giovedì 28 marzo 2013

L'INDENNITÀ' SUPPLETIVA DI CLIENTELA E LA SUA RIVALUTAZIONE



Perchè Le Somme Relative All'indennità Non Vengono Rivalutate?


Alla cessazione del rapporto da parte della casa mandante, o da parte dell'agente per pensionamento di vecchiaia o per grave colpa della mandante, l'agente ha diritto secondo quanto previsto dagli AA.EE.CC. all'indennità suppletiva di clientela che è pari al 3% per i primi tre anni di rapporto, 3,5% dal quarto al sesto anno di rapporto, ed al quattro per cento dal settimo anno in poi, con alcune piccole variazioni nel caso si tratti di AEC industria o commercio. Queste somme vengono erogate anche a distanza di anni senza alcuna rivalutazione., a differenza del FIRR che viene rivalutato dall' ENASARCO.
            Accade che in un rapporto di agenzia iniziato nel lontano 1990 con una provvigione annua di 10.000,00 euro, ci si veda liquidare a distanza di oltre 22 anni, una somma pari ad € 300,00. senza alcuna rivalutazione. In pratica, se il contratto iniziato nel 1990 cessa nel 2012 a Provvigione Costante di 10.000,00 euro  annuali, l'agente si vede liquidare la somma di € 6.600,00.    Al contrario , se detta somma che la mandante dovrebbe accantonare annualmente, venisse rivalutata, l'agente avrebbe diritto ad una indennità pari ad € 9.300,00 , ovvero una somma maggiore del 50% rispetto a quanto viene oggi liquidato.
           
            liquidazione senza rivalutazione € 6.600,00
            Liquidazione rivalutata                 9.300,00

            Non vi è dubbio quindi  che la mandante ha un ingiusto arricchimento a danno dell'agente.

L'USARCI in qualità di sindacato più vicino alla categoria, deve farsi promotore nelle sedi più opportune al fine di mettere riparo a questa stortura a danno dell'agente.

Giovanni Di Pietro
 

domenica 17 marzo 2013

IL RECESSO PER GIUSTA CAUSA

DISCUSSIONE APERTA

Il Recesso per giusta causa , permette alla mandante di chiudere il rapporto senza corrispondere all'altra parte, le indennità di fine rapporto. Allo stesso tempo permette all'agente di chiudere il rapporto rivendicando le indennità. (attenzione però, gli agenti, prima di fare cavolate è bene che si consultino con il sindacato o con un avvocato esperto).

La giusta causa presuppone che vi siano motivazioni o fatti che non permettono di proseguire il rapporto neanche provvisoriamente.

Il codice civile all'art 1751 ed anche la normativa europea, divide in maniera diversa la condizione per non concedere l'indennità sia che provenga dalla mandante sia dall'agente:

L` indennità non è dovuta:

- quando il preponente risolve il contratto per una INADEMPIENZA imputabile all` agente la quale, per la sua gravità, non consenta la prosecuzione neanche provvisoria del rapporto;

- quando l` agente recede dal contratto, a meno che il recesso sia giustificato da CIRCOSTANZE ATTRIBUIBILI al preponente o da circostanze attribuibili all` agente, quali età, infermità o malattia, per le quali non può più essergli ragionevolmente chiesta la prosecuzione dell` attività;

L'impressione è che la normativa europea che ha ispirato il codice civile, sia più vicina e garantista dell'agente commerciale; infatti nella premessa della normativa vi è una dichiarazione d'intenti che manca completamente nel cc.:

considerando che le differenze tra le legislazioni nazionali in materia di rappresentanza commerciale influenzano sensibilmente all'interno della Comunità le condizioni di concorrenza e l'esercizio della professione e possono pregiudicare il livello di protezione degli agenti commerciali nelle loro relazioni con il loro preponente

Infatti, nel caso di disdetta della mandante si parla di Inadempienza, “ Nel diritto italiano, l'inadempimento è la mancata o inesatta esecuzione della prestazione dovuta “ nel secondo caso si parla esclusivamente di “ CIRCOSTANZE “ termine generico che lascia pensare che l'agente potrebbe impugnare il contratto anche per comportamenti non gravi.

Perchè queste due differenze? Perchè nel nostro sistema i giudici non sono propensi a simili distinguo?

Grazie anticipatamente per il contributo.

