sabato 25 maggio 2024

LXIII Assemblea Nazionale USARCI, Jesi 24/25 maggio 2024

Intervento del Presidente Nazionale Giovanni Di Pietro


Buon Compleanno USARCI! 

 

Il nostro sindacato festeggia quest’anno i suoi primi settantacinque anni. 

 

Era il 29 gennaio 1949 quando tre associazioni, quella di Venezia, Bari e Parma, decisero di dare vita ad un Sindacato Nazionale al quale diedero il nome di USARCI, Unione Sindacati Agenti Rappresentanti di Commercio Italiani, un giorno molto importante per tutta la categoria degli agenti.

 

   Sono trascorsi tre quarti di secolo pieni di sfide, di battaglie, di contrattazione, di norme, di direttive europee, con l’intento di offrire tutele maggiori ed avere migliori relazioni sindacali cercando di coniugare le necessità delle ditte mandanti con quella dei diritti degli agenti, lavoro non certo facile. 

 

Autorità, Gentili ospiti, care amiche ed amici dell’Usarci.

 

I momenti di crisi sembrano non debbano abbandonarci mai, dopo il covid, la guerra in Ucraina, la crisi energetica la guerra in medio oriente si profila all’orizzonte la crisi alimentare. 

In tutto ciò l’Europa sembra non avere una politica vera e l’Italia non è da meno. 

 

La crescita del Pil nazionale avvenuta nel periodo dopo Covid e dovuta principalmente al bonus 110, si è notevolmente indebolita anche a causa dei forti shock negativi causati dalla situazione critica internazionale. 

 

La categoria degli agenti soffre come quella degli altri lavoratori non tanto della mancanza di diritti, ma a causa della precarietà del lavoro. Siamo passati da una durata media dei mandati di oltre cinque anni dei decenni precedenti agli attuali 2,3. Oggi, molte mandanti non appena vedono consolidata la propria clientela trovano vari pretesti, inventano mille cavilli per recedere dal contratto addebitando una ipotetica colpa all’agente, con l’intento di non liquidare le misere somme indennitarie con la conseguenza del notevole aumento del contenzioso.

 

Questa precarietà, aggiunta alla continua diminuzione delle percentuali provvigionali, aggiunto ai continui tagli di zona, di clientela, di prodotti, non rendono più appetibile questa professione provocando un calo del numero degli agenti, i giovani non sono più attratti da questa attività. 

 

E’ un circolo vizioso, le mandanti vogliono fare economia proprio sulla categoria che è a costo zero. Le continue riduzioni delle provvigioni o altri tipi di costrizione si ripercuotono contro le aziende stesse con la conseguenza della grande difficoltà da parte delle imprese nel trovare nuovi validi collaboratori.

 

 Nonostante l’attività dell’agente di commercio sia da considerarsi autonoma, la maggior parte di essi risulta vessata, la crescita continua dei mono mandati o dei falsi  pluri mandati pone l’agente nella condizione subordinata, sottoposta a continue pressioni da parte di ispettori, capiarea capizona che hanno snaturato completamente l’attività autonoma. Assistiamo da diversi anni a comportamenti molesti che fino a ieri erano riservati solo ai lavoratori dipendenti, e che ora sono stati mutuati anche al rapporto di agenzia. 

 

Lo stalking, il mobbing lo staining, il bossing, sono stati trasferiti anche alla nostra categoria ma non vengono riconosciuti a livello legale visto la tipicità del lavoro. Questi continui comportamenti hanno portato gran parte della categoria ad una grave situazione di stress a cui è stato dato il nome di  bournout ; (tradotto “bruciato”, “scoppiato”) è un sintomo che si presenta quando l’agente non riesce più a fronteggiare in maniera costruttiva tutte le difficoltà che quotidianamente si presentano a livello lavorativo.

 

A ciò deve aggiungersi il peggioramento delle relazioni sindacali. 

 

Oggi la categoria ha bisogno di un sistema di rappresentatività forte, unito, in grado di assicurare fiducia e serietà.

Noi dell’Usarci abbiamo da sempre sostenuto il valore dell’unità sindacale quale strumento capace di dare effettiva soluzione ai problemi ed alle aspettative della nostra Categoria, devo dirvi però che abbiamo trovato poco ascolto tra le nostre consorelle.

 

Siamo sempre stati l’unico sindacato veramente autonomo, è sempre stato il nostro fiore all’occhiello e nonostante il notevole calo del numero degli agenti l’Usarci continua a crescere; anche quest’anno riscontriamo un sostanziale segno positivo. 

 

Mentre nel passato la nostra Categoria riusciva a riassorbire gli effetti negativi dei periodi economici difficili; oggi non è più così facile, continuiamo a lasciare sul campo migliaia di colleghi senza che forze nuove ne prendano il posto.

