hotel Empire

 Giovanni Di Pietro eletto Presidente Nazionale USARCI

                                                                       Il dialogo dei sogni

 

Colleghi, amiche  ed amici,                           sono orgoglioso ed emozionato per la   carica alla quale mi avete eletto.

Ringrazio tutti , tutti indistintamente per la fiducia accordatami, ma permettetemi, prima ancora di esprimervi la mia gratitudine, di ringraziare quanti mi hanno preceduto ed hanno fatto crescere la nostra Usarci.

Ringrazio in primis il Presidente Umberto Mirizzi per l’appoggio ed il sostegno datomi, ma principalmente per l’amicizia della quale mi ha onorato in tutti questi anni.

Lo ringrazio perché è stato un Presidente che ha saputo reggere il timone dell’Usarci negli anni più bui del nostro sindacato.                                          Mentre altri lavoravano allo sfascio, alle divisioni, ai personalismi, Lui, ha saputo tenere la rotta, orientare le vele, e superare la crisi. Oggi più che mai l’Usarci è forte ed è riuscita ad uscire indenne dalle bordate che personaggi, “ poco nobili ”, hanno lanciato per tentare di affondarci.

Oggi, mentre noi navighiamo a vele spiegate, quelli che hanno cercato di inabissarci sono dispersi in mare o, come Ulisse, vagano da un porto ad un altro, da un sindacato ad un altro, alla ricerca della propria “Itaca”.

Chiedo un applauso per il Presidente Mirizzi, Grazie Umberto, tutta l’Usarci te ne è grata, Grazie Presidente.

Propongo per i meriti indiscussi, l’attribuzione del titolo di Presidente D’Onore al Presidente uscente Umberto Mirizzi.

Ringrazio il direttivo Uscente, il Segretario Marzolla, tutti gli impiegati che in questi anni mi hanno privilegiato del loro supporto e sono certo continueranno a farlo.

Ringrazio il Presidente Bruno Rossi ed il sindacato di Pescara che hanno sempre creduto in me e mi hanno sopportato.

Oggi l’Usarci è più forte di ieri, lo ha dimostrato nelle ultime elezioni dell‘Enasarco, risultando il sindacato che, da solo, ha preso più voti delle altre associazioni.

Questo risultato è merito vostro, è merito di chi ha partecipato attivamente a queste elezioni, dimostrando al mondo sindacale e datoriale che l’Usarci è un faro per la categoria.

Non sarà facile continuare sulla scia del mio predecessore, ma metterò tutto il mio impegno per superare le incomprensioni, i dualismi, le gelosie ma, principalmente, gli egoismi latenti che sono il tarlo di ogni associazione.

Sento un profondo senso di responsabilità per il mio e per il nostro mandato, per il compito che questo sindacato mi ha assegnato e che insieme a Voi ed al nuovo Consiglio Direttivo cercheremo di assolvere nel migliore dei modi.

 Il nostro è un sindacato con princìpi forti, con radici profonde, basato sulla volontarietà, principi che hanno assicurato in tutti questi anni la miglior tutela possibile agli agenti. Dovremmo consolidare ulteriormente questo aspetto, ma per farlo è necessaria la partecipazione ed il contributo di tutti.

Gli agenti ci chiedono maggiori tutele, ci chiedono il diritto a non essere schiavizzati, ci chiedono maggiore dignità nel lavoro. Non è pensabile che in un mondo così globalizzato dove non esistono più i confini commerciali, le mandanti si beffino dell’esclusiva ricorrendo sempre più alle vendite on-line; non è pensabile che possano variare a loro piacimento la zona, le provvigioni, i prodotti, i clienti, mettendo l’agente nella condizione di recedere dal rapporto con le immaginabili conseguenza sul proprio fatturato e quindi sulla propria famiglia; non è pensabile che, in caso di fallimento, l’agente perda, oltre che al lavoro , al reddito, anche le indennità faticosamente maturate negli anni; non è accettabile l’imposizione del mono mandato se non viene garantito un reddito più che adeguato; è ingiusto che la mandante si faccia beffe dei versamenti Enasarco, è impensabile che, la mandante, dopo aver trattenuto all’agente la sua quota prevideniale, ometta di versarli, costringendo la nostra Fondazione a difficili e spesso infruttuosi recuperi. E che dire delle clausole risolutive espresse, delle geolocalizzazioni dove l’agente viene controllato passo passo.

Il materialismo ha soppiantato la dimensione soggettiva del lavoro dell’agente, lo stesso è diventato, solo, uno strumento di produzione invece di essere considerato quello che è realmente, un creatore di lavoro, colui che crea posti di lavoro e ricchezza per l’azienda.

Dobbiamo pensare ad un nuovo agente, ad un nuovo concetto di agente imprenditore dove non sarà la mandante a decidere il compenso, la zona, l’oggetto del contratto, ma sarà l’agente con la sua professionalità le sue capacità, il proprio bagaglio culturale e sociale a trattare da pari a pari con l’impresa mandante, come una qualsiasi altra impresa.

I nostri iscritti, i nostri agenti chiedono tutele diverse, certezze nel lavoro, certezze nella perdita del lavoro, non si possono perdere decenni di indennità perché nell’ultimo anno non si è riusciti a raggiungere un target. Tutto ciò è anacronistico, inopportuno, come se raggiungere un obiettivo dipendesse esclusivamente dall’operato dell’agente.