Giovanni Di Pietro

mercoledì 6 febbraio 2013

LA POSIZIONE DEI SINDACATI DEGLI AGENTI COMMERCIALI

Pochi  conoscono quali e quante sigle sindacali si dichiarano a difesa e tutela degli agenti e rappresentanti di commercio.
Passiamo a farne una analisi entrando un po' nel dettaglio e suddividendoli in firmatari degli AA.EE.CC. e non firmatari.



FIRMATARI di parte agente.
CGIL -  FILCAMS
CISL  - FILCAMS
UIL  -   UILTUCS
sono i sindacati cosiddetti storici, i piu' importanti e rappresentativi  per i lavoratori dipendenti, ma assolutamente insignificanti per gli agenti commerciali. I loro delegati chiamati  a rappresentare la categoria sono funzionari che nulla sanno e nulla vogliono sapere delle condizioni della categoria; addirittura Benvenuto, segretario storico della CISL,  detto "sorriso durbans"  riteneva  quella degli agenti commerciali "categoria di parassiti".
 Nessun aiuto o contributo positivo ci si può aspettare da loro, vanno a rimorchio di altre sigle  ma non si sa bene a quale titolo, e sono spesso  pronti a cambiare posizione se sul loro piatto vi è ovviamente  la difesa di categorie di laroratori dipendenti.

UGL, altro sindacato dei lavoratori dipendenti, appartenente alla destra ex finiana, che , pensate un po', ha avuto tra i rappresentanti nomianati a tutela della categoria, la governatrice "RENATA POLVERINI"; sic.
Oggi, il responsabile di categoria è un ex agente preparato ed informato.

FNAARC- la più grande delle associazioni degli agenti di commercio. Dovrebbe partire da loro l'imput per la tutela della categoria, essere la fucina delle idee. Al contrario,  ha un grosso, grossissimo Handicap, dipende economicamente, gerarchicamente, ed intellettualmente  dalla Confcommercio che è la nostra piu' grande controparte insieme a Confindustria. In pratica potremmo sostenere che  il sindacato che si trova in simile situazione viene dettoin gergo SINDACATO GIALLO.

"Il sindacato giallo (company union in inglese) è la denominazione con cui si indicano i sindacati creati e controllati dagli imprenditori, presenti negli Stati Uniti negli anni venti e dichiarati illegali con la legge Wagner (National Labor Relations Act, o "Legge sui rapporti nazionali di lavoro") del 1935 
.In Italia lo statuto dei lavoratori (legge n.300 del 1970) nell'articolo 17 proibisce ai datori di lavoro e alle loro associazioni di costituire e finanziare associazioni sindacali dei lavoratori." 

Pensate, in America, paese del liberismo sfrenato, i sindacati gialli furono  vietati nel 1935, in italia, solo nel 1968 con lo statuto dei lavoratori, ma solo sulla carta, visto che esistono ancora.
 
Oltre ciò, come se non bastasse, la Fnaarc è retta da un presidente praticamente a vita,  all'età di 83 anni è stato da poco rieletto presidente nazionale. Ad eccezzione di qualche sporadico comunicato formale, non l'ho mai sentito fare programmi per la categoria. E' sufficiente vedere quali incarichi ricopre all'interno della Confcommercio per misurare il suo interessamento per gli agenti.
 E' " merito " della Fnaarc l'inserimento  negli AA.EE.CC. dell'art 2, articolo che concede insindacabilmente alla mandante di poter  ridurre a piacimento la zona, le provvigioni , i clienti.
 E' "merito" della Fnaarc se il contratto di agenzia  è stato esteso ai lavoratori in tentata vendita  facendoli inquadrare tra  gli agenti di commercio, dando così la possibilità alle aziende di servirsi di dipendenti camuffandoli da agenti senza riconoscere loro i diritti del lavoratore e sfruttandoli al massimo. Ciò solo per citare alcuni cosiddetti "vantaggi" che ci ha apportato.