Questo problema dell’invecchiamento progressivo e dell’assottigliamento della Categoria ce lo portiamo dietro da ormai troppo tempo, e sta minando la nostra previdenza Enasarco, sempre più alle prese con un rapporto attivi/pensionati in progressivo peggioramento.

 

Abbiamo superato la nostra “guerra” interna all’Enasarco, abbiamo sicuramente dato prova di senso di responsabilità, lasciandoci alle spalle un braccio di ferro provocato da regole ormai fuori dal tempo ed abbiamo intrapreso un cammino alla ricerca di coesione, perché solamente così è possibile trovare soluzioni ai problemi della Categoria, ma la strada è ancora lunga.

 

Occorre ridare slancio a questa professione. Lo strumento cardine dovrebbe essere la formazione continua degli agenti, renderla obbligatoria come per i professionisti, ma per dare attuazione a tutto ciò occorrono organizzazione,  risorse e volontà. Il mondo del lavoro dipendente ha superato questo scoglio con l’istituzione degli enti bilaterali. Noi, sindacati degli agenti, insieme ai sindacati delle mandanti ne parliamo da decenni, ma sempre in maniera superficiale, arenandoci alle prime difficoltà. 

 

Il maggior ostacolo che i sindacati incontrano nel proprio percorso è rappresentato dalla disaffezione dei lavoratori a questa nobile istituzione. Anche i sindacati degli agenti soffrono dello stesso problema.

 

La mancanza di incontri, di confronto, la mancanza di dialogo è alla base di tutte queste difficoltà; negli ultimi 10 anni vi sono stati tre incontri con le controparti commerciali e nessuna con quelle industriali; con simili prerogative è impossibile qualsiasi confronto, è impossibile qualsiasi soluzione, qualsiasi progresso. Eppure avere degli agenti veramente formati

 

preparati, dovrebbe essere la peculiarità principale per una mandante, i centri di formazione potrebbero essere il bacino dove attingere il proprio candidato sulla base delle peculiarità formative.  

 

I repentini cambiamenti del mercato, della distribuzione, della tecnologia hanno alterato il ruolo dell’agente. Il nuovo venditore deve conoscere in maniera approfondita le nuove tecnologie, deve saper sviluppare e comprendere nuove competenze digitali: il commercio elettronico, le piattaforme commerciali on line dei canali di vendita, l’intelligenza artificiale; questi sono elementi essenziali per rimanere nel mondo della vendita per avere successo nel mercato attuale.

Conoscere queste competenze digitali, non solo permette agli agenti di adattarsi ai cambiamenti del mercato, ma anche di distinguersi dalla concorrenza, raggiungere nuovi clienti e promuovere al meglio i prodotti e servizi offerti, senza queste conoscenze l’e-commerce avrà il sopravvento. 

 

Crediamo fermamente nella formazione, la riteniamo indispensabile per la crescita futura e per la sopravvivenza di questa categoria, ci crediamo così tanto che l’Usarci insieme al  Prof. Silvio Cardinali docente di marketing e Comunicazione nella facoltà di economia dell’Università Politecnico delle Marche ed in collaborazione con lo JUCAB, il sindacato internazionale degli agenti di cui l’Usarci fa parte, hanno presentato alla Comunità Europea un progetto formativo innovativo dall’acronimo di “LUCA” (Leveling Up Commercial Agents) (Far salire di livello gli agenti commerciali), finanziato dalla Comunità Europea. Il  progetto consiste nello sviluppare un corso di formazione internazionale e professionale per agenti di commercio in tutta Europa. Si tratta di preparare gli agenti attuali e futuri al mondo digitale, concentrandosi sulla vendita virtuale innovativa, sulle vendite interne e la creazione di contenuti multimediali oltre che sull’intelligenza artificiale. 

 

Questa iniziativa è nata dalla necessità di colmare il divario delle competenze digitali tra gli 1,4 milioni di agenti commerciali in Europa, fondamentali per il successo di molte piccole e medie imprese (PMI).

 

Oltre tutto ciò la nostra attività è minacciata dal crescente abusivismo, la nascita di nuove forme di intermediazione assottigliano sempre più la nostra categoria facendo venir meno il naturale flusso di forze nuove, tutto ciò rappresenta la sfida e la rinascita del sindacato.

 

Il sindacato oggi viene ritenuto dai più, un centro di potere e di interessi, in pochi lo vedono come è in realtà, una grandissima fabbrica di solidarietà, di libertà, di democrazia e di diritti, ma tutto ciò presenta un vulnus, e qui mi riferisco ai sindacati degli agenti che meglio conosco. Il sindacato si rivolge esclusivamente al mondo del lavoro, più precisamente si occupa solo di chi svolge l’attività, dimenticando spesso chi resta senza lavoro.