Gli attuali AEC hanno segnato il loro tempo, ogni 10 anni veniamo chiamati al rinnovo, ma si tratta solo di mettere delle toppe, il mercato corre e noi siamo in affanno. Le aziende fanno sottoscrivere contratti dove si esclude l’applicabilità degli AEC e sono sempre più gli agenti che alla fine del mandato si trovano senza indennità. Occorrerebbe una nuova legge Vigorelli, quella che istituì nel 1959 gli Erga Omnes, per poter dare certezze a tutti.

Ma abbiamo la forza per portare avanti tutto ciò?

Certo, dobbiamo averla, non ci riusciremo nei prossimi tre anni di questo mandato, forse neanche nella nostra vita, ma non possiamo non crederci; mettiamoci all’opera! Individuiamo altri metodi che ci permettano di essere più visibili, che possano coinvolgere sia i media che la politica. Dobbiamo abbandonare il pragmatismo oggi tanto di moda; il realismo e la concretezza rappresentano il nemico numero uno del sindacalismo. Sappiamo che non possiamo contare sugli scioperi, un sistema inattuabile per la nostra categoria, ma potremmo, che so, fare dei SIT-IN tematici, 30/40 persone davanti a Montecitorio. Dobbiamo provarci.

Un capitolo a parte sarebbe da dedicare alle Donne Agenti: queste svolgono lo stesso identico lavoro dei colleghi maschi ma tra altre mille difficoltà, la famiglia, la casa, e nonostante ciò, ottengono spesso risultati pari, se non superiori, a quelli dei colleghi.

Oggi le donne agenti costituiscono il 15% del totale degli iscritti all’Enasarco, troppo poco, dobbiamo trovare il modo di incrementare questa presenza, dobbiamo trovare il modo per favorirla e favorire il loro ingresso nel sindacato. Le garanzie attuali sono state studiate dagli uomini per gli uomini, occorre pensare a garanzie diverse dalle attuali.

Dobbiamo guardare dentro l’Enasarco come non abbiamo mai fatto; dobbiamo far rivedere il sistema pensionistico, dobbiamo permettere che si vada in pensione anche prima dei fatidici 67 o 65 anni. Si può fare, sarà probabilmente necessario inserire qualche penalizzazione, ma è necessario abbassare la soglia pensionistica; le aziende vogliono giovani alla vendita, quindi dobbiamo supportare chi resta senza mandato. E che dire del sistema di calcolo previdenziale? E’ impensabile vedere l’agente versare complessivamente 100 al fondo pensioni per poi riceverne 90.

Mettiamoci all’opera!

Il credo di ogni buon sindacalista è quello di sognare, sognare di raggiungere questi obiettivi ed applicarsi acchè il sogno si avveri. J have a dream come diceva Martin Luther King, deve essere il nostro tormentone, e dobbiamo crederci.

Il sindacalista, come diceva il Cardinale Martini “ E’ colui che si mette in leale rapporto con gli altri, responsabile dei diritti umani, capace di reggere l’utopia e di contagiare anche coloro con cui opera agli stessi suoi entusiasmi. Sa essere presente e sa motivare le scelte, conosce il più possibile il lavoro di ciascuno e perciò è competente, cerca di capire e guarda all’essenziale. Non ha preoccupazioni per i propri interessi monetari e rifiuta il privilegio che è il tarlo di ogni convivenza. Preoccupandosi di ciascuno, difende non i soldi ma il valore delle persone, lottando anche per il giusto riconoscimento economico.”

I tempi che viviamo, le sfide che siamo chiamati ad affrontare richiedono grande efficienza ed una costante attenzione e partecipazione agli aspetti politici e sociali, alle decisioni immediate tese alla ricerca di forme di collaborazione più attuali.

La forza di un sindacato come il nostro si basa anche nel saper trovare insieme a partner, sapientemente individuati ed affini alla nostra categoria, le decisioni e le scelte migliori. Noi non temiamo di perdere la nostra identità, la nostra autonomia, la nostra indipendenza, questi valori sono radicati in noi ci hanno sempre contraddistinto e rappresentano e continueranno a rappresentare il nostro fondamento.

Per fare tutto ciò, però, abbiamo bisogno di un più maturo senso di responsabilità e di impegno alla ricerca delle soluzioni, ma anche di partners più efficaci e più affidabili che ci garantiscano una maggiore forza per risolvere i problemi della categoria che rappresentiamo.

L’Usarci è costantemente chiamata a rilanciare la sua competitività, la sua rappresentatività; ci troviamo in un sistema sempre più frazionato a causa della continua nascita di nuovi sindacati e nuove coalizioni che frammentano sempre più la categoria togliendo forza all’azione sindacale. Dobbiamo fare squadra, favorire le partnership per contare di più ed essere più vigorosi.

Dobbiamo affrettare i tempi, dobbiamo operare insieme con un grande impegno e comune amore per la nostra categoria.

Dobbiamo essere più presenti ed attivi sul nostro territorio, troppe zone sono scoperte, occorre una presenza più capillare. So bene che non sarà facile, ma occorre far comprendere ai nostri colleghi che il compito del sindacato non è quello di risolvere i problemi alla fine del rapporto, questo è solo una conseguenza; il sindacato è quella organizzazione che deve servire a prevenire i problemi, a far si che non si creino, ma ciò viene vanificato dalla scarsa partecipazione.

Dobbiamo essere coscienti che la legislazione Italiana e le nostre norme corporative sono le più avanzate del mondo, certo, dobbiamo migliorarle, dobbiamo riuscire ad attualizzarle alla trasformazione del mercato, ma dobbiamo in primis imparare a gestirle e veicolarle. Le norme non si attivano da sole, occorre che qualcuno le renda operative.