USARCI, la seconda delle associazioni, è l'unica che non aderisce a nessuna controparte,  la sola che si occupa esclusivamente degli agenti commerciali. E' senza ombra di dubbio quella che si è meglio spesa a difesa della categoria, suo è il merito dell'abolizione dello star del credere e della  istituzione per legge dell'indennità per il patto di non concorrenza p.c..
Ha avurto in passato ottimi conoscitori degli argomenti, delle problematiche, delle tematiche degli agenti commeciali e  ne ricordo qualcuno, De Pasquale, Lo Monaco, Ricci, Azzolini, Giannecchini, oggi, anche l' Usarci soffre per  la mancanza di personaggi preparati, consapevoli, competenti,  mi auguro che il prossimo congresso possa portare nuova linfa e vitalità,  ma rimane comunque il sindacato più vicino alla categoria.

FIARC , la terza delle associazioni, ma anche la Fiarc aderisce ad una controparte seppure minore e di poco conto per l'agente commerciale. Ma, l'approfondimento delle tematiche relative alla nostra categoria non è mai stato il loro forte.

 Non firmatari

FEDERAGENTI, la regina indiscussa  dei non firmatari, il sindacato che abbaia, abbaia, ringhia,  ma non si sa bewne contro chi, il suo unico scopo è sparlare di Enasarco, ma senza offrire una alternativa, non ho mai sentilo la federagenti fare un programma a tutela della categoria;  enasarco, enasarco, enasarco, non hanno altri argomenti se non quello di sparlare degli altri, con continui attacchi agli altri sindacati,  forse perchè il loro ex presidente, acerrimo nemico dell'Usarci, è passato all'USARCI.

UGIFAI,   aderente al CIDAC anchessa una controparte minoritaria, tra loro è stato firmato un AEC più vantaggioso per l'agente di commercio, ma non ho mai trovato un mandato che faccia riferimento a questo accordo.

Vi sono altre sigle sindacali, spesso locali, ma non sono assolutamente rappresentative  della categoria.

In questo panorama apocalittico si potrebbe pensare, come dice la maggior parte degli agenti, che i sindacati sono inutili.
 Nulla di più errato, la situazione dei sindacati  è esattamente lo specchio della categoria, una categoria spesso amorfa, individualista, inesperta, e come sempre succede, arrogante e qualunquista. 

E' proprio questo il momento di iscriversi al sindacato, scegliete voi quale deve essere il vostro referente, ma fatelo approfondendo i fini, l'appartenenza, la democraticita',  TENETE PRESENTE CHE dove i presidenti non cambiano mai, anche a livello provinciale, vi è qualche cosa che non funziona. Se non si è soddisfatti del proprio sindacato, cambiatelo, ma è importante rimanere iscritti i a qualcuno, anche se minima la tutela ci sarà sempre. La mancata aderione favorisce le ditte mandanti che hanno sindacati fortissimi.

RICORDATE, IL SINDACATO NON RAPPRESENTA  UN CREDO O UNA RELIGIONE, 
IL SINDACATO E' LO STRUMENTO PER TUTELARE LA CATEGORIA,  
SE NON FUNZIONA CAMBIAMOLO.

Giovanni Di Pietro

domenica 3 febbraio 2013

LA POLIZZA INFORTUNI ENASARCO

COME LE COMPAGNIE ASSICURATRICI CI STRAGUADAGNANO

La polizza infortuni dell'Enasarco è una istituzione antica, fu istituita per aiutare quegli agenti colpiti temporaneamente da  infortuni o malattie abbastanza importanti che impedivano per un tempo limitato di poter svolgere la propria attività.
Il costo di questa polizza è coperto dalle quote di versamento fatte agli  agenti sotto forma di società di capitali, srl o spa, con  versamenti del 2% da parte delle mandanti, versamenti  che non danno diritto alla pensione e vengono utilizzati per l'assistenza. Oltre alla polizza venivano gestite con queste somme anche le colonie, le cure termali, le borse di studio le indennità parto e funerarie.
Ma non è la forma di finanziamento  che si vuole trattare, bensì il comportamento della società assicuratrice e del silenzio della Fondazione.
Non so con precisione a quanto ammonti il premio per la polizza infortuni, ma certamente supera i 12 milioni di euro l' anno. Cifra considerevole che fa gola a molte compagnie.
Non mi è dato conoscere neanche l'esborso annuo che queste compagnie effettuano come rimborso agli agenti, sarebbe utile conoscerne i termini.
Quello che salta all'occhio è il fatto che sono anni che la stessa compagnia assicura l'Enasarco, Questo mi sembra anomalo, possibile che mai nessuna altra compagnia, riesce a vincere l'appalto,se non ricordo male da oltre 10 anni è sempre la stessa.

