sabato 31 agosto 2013

GIOCANDO CON LE PAROLE

Una provocazione tra il serio ed il faceto
 .
Nel normale lessico del contratto di agenzia vi sono tre figure principali:
- Mandante, ovvero l’impresa , il produttore, il grossista, ossia colui che produce o trasferisce un bene o un servizio ad un altro;
- Agente o rappresentante, ossia l’intermediario commerciale che promuove la vendita dei prodotti o servizi dalla mandante al cliente;
- Cliente, colui che acquista un bene od un servizio dietro corrispettivo. 


Noi agenti commerciali abbiamo fatto nostro questo glossario, questa terminologia, e parliamo della mandante come il ns. datore di lavoro e dell' acquirente  come “nostro” Cliente.


Proviamo a spostare l’ottica di questa terminologia ormai radicata da centinaia di anni per cercare di vedere, di inquadrare di mettere a fuoco la professione dell’agente commerciale guardandolo da un’altra ottica per meglio rafforzare il principio del lavoratore autonomo, piccolo imprenditore.
PROVIAMO A GIOCARE CON QUESTI TERMINI
Il “nostro” cliente cosa fa, acquista un bene tramite la nostra intermediazione, dietro pagamento di un corrispettivo; ma, questi, non è il ns. cliente, non siamo noi che gli vendiamo materialmente un bene, non siamo noi che incassiamo il corrispettivo della vendita; noi gli indichiamo il produttore, meglio lo mettiamo in contatto con chi lo produce, nostro compito è informarlo degli aspetti tecnici, commerciali, ed economici, il cliente non acquista da noi , non paga il prezzo convenuto a noi, il cliente si serve del nostro operato per arrivare al produttore per valutare quello che per lui risulta più conveniente e che soddisfa i suoi bisogni, senza il ns. intervento difficilmente potrebbe conoscerlo.


Ma allora , chi è il ns. cliente se quello a cui ci rivolgiamo, quello che visitiamo quasi giornalmente, che coccoliamo, non lo è ?  Il nostro cliente è in verità la nostra mandante, le ns. aziende sono i nostri clienti, loro non sono i nostri datori di lavoro, siamo noi che diamo lavoro a loro, infatti a loro vendiamo un servizio, la promozione degli articoli di loro proprietà, e per questo servizio ci pagano il “giusto” corrispettivo.
L’oggetto del mandato per la precisione è la promozione delle vendite, è questo il ns. prodotto. Il ns. cliente/mandante ci chiede un determinato prodotto che è la promozione delle vendite e noi glielo offriamo, glielo procuriamo in cambio della provvigione.


Al pari della ditta mandante che stila il listino sulla base dei costi, della concorrenza, del mercato, e del ricavo, dovremmo essere noi, quindi, a stabilire le condizioni contrattuali, l’entità delle provvigioni, il momento del pagamento, la zona ,la categoria di clienti, anche l’esclusiva a favore del preponente , il patto di non concorrenza, dovrebbero venir meno,  e quindi  le ditte non più mandanti ma ns. clienti.
 E le indennità che fine farebbero?, ovviamente non si chiamerebbero più indennità di clientela, firr, indennità meritocratica,  ma al pari dei colleghi europei, una unica indennità Indennità di cessazione rapporto,  che non si basa su quante provvigioni hai percepito nel corso del rapporto ma sui clienti che lasci alle mandanti e sul loro fatturato; una specie di avviamento commerciale.
 Del resto il ns. cliente (mandante) si rivolge alla nostra agenzia per incrementare le vendite o affacciarsi sul mercato per la prima volta, e sulla base dell’incremento, della durata del rapporto (punto determinante), più è breve la durata, più alto sarà l’avviamento che  dovrà essere liquidato, sulla base di questi parametri ed altri individuabili verrà calcolato il ns. avviamento. 
Poiché le condizioni contrattuali saranno poste da noi e dal mercato, non più unilateralmente dalle mandanti (clienti), non saremmo più costretti a subire lo stillicidio delle riduzioni di zona , delle provvigioni, oltre alle imposizioni, vessazioni, ricatti, angherie ed alla cessazione del rapporto non ci sarà più nessun patto di non concorrenza. 
Non so se ho giocato troppo con le parole oppure ho sognato,  potrebbe anche essere una provocazione, comunque mi sono divertito.

Gianni Di Pietro




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