All’agente che ci chiede cosa faccia il sindacato per la categoria, dobbiamo avere il coraggio di rispondere come fece John Fitzgerald Kennedy nel suo famoso discorso di insediamento: “non chiediamoci cosa fa l’America per noi, ma cosa facciamo noi per l’America”.

Oggi assistiamo passivamente colleghi che si rivolgono a noi, che si iscrivono solo alla fine del rapporto di lavoro, spesso dopo aver sottoscritto una serie infinita di documenti senza conoscerne il contenuto o dopo aver tenuto una serie di comportamenti errati.

Purtroppo da anni gli agenti commerciali sono sempre più individualisti; i personalismi e gli egoismi sono sempre più evidenti; ciò è provocato in buona parte dall’isolamento del singolo che si manifesta sempre più. Non ci si incontra più negli alberghi, nei ristoranti, nelle riunioni aziendali, luoghi dove ci si poteva confrontare, conoscere, imparare ed insegnare.

Il Sindacato deve sopperire a queste deficienze, deve tornare a far incontrare gli agenti, promuoviamo sempre più incontri, anche on line, incontri dove non dobbiamo essere noi i protagonisti, lo devono essere gli stessi agenti, dobbiamo renderli più partecipi, più propositivi.

Dobbiamo cercare un nuovo sviluppo e un nuovo rilancio trovando e garantendo una nuova e forte coesione tra gruppi, è necessario superare alcune gelosie ed alcuni rancori che , anche se non dichiarati, sono ugualmente palpabili. Le sfide che siamo chiamati ad affrontare per rispondere alle aspettative vere e profonde degli agenti verso la nostra associazione sono molto difficili, ma noi che facciamo sindacalismo per passione e volontarietà rubando del tempo prezioso al lavoro ed alla famiglia, ce la metteremo tutta per riuscirci.

Ognuno di noi non può, non deve correre il rischio di credere di aver raggiunto l’obbettivo con questo piccolo angolo di potere, non possiamo, non dobbiamo correre il rischio di rimanere isolati; oggi siamo come un bell’albero che cresce in un vaso, sarà bello quanto volete, ma i frutti non saranno mai abbondanti. Dobbiamo avere il coraggio di essere ripiantumati nei terreni dove il sindacalismo e la tutela di tutti i lavoratori cresce rigogliosa, non possiamo continuare a pensare di essere soddisfatti di coltivare e gestire il nostro piccolo orto.

Amici, il Congresso non finisce oggi, non deve finire oggi, quella fiammella di passione ed attaccamento al nostro sindacato ed alla categoria, quella fiammella che oggi ci ha portati coscientemente ed orgogliosamente a questo congresso tralasciando tutti gli altri ed importanti impegni, non deve spegnersi con la chiusura del Congresso, con il ritorno nelle nostre sedi, questa fiammella deve restare accesa in noi ed essere presente fino al prossimo congresso.

Sono certo che saprete fornire tante proposte, sono certo che insieme sapremmo ricercare tante soluzioni. Lasciamo che le critiche, quelle sterili, lascino il posto a nuove soluzioni.

Cari colleghi, tanti immediati impegni ci attendono, li affronteremo insieme con grande volontà, determinazione e senso del bene comune.

Un ultimo grazie voglio dedicarlo ad una persona che non fa parte del nostro ambito, ma è come se lo fosse, un grazie a mia moglie AnnaMaria, senza il suo appoggio avrei potuto fare ben poco.

Termino qui il mio intervento, so che la maggior parte di voi è in partenza per raggiungere le proprie famiglie. Ringrazio nuovamente tutti Voi per la fattiva partecipazione.

Chiudo con un’ultima citazione:

duemila anni fa gli antichi romani con grande orgoglio affermavano: ” civis Romanus sum” sono un cittadino romano, oggi io, con orgoglio affermo “civis Usarcino sum “ sono un cittadino Usarcino

Viva l’Usarci. Viva gli Agenti Commerciali !!!


 


Giovanni Di Pietro


 

 

martedì 24 maggio 2022

" CHE COLPA ABBIAMO NOI"

Dal periodico "USARCI NOTIZIE" N°1/2022

 
" Che colpa abbiamo noi" è il titolo di  una canzone del periodo delle grandi contestazioni, del 1966, cantata dal complesso
The Rokes; sono trascorsi quasi sessant’anni e per noi agenti è tutt’ora attuale.

Ho iniziato la mia attività di agente alla fine del boom economico 1975/1976; già si intravedevano all’orizzonte i segnali della prima crisi economica, i listini subivano ogni tre/quattro mesi aumenti mediamente del 10%, ma nonostante ciò il rapporto tra agenti e mandanti era molto lineare e corretto, i titolari delle aziende in gran parte ex operai, avevano un grande rispetto per i loro agenti ed i mandati di agenzia contenevano solo alcune clausole essenziali, tutto in poco più di mezza pagina Era indicato il nome delle parti, l’indicazione dell’oggetto, la zona, la provvigione, la durata, (sempre a tempo indeterminato), ed il riferimento all’ AEC, null’altro, i rapporti cessavano per volontà di una delle parti e con il pagamento di quanto dovuto, senza addebiti, senza colpe, senza furbizie.