Ricordo che anni fa usci' uno dei soliti scandali all'italiana maniera, che riguardava molti uffici pubblici.
Le compagnie assicuratrici avevano fatto cartello, dividendosi i piatti appetitosi. In pratica esisteva un accordo dove anche partecipando al bando, ci si accordava .La società (X) la prendo io, offro 10, voi offrite 15, la (B) la prende Caio  offrirà 12 e noi 16, la società (C) la prende  Tizio, offrirà 14 e noi venti. Con questo semplicissimo sistemino riuscivano a dare parvenza di regolarità alla gara di appalto, ma in realtà era già stabilito il vincitore.
Vi era anche un altra forma ancora più sottile, dove erano implicati anche alcuni dirigenti con pochi scrupoli, si confezionava un bando ad Hoc, dalle caratteristiche preordinate che calzavano sulla polizza di una particolare compagnia. Non era difficile, facciamo un esempio più elementare. Ho bisogno di 50 fotocopiatrici e voglio che sia la ditta XSEFAR a fornirmele, ma come faccio se l'offerta è segreta? Semplicissimo, mi guardo intorno, controllo le fotocopiatrici che fanno ciascuna azienda, prendo quella della XSEFAR con determinate caratteristiche che altre non hanno, e confeziono il bando richiedendo quelle specifiche caratteristiche.  Ovviamente la XSEFAR mi sarà abbondantemente riconoscente.

Fortunatamente ciò accadeva in passato, oggi tutto ciò è solo un ricordo, la correttezza e l'onestà imperano in tutti gli uffici pubblici e privati.
Ma non è l'aspetto dell'assegnazione che interessa,  ma la tutela degli agenti.
L' Enasarco si limita ad assegnare la polizza ma non interviene assolutamente nella tutela del proprio iscritto,
ACCADE CHE :
L'agente presenta richiesta di rimborso a seguito di infortunio e/o malattia, quantifichiamolo in 50 giorni tra ricovero e degenza domiciliare per un importo di circa 4,000 €. La compagnia assicuratrice liquida un importo di gran lunga inferiore, 2.800 € senza alcuna specifica dei giorni contabilizzati e del perché di detta riduzione. A nulla valgono le doglianze dell'agente.
Al telefono fornito dalla compagnia assicuratrice quasi sempre non risponde nessuno, quando si risponde la risposta è evasiva, e l'agente deve, “ obtorto collo” accettare in quanto dalla polizza gli è prevista una unica difesa “L'ARBITRATO” ;
Cos'è un arbitrato? un arbitrato è un metodo alternativo per risolvere una controversia affidandosi al giudizio di tre arbitri, il loro lodo è inappellabile.
Se hai diritto a 2.500,00 € di rimborso, e te ne viene liquidato 1.500,00, se ritieni di essere nel giusto e vuoi far valere il tuo diritto, devi far richiesta di arbitrato presso la sede della compagnia a Roma,  nominare e portare con te un medico legale, la compagnia ne nominerà uno di sua fiducia, oltre un terzo in accordo tra le parti. Se l'arbitro stabilirà che l'agente ha ragione percepirà le mille euro di differenza.
Questa è una bella trovata a vantaggio della parte più forte perché anche se la ragione è dalla tua parte, devi sobbarcarti il costo del tuo medico legale oltre al 50% del terzo arbitro; a conclusione anche se hai ragione, economicamente hai perso perché il costo dell'operazione è maggiore di quanto avresti avuto diritto, LA VITTORIA DI PIRRO !!



L' Enasarco, ed i sindacati di categoria che si dicono vicini ed a tutela degli agenti,  devono inserire  nella prossima polizza che l'eventuale arbitrato dovrà aversi nella sede dell'agente parte più debole visto che i soldi del premio sono degli agenti non delle compagnie assicuratrici.



Giovanni Di Pietro

venerdì 18 gennaio 2013

LA BUONA FEDE (o la mala fede? )

                     la buona fede  nel contratto di agenzia

 
La buona fede comporta la convinzione genuina del soggetto di agire in maniera corretta: cioè senza malizia e nel sostanziale rispetto delle regole (anche non scritte) e degli altri soggetti. La buona fede implica quindi l'assenza della consapevolezza del danno che eventualmente si sta procurando ad altri o del fatto che si sta contravvenendo a delle regole o che le si sta nei fatti aggirandole.