 

 Accade così che migliaia di agenti, in special modo mono mandatari, una volta disdettati, si ritrovano abbandonati, lasciati a loro stessi, senza alcun diritto, senza garanzie, senza alcun aiuto, senza alcun sostentamento. Sappiamo quanto sia difficile reinventarsi un lavoro, o trovare una altra mandante specialmente dopo i 50 anni, è quasi impossibile. Questo è uno dei motivi per cui l’agente si sente abbandonato, emarginato e lontano dal sindacato.  Partendo da questi esempi occorrerebbero individuare nuovi strumenti e nuove strade per ricollocare ed essere di sostegno a chi resta appiedato.

A ciò devono aggiungersi i mancati rinnovi dei nostri Accordi Economici Collettivi scaduti da più di un decennio e lasciati ad ammuffire in un angolo.

 

Che dire poi dell’annoso problema della deducibilità dell’auto, della legge che regola la nostra attività la 204/86 mai aggiornata da oltre 40 anni. Il ruolo stesso dell’agente deve essere rivisto, crescono infatti nuove attività di intermediazione che anziché allargare le nostre fila si collocano in una zona “grigia” senza regole, senza protezioni e senza previdenza.

 

Occorre ridare forza alle attività sindacali.  L’unità sindacale è un valore che perseguiamo da troppi anni, l’Usarci oggi torna a lanciare un appello a tutte le consorelle, un appello all’unità ed all’interesse comune.

 

Se si ha veramente a cuore la sorte degli agenti commerciali, l’unità è la sola strada da perseguire per costruire con responsabilità una nuova strada per il nostro agire, e cercare di risolvere insieme tutti i problemi.

Questo mio appello va anche alle organizzazioni datoriali, alle nostre controparti sindacali, affinché riaprano i tavoli di confronto mettendo in pratica anche con la nostra Categoria quel dialogo che loro per primi giudicano indispensabile, per dare un perimetro chiaro ed equo al nostro “mercato del lavoro”. 

 

Il dialogo continuo promuove un clima di collaborazione e stabilità tra le aziende e tra gli agenti, favorendo la negoziazione di contratti collettivi che migliorano le condizioni di lavoro e garantiscono diritti e tutele per tutti e due.

Credo che di ciò tutti ne siamo consapevoli.

Molte sono le ombre che questa attività che ritengo la più bella del mondo presenta ed a cui dobbiamo dare una risposta chiara ed esaustiva. La perdita di versamenti contributivi in caso di fallimento della mandante, oggi si “ liquidazione Giudiziale”, riducono  l’importo pensionistico, o provocano la perdita di anni di contribuzione con il rischio di non avere diritto alla pensione. Questo non è corretto, al danno si aggiunge la beffa, e l’Enasarco, l’ente previdenziale degli agenti di commercio non può e non deve essere complice di questa aberrazione, l’Enasarco deve istituire un fondo di garanzia che preservi l’agente da simili danni. E che dire della condizione dell’agente donna? Oggi la nostra categoria è rappresentata per 14,6% da colleghe ed è in costante crescita, ma dobbiamo trovare ulteriori sostegni per le madri e le famiglie così come accade per altre forme di lavoro.

 

L’Usarci ha da tempo creato un “coordinamento donne” proprio per dar loro voce e per far si che le disparità di genere vengano alla luce così da trovare soluzioni condivise.

L’Enasarco è per la nostra Categoria non solo l’ente che deve dare le pensioni, ma è un simbolo che nel bene o nel male ci identifica, è un elemento portante della nostra storia, del chi siamo stati, del chi siamo e del che cosa vogliamo diventare.

Io credo che senza l’Enasarco la nostra Categoria diventerebbe irrilevante e ancor più invisibile rispetto a ciò che è ora.

 

Purtroppo, a torto, l’Enasarco è visto da molti agenti come una macchina mangiasoldi, sembra che assomigli sempre più al Titano CRONO che per il timore di essere spodestato mangiava tutti i suoi figli.

 

Dobbiamo invertire il modo in cui è considerato l’Ente, dobbiamo sforzarci di più per modificare questa sensazione, dobbiamo far si che in futuro il nostro ente  possa erogare la perequazione della pensione pari alla svalutazione; dobbiamo riconsiderare il fondo di solidarietà previdenziale oggi considerata una penale altissima; non è pensabile che la categoria debba attendere il mese di giugno per conoscere l’assistenza che gli è dovuta; anche il riconoscimento delle invalidità deve essere equiparato ai valori riconosciuti dall’Inps ed Inail, occorre ripristinare la condizione della ridotta capacità di guadagno, condizione  più vicina alla realtà della attività.