Poi, sono arrivati i figli di questi titolari, persone che non hanno mai lavorato un solo giorno, ma hanno studiato economia alla Bocconi, alla Luiss o altre Università di grido, hanno sostituito i genitori applicando alla loro azienda i grandi concetti dell’economia post moderna, hanno eliminato dal rapporto di lavoro l’aspetto umano, hanno cancellato il rispetto per la persona.

I nuovi Titolari, i nuovi amministratori sono ben lontani dalla visione che Adriano Olivetti aveva dell’impresa: “La fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica, giusto? “

L’unico credo è divenuto il Business, la ricerca costante del maggior utile, non importa come venga realizzato ed a spese di chi, l’importante è arricchire nel più breve tempo senza porsi il problema se per guadagnare pochi euro in più si compromette la vita di intere famiglie; prima di tutto il dio denaro.

A seguito di questa trasformazione della gestione industriale, nascono contratti che sembrano enciclopedie "tre cani", viene normato tutto ed il suo contrario, “ quante aziende hai, dove vai, cosa fai”, contratti che contengono decine di clausole contra legem, clausole vessatorie, imposizioni, esclusioni dagli AA.EE.C.C , deroghe alle norme Europeee; condizioni che non sarebbero accettate da nessun altro professionista o imprenditore, ma purtroppo l’agente le accetta, sottoscrive quasi sempre senza neanche leggere ciò che vi è scritto.

Si sono inventati di tutto, hanno inserito nel contratto di agenzia perfino le clausole risolutive espresse, art 1456 cc, clausole che provengono dal contratto in generale, mai utilizzate in precedenza, studiate ed applicate al contratto di agenzia con il solo scopo di risparmiare sulla misera liquidazione delle indennità di fine rapporto.

Hanno trasformato il Budget, (bilancio) che veniva utilizzato solo per concedere premi e benefici agli agenti, in una sorta di capestro. Non si concedono più premi al raggiungimento del target ma, al contrario, se non lo si raggiunge si è disdettati per colpa, senza diritto a nessuna indennità e senza alcun preavviso. Anche se per 20-30 anni hai sempre lavorato in maniera corretta, hai sempre raggiunto gli obiettivi prefissati, non conta nulla è sufficiente un anno o un semestre in cui non raggiungi il target per svariati motivi indipendenti dall’operato dell’agente, che ci si ritrova disdettati per colpa.

Una mostruosità senza senso, nonostante la Cassazione abbia posto dei limiti ben precisi alla applicabilità della clausola risolutiva, questi continuano imperterriti ad inserirla ed applicarla confidando sulla scarsa propensione dell’agente al ricorso alla magistratura.

La stessa cosa dicasi per i pagamenti dei clienti, è sufficiente che il numero degli insoluti superi una percentuale risibile, 3-5% ed ecco che scatta, a piacimento della mandante, la spada di Damocle, e ci si ritrova senza mandato e senza indennizzi.

Ma che colpa abbiamo noi se i tuoi prodotti sono fuori mercato se non hai provveduto ad aggiornarli, se i tuoi listini non sono concorrenziali, se sei incapace a gestire una azienda, se sei incompetente nel programmare la produzione e la commercializzazione?

Ma che colpa abbiamo noi se il cliente non rispetta le scadenze, se le consegne sono errate, se i prodotti non rispettano gli standard qualitativi, se i tuoi listini non sono concorrenziali.

Ma che colpa abbiamo noi se raggiungere il target è diventato impossibile in quano hai inventato la vendita online, l’E-commerce, sulla quale non ci riconosci le provvigioni, ed il cui fatturato non rientra nel target: che colpa abbiamo noi se fornisci direttamente i nostri clienti o i consumatori finali anche a prezzi più bassi del listino che ci hai fornito, e ciò, oltre a ridurci le possibilità di vendita ci costringe anche a subire la concorrenza sleale da parte tua sul territorio.

L’agente non è pagato con fissi mensili, è pagato solo a provvigioni, solo sul venduto e solo su ciò che i clienti hanno effettivamente pagato, il suo interesse quindi è quello di vendere il più possibile, più vende , più guadagna, questa è la cerniera che la tiene unita all’azienda abbiamo lo stesso medesimo interesse.

Lavorare sotto minaccia è controproducente e va a discapito sia dell’azienda che dell’agente.

Giovanni Di Pietro

venerdì 6 maggio 2022

PUOI RICHIEDERE QUESTI CONTRIBUTI  DAL SITO ENASARCO O RIVOLGENDOTI AI NOSTRI UFFICI.

Telefona per un appuntamento al n° 085 295294 o invia una mail a segreteria@usarcipescara.it





Programma Assistena  Enasarco 2022 SAI CHE POTRESTI AVER DIRITTO A QUESTI CONTRIBUTI?




              Erogazioni Straordinarie Covid 19


            Contributi Asili Nido



Contributo a Pensionati Enasarco a Case di Riposo



  • contributo nascita e adozione



  • contributo per maternità


  • contributo per infortunio, malattia e ricovero



  • contributo per spese funerarie



  • contributo per erogazioni straordinarie



  • contributo per erogazioni straordinarie over 75 anni



  • Contributo Progetto Salute Donna



  • Premi studio per conseguimento obiettivo scolastico ed accademico



  • Premi per tesi di Laurea in materia di contratto di agenzia e previdenza integrativa.



  • Contributo per assistenza personale permanente;



  • Contributo assistenza a figli disabili;

venerdì 14 gennaio 2022

Variazione di provvigioni, zona, clientela.