“ Il principio di buona fede è un topos ricorrente nella tradizione giuridica occidentale, per cui i rapporti fra soggetti giuridici non devono essere fondati solo sul timore della sanzione ma anche sulla correttezza.
La buona fede dunque corrisponde all'agire di un soggetto che non intende ledere nessuno, né ha un minimo sospetto che il suo comportamento possa essere lesivo.
buona fede soggettiva: ignoranza di ledere una situazione giuridica altrui (per esempio, art. 1147: Possesso di buona fede)
buona fede oggettiva (o correttezza): è il generale dovere di correttezza e di reciproca lealtà di condotta nei rapporti tra i soggetti. Consiste nello sforzo che ogni contraente deve compiere, senza che ciò non comporti un apprezzabile sacrificio, affinché l'altro contraente possa adempiere correttamente.  WIKIPEDIA.

La buona fede è stata trattata per la prima volta nel rapporto di agenzia dalla direttiva europea 653/86 e successivamente recepita da nostro codice civile e ripresa poi dagli AA.EE.CC. sostituendo la vecchia formula “ il buon padre di famiglia”.
Certo è che doveva trattarsi di un Padre padrone, visto che i mandati di agenzia, quelli sottoscritti tra ditta mandante ed agente, prevedevano esclusivamente doveri verso il padre (Mandante) senza alcun richiamo o riferimento ai diritti dell'agente.
Con la nuova formulazione le cose non sono di certo cambiate, la Buona Fede , prevista dalle Norme, si trasforma costantemente in Malafede nei contratti di agenzia, malafede che si evince in ogni articolo della maggior parte dei contratti di agenzia,
  


  •       Obbligare l'agente a rappresentare la mandante in esclusiva e nel contempo non concedere l'esclusiva di zona E' MALAFEDE.
  •       Obbligare l'agente plurimandatario a chiedere il permesso di rappresentare altre aziende pur non in concorrenza E' MALAFEDE
  •       Restringere la zona, diminuire le provvigioni, eliminare dei clienti per trasformarli           in direzionali ad insindacabile giudizio della mandante E' MALAFEDE anche da parte dei sindacati che hanno permesso tutto ciò.
  •      Inserire sul mandato il Patto di non Concorrenza ai sensi dell'art. 1751 bis c.c. con                la clausola ” si riserva al momento  della disdetta se avvalersi o meno del patto di non  concorrenza”,     E' MALAFEDE.
  •         Inserire sul mandato la clausola che durante il periodo di preavviso viene meno il            diritto di esclusiva e la mandante può nominare nella zona che era di esclusiva, altri           agenti E' MALAFEDE.
  •       Affidare l'incarico di tentata vendita a persone che in realtà svolgono il lavoro di viaggiatori piazzisti, o dipendenti, con furgone della mandante, E' MALAFEDE.
  •       Addebitare o ridurre le provvigioni all'agente per eventuali sconti extra E' MALAFEDE,( l'agente propone l'ordine, se alla mandante non va bene quanto pattuito con l'agente può rifiutare la proposta d'ordine.)
  •     Assegnare target trimestrali o mensili con la clausola risolutiva espressa E' MALAFEDE.
  •    Assegnare target annuali irraggiungibili (come sempre) con la clausola risolutiva espressa E' MALAFEDE.
  •    Affidare un mandato di procacciatore di affari con le clausole del contratto di agenzia, E' MALAFEDE
  •    Affidare un mandato di un prodotto e poi creare una commerciale con un altro marchio per affidare ad altri agenti la vendita degli stessi prodotti E' MALAFEDE.
  •    Pagare le provvigioni solo quando il cliente ha finito di pagare la fornitura E' MALAFEDE
  •    Inserire clausole risolutive espresse che prevedono la disdetta del mandato per colpa dell'agente se gli insoluti superano il 2% del fatturato, ( in un contesto economico che supera il 50%) E' MALAFEDE.
  •    Inserire  sul mandato  qualunque clausola risolutiva espressa che non sia direttamente riconducibile a comportamenti negativi dell'agente, E' MALAFEDE