 

Nonostante tutte le critiche che lo circondano l’Enasarco va difeso, protetto, curato ma soprattutto modernizzato, includendo nella propria operatività quella delle nostre organizzazioni sindacali con l’obbiettivo di dare migliori servizi e prestazioni agli assistiti, assistenza e servizi che fanno parte del nostro DNA.  

 

Come ho detto in apertura anche noi abbiamo avuto la nostra guerra, fatte di carte bollate e combattuta tra le mura del nostro ente di Previdenza.

 

Un braccio di ferro che si è placato anche grazie alla buona volontà ed alla consapevolezza che la logica del muro contro muro avrebbe solo fatto del male agli agenti.

E ormai giunto il tempo di cambiare le regole, facciamolo.

 

Anche le politiche degli investimenti del nostro Ente possono e devono essere a supporto del Paese, ma non dobbiamo essere solo il bancomat dei vari governi che si susseguono.

Noi dell’Usarci, abbiamo da sempre avuto l’ossessione dell’allargamento della nostra base associativa; siamo consapevoli che solamente attraverso una vasta adesione sia possibile dare una miglior tutela, migliori servizi e maggior consapevolezza alla Categoria.

 

Abbiamo abbandonato da tempo il pensiero che da soli sia sempre meglio, ce lo hanno dimostrato i fatti.

La ricerca di un diverso terreno di confronto ci porta ad una grande occasione, quella di modificare il nostro modo di stare insieme e di farlo in maniera inclusiva e più efficiente.

 

Questo pensiero lo abbiamo condiviso con una grande organizzazione sindacale, con la quale abbiamo avuto un lungo dialogo; un lungo fidanzamento, che ha permesso di conoscerci, di comprenderci e di sceglierci. Abbiamo cercato un partner che garantisse la nostra autonomia, che rispecchiasse quelle che sono sempre state le nostre peculiarità: lontananza dai partiti politici, vicinanza al mondo del lavoro, continuità nel perseguire valori come  libertà, giustizia, partecipazione e responsabilità.

 

Questa strada ci ha portati proprio nel 2024 alla formale affiliazione dell’Usarci alla Fisascat, e quindi al nostro formale ingresso nel sistema confederale Cisl.

E’ stata una  scelta meditata da parte di entrambi, con una lunga analisi delle rispettive posizioni, iniziata già nel lontano 2019 dal Presidente Mirizzi con l’allora Segretario  Fisascat Pierangelo Raineri, proseguita successivamente dal sottoscritto per giungere nel novembre scorso, alla sottoscrizione della adesione con l’attuale Segretario Generale Fisascat, Davide Guarini che ringrazio insieme a Mirco Ceotto ed al nostro Segretario Antonello Marzolla il quale ha accompagnato in maniera egregia tutte le fasi dell’adesione.

 

E’ stata la scelta migliore; da questa alleanza si avranno vantaggi per la categoria e per le sedi territoriali.

 

Lo dico con particolare orgoglio e grande soddisfazione, perché ciò ci permetterà di fare un grande passo in avanti, attraverso una maggiore e più capillare presenza sui territori, un maggior peso politico con il conseguente miglioramento dei nostri servizi e della nostra forza sindacale.

 

Ora siamo pronti ad affrontare nuove scommesse che ci vengono da un futuro in continua trasformazione e dalla consapevolezza che ora l’Usarci sarà in grado di fare ancora meglio ciò che ha fatto in questi 75 anni di vita.

 

Per noi dell’Usarci il 2024 è quindi un anno che segnerà la nostra storia, perché oggi, oltre a celebrare la nostra Assemblea Nazionale festeggiamo anche i nostri primi 75 anni di vita ed il nostro ingresso nel mondo sindacale Cisl.

 

In 75 anni, noi e con noi tutti gli Agenti di commercio abbiamo dimostrato di avere risorse morali e tenacia eccezionali, persino inaspettate, anche nei momenti peggiori.

 

Mai ci ha abbandonato la speranza e proprio per questo non ci fermeremo qui.

 

Autorità, ospiti, gentili amiche ed amici dell’Usarci, penso che potremo essere migliori solamente se impareremo qualcosa da tutto ciò che è successo e sta accadendo e se saremo capaci di smettere di credere che i nostri obbiettivi debbano essere solo i rendimenti di breve termine e non quelli di lungo periodo.

Noi ci siamo, ci saremo anche domani e continueremo a rappresentare quel magnifico mondo del lavoro che è fare l’Agente di commercio dando a tutto ciò un senso:

 

l’amore per il nostro Paese.

 

Auguro a questo sindacato un buon 75mo compleanno e guardando quell’Usarci che ho ora l’onore di presiedere le dico che questi anni li porta davvero bene ed è sempre accattivante come quando era ragazzina.

 

Viva l’Usarci.

 

Grazie

 

 


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