La Trappola

Vi sono due modi per comunicare all'agente, da parte della mandante, la variazione di zona, provvigioni e clientela,

La prima, la più naturale, è quella che prevede una comunicazione a mezzo pec o raccomandata dove la mandante informa l'agente della sua volontà di variare il contenuto economico del rapporto;

" la presente unicamente per comunicarle che a far data dal ricevimeno della presente le provvigioni passeranno al 10% al 7%. "   (variazione del 30%)

Nel caso in esame, occorre tener presente che per le variazioni che vanno dal  il 5,1% al 20%, a seconda del riferimento all'AEC Commercio o Industia o confapi....., l'agente, entro 30 gg dal ricevimento della comunicazione può decidere se accettare o meno la variazione comunicata dalla mandante.

La mancata accettazione costituisce disdetta con preavviso da parte mandante con il riconoscimento di tutte le indennità. (att.ne, durante il preavviso le condizioni restano quelle ante comunicazione, quindi le provvigioni rimangono al 10% e non al 7%).

La seconda, la più subdola, fatta in assoluta malafede contando sulla scarsa conoscenza da parte dell'agente del valore giuridico della forma usata, consiste nell'inviare all'agente una comunicazione di variazione chiedendone la sottoscrizione da parte dell'agente (variazione consensuale).

" con il presente documento si conviene che con la sottoscrizione della stesso le provvigioni passeranno dal 10% al 7% .

Firma mandante                                                        firma agente "

In questo caso, non ci troviamo di fronte ad una variaione unilaterale, ma ad una variazione consensuale, (anche se di consensuale vi è poco o nulla)  che presupponendo l'accordo tra le parti, non dà diritto al preavviso, e l'effetto della variazione è immediata togliendo ogni possibilità all'agente  che ha sottoscritto il documento di accampare, successivamente, alcuna pretesa.

La differenza tra le due condizioni sembrerebbe poco importante, invece è sostanziale.

Nel primo caso se ad esempio la variazione fosse del 4% , quindi al di sotto della variazione di minima entità,  l'agente deve accettare sena poter opporre alcun diritto, mentre nel caso in cui la variazione dovesse ripetersi nell'arco di 12/18 mesi, queste si sommano, (4% + 4% +4% = 12%), in questo caso, al momendo della seconda modifica o della terza, l'agente può decidere di non accettare l'ulteriore riduzione con il diritto a tutte le indennità, mentre nel secondo caso, con la sottoscrizione da parte dell'agente del ocumento di vatiazione, la modifica essendo consensuale, ovvero accettata, l'agente non può accampare alcuna pretesa. 

E' opportuno quindi, ogni qualvolta vi sia una qualsiasi variazione, o richiesta di sottoscrizione di un documento, rivolgersi alla propria associazione e colsultare l'esperto.

Giovanni Di Pietro 



giovedì 6 gennaio 2022

IL PIGNORAMENTO DELLE PROVVIGIONI

 Le provvigioni possone essere pignorate al 100%?

La crisi economica, eventuali notevoli spese mediche, la malattia, o una cattiva amministrazione, possono far si che l’agente di commercio accumuli una serie di debiti con lo stato o con i privati, e non abbia più la forza di far fronte ai suoi impegni.

Qualora lo Stato, l’Agenzia delle Entrate, o lo stesso privato, decidessero di attivarsi per poter recuperare i propri crediti, l'agente diverrebbe  insolvente e,  perdurando la difficoltà ad ottenere bonariamente la soddisfazione del proprio avere, al creditore non resterebbe altro che ricorrere alla procedura di esecuzione forzata;  trattandosi di crediti di denaro, parliamo di Pignoramento.

Per poter dar corso al pignoramento, il  creditore deve essere in possesso di un titolo esecutivo al fine di ottenere latto di precetto nei confronti dell'agente.

Con la procedura di Pignoramento il creditore vincola i beni del debitore per esercitare un diritto di rimborso di un credito insoluto.

Il Pignoramento puo’ essere:

  • Immobiliare, se ha per oggetto beni immobili;

  • Mobiliare, se ha per oggetto beni di valore come arredamento, quadri, tappeti, auto, ecc ;

  • Presso terzi, se ha per oggetto crediti o beni del debitore che sono nella disponibilità di terzi.

Generalmente l’agenzia delle entrate o qualsiasi creditore, cerca di pignorare il 100% del proprio credito senza curarsi se il pignoramento delle provvigioni è sottoposto a dei limiti (in passato non lo era).

E’ ovvio che un pignoramento del 100% metterebbe l’agente nella condizione di non poter più lavorare e provvedere al minimo sostentamento sdella propria famiglia.

La Suprema Corte di Cassazione con sentenza n 685 del 18/01/2012 ha affrontato l’argomento delle espropriazioni verso terzi, ovvero, verso le stesse mandanti, bloccandone il pagamento, paragonando la pignorabilità delle provvigioni degli agenti di commercio agli stipendi dei lavoratori dipendenti.

Pignoramento delle Provvigioni presso le Aziende Mandanti

La cassazione quindi ha ritenuto che le provvigioni vanno equiparate ai salari pubblici e privati come previsto dalla modifica della legge 311/04 e legge 311/04 e DPR 180/05, e pertanto possono essere pignorate, presso le ditte mandanti, nei limiti di un quinto (1/5) del loro ammontare al netto delle ritenute fiscali.

Secondo dottrina, alcuni giuristi sostengono che detto limite si applica esclusivamente all’agente Monomandatario, mentre per il pluri detto limite si applicherebbe esclusivamente alla azienda più importante lasciando per le altre la possibilità del pignoramento al 100% .