Queste sono solo alcune delle clausole in malafede che le mandanti ci propinano sui contratti.
Pensare che il rapporto di agenzia sia un rapporto di natura privatistica, non subordinata, che il rapporto è in concreto tra due imprese e che quindi ci si potrebbe rifiutare di sottoscrivere il mandato, significa mancare di buon senso ed essere in malafede.
Non vi sono agenti in grado di confutare i mandati, vi sono solo ditte meno importanti alle quali l'agente, professionalmente preparato ed economicamente indipendente, può rifiutarsi di firmarli. La maggioranza degli agenti subisce passivamente tutte le angherie per necessità.
Buonafede e malafede sono raramente considerati anche al momento della citazione in giudizio della mandante, mentre dovrebbe costituire sempre un preludio del ricorso, evincere, arguire, prospettare che la mandante, fin dall'inizio del rapporto era in malafede.

 Gianni Di Pietro

lunedì 31 dicembre 2012

FELICE 2013

                                     AUGURO A VOI TUTTI
                     UN ANNO COME LO  DESIDERATE.

                                                                             Gianni Di Pietro

sabato 15 dicembre 2012

“ L'Enasarco, e le teorie sulla soppressione ”

E' sufficiente entrare in un qualunque social network dove si parla degli agenti commerciali, ed ecco il sistematico attacco alla fondazione ENASARCO da parte di molti agenti e di qualche associazione.
Alcuni agenti, tra i più “illuminati”, ne chiedono perfino l'abolizione. Certo è che,coloro i quali ne chiedono l'abolizione, non stanno facendo un favore né a se stessi e tantomeno alla categoria, ma solo alle mandanti , anzi, penso che, considerato il livore con il quale trattano l'argomento, sospetto si tratti proprio di quanche mandante che si spaccia per agente.
Sono stato il primo, insieme ad uno sparuto gruppo di colleghi, nel lontano 1997, a deprecare la privatizzazione dell'Enasarco, ad esserne contrario.
Un ente previdenziale e perdipiù obbligatorio, non può e non deve essere privato, ma deve essere pubblico, amministrato da tecnici validi, e controllato dai sindacati di categoria e dallo stato.
Purtroppo, in questo paese dove tutto funziona alla rovescia, tutto cioò che si trasforma da pubblico in privato invece di funzionare meglio, le cose peggiorano, e la fondazione non è certo esente.
In questi ultimi anni si è avuto un continuo aumento dei contributi, una sistematica innalzamento dei massimali provvigionali, una persistente diminuzione degli importi pensionistici, un costante aumento del contributo di solidarietà, ma anche se pesante, a volte ingiustificato, il tutto serve a garantire un futuro pensionistico ai giovani agenti ed anche ai meno giovani.
Si possono discutere gli investimenti, il modo di amministrare , gli sperperi per i rimborsi spese, gli stipendi degli alti dirigenti e degli amministratori, la vergogna della situazione dei silenti, agenti che hanno versato per 15, 16 anni,certi di aver maturato il diritto alla pensione ed oggi si ritrovano senza alcun diritto alla pensione senza alcuna possibilità di ricongiungere questi versamenti con un altro ente e, peggio, perdendo tutto.
Per questi e doveroso, necessario, indispensabile trovare una soluzione.
MA NONOSTANTE TUTTO CIÒ È INDISCUTIBILE LA FUNZIONE SOCIALE DELLA FONDAZIONE.
Possiamo volere il passaggio all'Inps od altro ente statale al fine di ottenere magiori garanzie di futuro, ma non possiamo volerne la sua morte. Chi chiede la soppressione dell'Enasarco non ha alcuna coscienza sindacale e sociale, non si rende assolutamente conto che la sua sparizione, oltre a non garantire più il firr, lascerebbe migliaia e migliaia di agenti, i meno fortunati, senza alcun sostegno economico, facendo solo la gioia delle mandanti che economizzerebbero anche questi miseri euro. Chi sostiene che quei soldi servirebbero a crearsi una pensione privata, non ha capito nulla di come funziona il meccanismo e ci si troverebbe nella vecchiaia senza alcun sostentamento.
E' quello che vogliono i poteri forti per poter governare un gregge di pecore senza spina dorsale ed averli alla loro mercè. Grazie al diritto sul lavoro, grazie alle pensioni sociali, l'Italia era diventata una potenza, ed era uscita dalla schiavitù; non riportiamocela.

Giovanni Di Pietro