sabato 3 gennaio 2015

IL MOBBING NEL CONTRATTO DI AGENZIA

                                                                                    (e' gradito un commento)

Ci sarà mai qualcuno in grado di dimostrarlo in giudizio ? Molto difficile tenuto conto della autonomia del contratto, ma lanciamo una pietra nello stagno, non si sa mai...

Il Mobbing è quella forma di violenza o pressione psicologica esercitato principalmente dal datore di lavoro o da un superiore sul luogo di lavoro allo scopo di eliminare o distruggere psicologicamente una persona al fine di provocarne il licenziamento o trarne dei vantaggi.
Il Mobbing è un reato perseguibile sia penalmente che civilmente .
Ogni qualvolta parliamo di mobbing , ci viene spontaneo e naturale associare questa forma di violenza al lavoro dipendente e principalmente alle lavoratrici, ma il mobbing non è una persecuzione solamente a scopo sessuale, e non è rivolta esclusivamente al sesso femminile, esso è perpetrato indifferentemente sia sull’uomo che sulla donna.
Anche l’agente commerciale non è esente da una forma più o meno sottile di intimidazione sicuramente simile od uguale al Mobbing. Da qualche anno è sottoposto continuamente e ripetutamente a prevaricazioni , imposizioni, che nulla hanno da invidiare a quelle del lavoro dipendente, sicchè in molti casi esso è ancora più incisivo.
E’ troppo semplicistico ritenere che trattandosi di un lavoro autonomo, si è liberi di accettare o meno determinate prevaricazioni; la ns libertà è molto relativa, certo, possiamo non accettare, ma la mancata accettazione comporta la disdetta del contratto,  ma con quali conseguenze? Occorre inoltre considerare che nessuno può volontariamente sottrarsi all'ineluttabilità del doversi procurare i mezzi di sostentamento per sé e per la propria famiglia, quindi nulla di diverso dal lavoratore dipendente, per il quale , spesso o quasi sempre il licenziamento del lavoratore dipendente è molto più difficile.
L’agente commerciale è vincolato a svolgere per una o più mandanti la promozione delle vendite alle condizioni sottoscritte contrattualmente.
La quasi totalità dei contratti ormai contengono clausole unilaterali, così dispotiche, che nulla avrebbero a che vedere con un lavoro AUTONOMO, purtroppo si è quasi sempre costretti ad accettare. Una volta firmato il contratto, non sono solo le eventuali clausole cosiddette vessatorie a turbare l’agente commerciale, iniziano ripetuti , reiterati ed arbitrari condizionamenti, come: riduzioni di provvigioni, il cliente in accordo con il capo area o con la ditta stessa ottiene uno sconto extra, o una dilazione maggiore del pagamento, ed ecco ridotta la provvigione, a nulla valgono le lamentele, la risposta è : questa è la politica aziendale; un cliente diventa importante, ecco arrivare un foglio dove è scritto che in accordo con la mandante si è ritenuto giusto ridurre le provvigioni per quel cliente, se non addirittura convenire che lo stesso passi cliente direzionale; ed ancora,
l’ imposizione di strumenti elettronici particolari, pretendere la presenza sul punto vendita o nelle fiere o a determinate manifestazioni senza neppure riconoscere il rimborso spese, ed ancora il non ricevere risposta a richieste scritte o verbali, ottenere solo rifiuti a richieste di carattere professionale, essere oggetto di continue variazioni di zona di lavoro.
Ciò è solo un modestissimo esempio di come le ns mandanti o direttori commerciali, attuano un sopruso verso l’agente commerciale.
Questo comportamento reiterato nel tempo, non provoca solo un danno economico, ma principalmente un danno biologico e psicologico. Solo pochi agenti hanno la capacità, la forza, il potere, di porre fine a questi comportamenti, ma per far terminare queste prevaricazioni devono spesso rinunciare al mandato oppure subire in silenzio questi comportamenti, non è sempre facile sostituire una mandante alla quale spesso si è dedicato anni di lavoro.

Gianni Di Pietro

Articolo del  20 marzo 2006

5 commenti:

Attimolibero ha detto...

Condivido in toto il tuo articolo.
Tutto vero,ma la colpa di chi é se non di noi venditori che continuiamo ad accettare certe imposizioni per guadagnare pochi euro.?
Siamo in troppi e cosi siamo facilmente ricattabili.
Le mandanti hanno gli stessi problemi ,lavorando in un mercato asfittico dove c' é un offerta superiore alla richiesta.
Brutta vita per tutti.
A volte nella vita si deve cambiare,per non essere schiavi e questo vale per noi agenti,che per gli imprenditori.
Corrado.


Unknown ha detto...

Il mobbing può essere invalidante a tal punto da rendere la vita della persona un inferno, fatto di ansie e di paure.
Le mandanti questo lo sanno e se ne approfittano, specie con i monomandatari.
Purtroppo su molti punti la nostra categoria è disomogenea e non attua nessuna forma di rivalsa nei confronti di aziende che praticano questo tipo di sistemi per mettere a tacere un agente. Dovremmo immediatamente denunciare e avere dei giudigi in grado di valutare la gravità di questi atteggimenti, anche perché non si limitano alla sola sfera lavorativa, ma anche a quella personale ripercuotendosi pure sulla salute del soggetto che la subisce.

Simona ha detto...

Il fatto che nessuno denunci gli abusi e i danni a carico degli agenti, fondamentalmente è perché tanto non vengono comunque tutelati dalla legge che, in merito ai diritti dell’agente prevede poco e niente, in più, trovare un avvocato che sia in grado di farli valere è praticamente impossibile!
Attualmente sono sottoposta a mobbing da parte del capo area e, la certezza dei miei colleghi che verrò fatta fuori e si spartiranno anche più soldi, li ha spinti a dargli una mano per mettermi in condizioni di andare via.
Ho chiesto urgentemente un colloquio con l’amministratore delegato per metterlo al corrente dei fatti che, sono sicura, non immagina minimamente. Non so come finirà, ma stavolta non mi fermerò finché non mi sarò tolta quel maiale di torno e mi auguro tanto di non dover intentare una causa per mobbing, perché, per come va la giustizia in Italia, lui farebbe in tempo a diventare il successore dell’attu AD e io a finire in un ospedale psichiatrico.
Conoscete qualcuno che possa aiutarmi?!

Simona ha detto...

Il fatto che nessuno denunci prevaricazioni e abusi, fondamentalmente dipende dal fatto che tanto la legge, in merito ai diritti dell’agente, tutela poco e niente, in più...vallo un po’ a trovare un avvocato in grado di far valere quei pochi diritti previsti...!
Attualmente sono sottoposta a mobbing da parte del capo area e, la certezza dei miei colleghi che verrò fatta fuori e si spartiranno anche più soldi, li ha spinti a dargli una mano per mettermi in condizioni di andare via.
Ho chiesto urgentemente un colloquio con l’amministratore delegato per metterlo al corrente dei fatti che, sono sicura, non immagina minimamente. Non so come finirà, ma stavolta non mi fermerò finché non mi sarò tolta quel maiale di torno.
Mi auguro tanto di non dover intentare una causa per mobbing, perché, per come va la giustizia in Italia, lui farebbe in tempo a diventare il successore dell’attuale AD e io a finire in un ospedale psichiatrico!!!
Conoscete qualcuno che mi possa aiutare???
Simona

Giovanni Di Pietro ha detto...

Simona,
mi invii il tuto indirizzo alla mia mail AGENTIERAPPRESENTANTI@GMAIL.COM

Giovanni Di Pietro