- Pignoramento delle provvigioni già accreditate sul cc bancario

Oltre che presso le aziende mandanti il pignoramento può avvenire presso l’istituto di credito utilizzato per l’accreditamento delle provvigioni. Quel che cambia è l'importo che può essere aggredito in caso di somme ricevute a titolo di provvigioni dal debitore e già accreditate nel conto bancario o postale. Con riferimento a tali giacenze, infatti, il codice di rito stabilisce che il pignoramento può riguardare solo ed esclusivamente gli importi eccedenti il triplo dell'assegno sociale circa 500 € mensili € 500,00 x 3 = 1.500,00; nessun limite invece per altre giacenze

Pignoramenti da parte degli Agenti delle Riscossioni (ex Equitalia, Soget, ecc...) 

Qualora invece si tratti di pignoramento effettuato ai sensi dell'articolo 72 bis del D.P.R. 602/73 da parte dell'Agente della riscossione, i limiti sono quelli indicati nell'articolo 72 ter del D.P.R. 602/73 ( 1/5 per importi superiori a 5.000 euro; ossia 1/10 per importi fino a 2.500,00 euro; 1/7 per importi da 2.500,00 a 5.000,00 euro;).

Tali limiti si applicano esclusivamente agli agenti che svolgono l’attività prevalentemente personale, quindi le società di agenzia, sia di persona che di capitale, sono escluse da questo beneficio

Violazione dei limiti del pignoramento

Qualora chi effettuasse il pignoramento dovesse eccedere detti limiti, non rispettandoli, il pignoramento sarebbe da considerarsi inefficace per la parte eccedente i detti limiti.

L'inefficacia può essere eccepita dal debitore in sede di opposizione all'esecuzione dinanzi al Tribunale ordinario, in funzione di Giudice dell'esecuzione, sia che si tratti di materia tributaria che di materia extra tributaria.

Il debitore pignorato potrà anche chiedere il risarcimento del danno che gli sia derivato dal pignoramento illegittimo.

Giovanni Di Pietro





martedì 21 settembre 2021

GLI AGENTI ARTEFICI DELLA RIPRESA DEL MERCATO DOPO IL LOCK DOWN

Cosa sta accadendo alla categoria degli agenti Enasarco dopo la riapertura di tutte le attività.

 Dai dati sanitari la sensazione è quella che il tutto stia andando verso la soluzione migliore.I contagi sono in netta diminuzione ed i ricoveri in terapia intensiva sono sporadici e per lo più di persone non vaccinate. Ci auguriamo di uscire al più presto da questa ennesima piaga che ha martoriato per quasi due anni le persone e l’economia e gli agenti di commercio.

Gli agenti commerciali sono tra quelli che ne hanno risentito in misura maggiore, ad esclusione di alcuni settori prettamente legati alla pandemia. Tutti gli altri hanno dovuto stringere i denti vista la chiusura degli esercizi, la chiusura di molte fabbriche, ed il lock down che ha impedito la promozione dei prodotti da una parte e l’impossibilità agli acquisti da parte dei consumatori dall’altra.

In questo periodo lo ha fatta da padrone la vendita per corrispondenza, la vendita online, la vendita da parte dei grandi colossi del web, Amazon. Aliexpress, Ebay, e le altre decine e decine di aziende specializzate nell’e_commerce che hanno avuto incrementi di vendita notevolissime.

Tutto ciò ha messo in allarme la categoria degli agenti commerciali i quali giustamente temevano un calo sostanziale nelle vendite con conseguente chiusura della attività, il timore che il grande aumento della vendita online si sarebbe trasformato in qualcosa di strutturale forti diminuzioni del numero degli agenti Tutto ciò avrebbe messo in crisi anche la fondazione Enasarco che gestisce le pensioni degli agenti commerciali; il suo calo avrebbe potuto causare un contraccolpo per la stabilità della stessa Enasarco.

Non abbiamo ancora dati certi circa l’andamento delle vendite degli agenti ma tutti gli indici appaiono positivi. Il PIL prodotto interno lordo ha avuto un incremento del 17,3% sul 2020, il turismo ha avuto un boom che non veniva registrato da diversi anni, le strutture alberghiere hanno registrato il tutto pieno. Anche il polso della categoria, sondaggiato dalla USARCI appare buono, il mercato è in ripresa, gli ordinativi sono in aumento, insomma tutto fa sperare di aver superato il periodo buio.

Tutto ciò, senza gridare a facili ottimismi, fa ben sperare, ed anche le Entrate Enasarco potrebbero tirare un sospiro di sollievo e così mettere a tacere i menagrami e quelli che godrebbero di una mancata ripresa,

Anche le richieste di agenti sono in aumento nei giornali specializzati e sui siti web

In tutto questo contesto di novella positività, l’unica nota negativa è rappresentata dal comportamento delle mandanti, sempre più alla ricerca del facile arricchimento alle spalle di una categoria già fin troppo vessata tra budget impossibili, riduzioni arbitrarie provvigionali, richieste assurde di rapportini e/o relazioni, uso di CRM impossibili, che sottraggono tanto di quel tempo alla promozione e tolgono l’autonomia all’agente.

L’Usarci ha chiesto alle consorelle la ripresa del confronto sui rinnovi degli AEC ormai scaduti da troppo tempo con la speranza di giungere ad un rapido rinnovo della contrattazione collettiva che possa rendere onore alla autonomia degli agenti, attività ormai sempre più vicina al quella dei dipendenti ma senza il diritto alle tutele contrattuali. 

Giovanni Di Pietro 

 

martedì 13 luglio 2021

Gli Agenti Commerciali dopo la Pandemia

 Cosa sta accadendo all'attività dell'Agente Commerciale

Pensare a cosa possa accadere domani non è certamente facile, non di meno è possibile fare previsioni su ciò che potrà essere il futuro di una professione come quella dell’agente commerciale, professione che per sua natura viaggia di pari passo con l’economia internazionale. Molti cosiddetti esperti ed economisti si sono cimentati in queste previsioni,  hanno fallito clamorosamente molto spesso con ipotesi lontane dalla realtà.

Lasciamo alle cassandre ed ai cantastorie le predizioni ed atteniamoci a ciò che sta accadendo ed è accaduto negli ultimi cinque anni nel commercio e nella distribuzione nazionale ed internazionale, cerchiamo di farlo senza pessimismo né ottimismo ma solo con molto realismo partendo da un presupposto; "guidare il progresso e l’economia è molto difficile, viaggiano da sole e con bruschi cambiamenti".

E’ evidente l’esistenza di una sostanziale differenza tra l’Italia e gli altri paesi europei in materia di agenzia. L’Italia da sempre ha basato la propria economia sull’esistenza di centinaia di migliaia di aziende artigianali e di piccole industrie che hanno costituito l’ossatura del nostro sistema produttivo ed il fiore all’occhiello della nostra nazione, il cosiddetto “made in Italy”.

Il tessuto produttivo delle altre nazioni aveva da tempo subito trasformazioni e la grande industria insieme alla grande distribuzione avevano già soppiantato i piccoli produttori e la piccola distribuzione con ripercussioni pesanti sulla attività di agenzia. E’ sufficiente guardare la tabella sottostante con dati del 2019 per rendersi conto della enorme differenza del numero di agenti tra i vari paesi Europei e l’Italia.

Anche il nostro paese, seppure con notevole ritardo, sta subendo quella trasformazione già anticipata da alcuni decenni nelle altre nazioni. Il drastico calo dell’artigianato, l’ossatura principale produttiva dell’Italia, ha portato alla cancellazione di migliaia di agenti impiegati nella promozione delle vendite dei loro manufatti; basti pensare che solo nel 2019, anno precedente al Covid 19, sono sparite ben 12 mila aziende artigianali insieme a molte piccole imprese ed alla quasi totale sparizione della piccola distribuzione.

Questo cambiamento sta portando anche il nostro paese verso una massificazione del prodotto, una omologazione della produzione verso il basso. E’ sufficiente guardare alcuni settori come l’abbigliamento, il mobile, solo per fare degli esempi, per rendersene conto. Le nostre città erano piene di negozi di abbigliamento e di mobili che trattavano prodotti che per foggia, materiali, prezzi, erano molto diversi tra loro sia per qualità che per design, (tralasciamo le cosiddette boutique, resistono in quanto si rivolgono ad una clientela elitaria). Oggi tutto ciò non esiste più, i piccoli negozi sono stati sostituiti da ipermercati, dalla grande distribuzione, o da catene di negozi dove il livello qualitativo dei prodotti è molto basso, vedasi i mercatoni, ikea, e centri d’abbigliamento pieni e stracolmi di “cineserie” dove trovare un capo decente rappresenta un’avventura, o dove il mobile non è più un manufatto ligneo, ma realizzato con sottoprodotti. In questo panorama l’agente commerciale è il primo a pagarne le conseguenze; l’artefice del bene, della crescita di questa miriade di piccole aziende, spesso a carattere familiare, è stato spazzato via.

Così siamo passati da circa 240 mila agenti del 2016 a circa 215 mila del 2020 con un calo di circa 25 mila unità , 5 mila agenti in meno, l’anno.

Unica nota positiva è costituito dal leggero e costante aumento in percentuale delle agenti donne. Nonostante la complessità della professione e delle rinunce che ne comporta, le donne hanno abbracciato questa professione ritenuta fino a qualche anno fa, appannaggio esclusivo dei maschi. 


 Non è solo il calo degli agenti a destare allarme, ma l’aumento costante della loro età media passata da 36,5 anni del 2016 a 40 anni del 2020, un preoccupante invecchiamento della categoria che metet a nudo i problemi di questa attività e dimostra lo scarso interesse dei giovani per intraprendere questa professione.

In questo scenario non roseo, deve aggiungersi la crescita esponenziale del commercio on_line, le varie piattaforme di distribuzione, Amazon, eBay solo per citarne alcune, oltre all’ecommerce, ha contribuito a dare un ulteriore colpo alla attività di agenzia oltre che alla vendita al dettaglio.

E’ pur vero che Il notevole sviluppo della vendita on_line è stata favorita in maniera massiccia dalla pandemia che ha colpito l’ intero pianeta nel 2020 e 2021. Intere città, comuni, famiglie sono state necessariamente segregate in casa, costrette a non poter uscire, insieme alla chiusura temporanea di quasi tutti i negozi al dettaglio.

Era impossibile procedere a qualsiasi acquisto che non fosse di generi alimentari, per poter fare compere non restava altro che rivolgersi alle varie piattaforme dell’ecommerce.

Commetteremmo un errore però se addossassimo la responsabilità alla sola pandemia. La vendita on_line è in continua ascesa e con incrementi importanti, ciò è dovuto non solo ad una reale competizione sul prezzo, ma su tanti altri aspetti forse più importanti. Cos’è che spesso provoca il ripensamento all’acquisto nel negozio tradizionale? 

 Nel negozio tradizionale abbiamo il venditore, il commesso che ci consiglia, e spesso ci preme o cerca di condizionarci all’acquisto; una volta comprato il prodotto, ci si accorge che forse l’acquisto è stato avventato, l'acquisto non soddisfava appieno il nostro bisogno, sarebbe stato meglio comprare un altro prodotto o non comprarlo affatto. Ebbene, con gran parte dell’ecommerce ciò non accade, sono diverse le piattaforme che permettono la restituzione del prodotto entro 30 gg dall’acquisto, anche se è stato utilizzato, con rimborso totale del pagato, persino le automobili si possono tenere in prova per 15 gg e renderle senza alcun addebito.

Competere con questi non è certamente facile. A tutto ciò si aggiunga l’esclusione dell’agente dalle provvigioni sulle vendite di prodotti che l’azienda produttrice fornisce a queste piattaforme o effettuando direttamente la vendita on-line, Questo sistema provoca una situazione limite; il consumatore si reca nel negozio per un acquisto, sia esso un elettrodomestico o un paio di scarpe poco importa, esamina il prodotto, ne chiede il prezzo, successivamente lo confronta su internet e procede all’acquisto on_line trovandolo ovviamente più conveniente.

Questo sistema è doppiamente deleterio per l’agente, il suo cliente non riacquista ed a lungo andare è costretto a chiudere con conseguente cessazione dell’attività anche da parte dell’agente. Proprio questo è senza dubbio, uno dei motivi che allontanano  i giovani da questa professione, senza alcuna garanzia, senza alcuna prospettiva di guadagno, i giovani non si avvicinano e non si innamorano di questa professione tra le più belle che esistano.

E’ pur vero che in Italia il numero degli agenti è gonfiato da figure che nulla hanno a vedere con la categoria, vedasi gli addetti alla tentata vendita, questi altro non sono che ex viaggiatori piazzisti inquadrati come agenti al solo fine di eludere il contratto da dipendente, o i monomandatari, altra figura più vicina al dipendente che al vero agente. Ma anche eliminando queste figure, difficilmente si arriverà ad una riduzione del numero degli agenti, è improbabile giungere ai numeri presenti negli altri paesi.

Arginare il calo degli agenti è possibile, ma è necessaria la volontà sia degli agenti sia delle mandanti; lo vorranno? Gli agenti dovranno imparare a professionalizzarsi e lasciare che un pò del proprio ego dia spazio alla formazione, alla professionalizzazione, pochi sono gli agenti formati ed occorre comprendere che vi è sempre spazio all’apprendimento.

Da parte aziendale sarebbe necessario comprendere come non sempre fare economia a svantaggio degli agenti, porti beneficio, è quasi sempre deleterio, l’agente è l’unico lavoratore a costo zero, più guadagna più l’azienda prospera, limare sistematicamente le provvigioni porta scontento, e voglia di cambiare.

Non è possibile fermare il cambiamento, dobbiamo pertanto attenderci una variazione al ribasso del numero degli agenti ma nello stesso tempo è pura utopia pensare di poterli sostituire con internet. Sono molti i settori dove l’agente potrebbe tornare molto utile, anche alle piattaforme ecommerce; la ricerca di prodotti, di produttori, di esercenti è molto importante per queste piattaforme distributive. Nel nostro paese l’agente di commercio viene visto esclusivamente come colui che propone la vendita, ma da anni in Europa esiste la figura dell’agente addetto agli acquisti, figura riconosciuta finanche dalla direttiva Europea, la 86/653 “ (Art 1 comma 2) Ai sensi della presente direttiva per agente commerciale si intende la persona che, in qualità di intermediario indipendente, è incaricata in maniera permanente di trattare per un'altra persona, qui di seguito chiamata preponente, la vendita o l'acquisto di merci, ovvero di trattare e di concludere dette operazioni in nome e per conto del preponente).

Ad meliora et maiora semper


Giovanni Di Pietro





venerdì 2 luglio 2021

La Redditività dell'Agenzia Commerciale

 Conoscere la propria capacità di produrre reddito è importante.



Non sono molti gli agenti che conoscono a fondo la loro agenzia, pochi sono quelli che sanno programmare la propria attività e, dulcis in fundo , pochissimi sono in grado di valutare la redditività della propria agenzia, o non ci si sono mai cimentati, "non ho tempo" sempre presi dalla smania di correre di fare ordini e spesso si finisce come "il  boscaiolo tenace"

Generalmente l’agente è un individuo solitario, poco propenso alla socialità con i colleghi e men che meno sono portati all'associativismo ma, quello che colpisce di più nell’ascoltarli, è l’immodestia nelle tecniche di vendita, nell’analisi dei piani di lavoro. 

In genere l’agente di commercio, lo sono stato per 37 anni, è convinto di sapere tutto e di essere il migliore venditore che esista. Purtroppo la realtà è tutt’altra cosa; se, un pizzico di immodestia venisse usata anche con le mandanti, forse le cose migliorerebbero.

Proprio nell’ottica di conoscere meglio la propri agenzia, mi sono cimentato nel realizzare un programmino, dove, rispondendo a poche e semplici domande, fornisce, senza alcuna presunzione di scientificità, ma solo indicativamente, la valutazione della redditività della propra agenzia.

Per calcolarla cliccare al link: 

http://www.giovannidipietro.it/doc/Modulo_La_redditivita_dell_agenzia.xls