mercoledì 21 ottobre 2009

AGENTE DERUBATO DEVE RISARCIRE LA MANDANTE

DAL QUOTIDIANO " SAN BENEDETTO OGGI" articolo di Salvatore Antonelli"

Una valigetta contenente i preziosi, un computer e una stampante rubati in una frazione di secondo. La vicenda del rappresentante che fu rapinato in pieno centro di San Benedetto approda a Palazzo di Giustizia

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Sono passati circa due anni da quella mattina e ancora oggi in tribunale l'agente di preziosi proveniente dal Molise, racconta con lucida precisione quel che gli accadde in quella frazione di secondi. «Non ho avuto nemmeno il tempo di entrare in auto che mi sono sentito sfilare di dosso la borsa con il computer. Li ho capito tutto, ma ricordo perfettamente il volto del rapinatore».

La vicenda avvenne in pieno centro. C'è un riconoscimento, che secondo le testimonianze sembra essere chiaro e preciso.

Secondo la deposizione della parte lesa, uscito dalla gioielleria si stava recando verso il mezzo, intravedendo al lato opposto della carreggiata due uomini a bordo di una moto ferma. La cosa non destò sospetto e l'uomo aprendo il portabagagli in piena tranquillità depose come suo solito i preziosi e il materiale dimostrativo. A suo dire, non ci fu tempo per girarsi e aprire la portiera che i malviventi gli piombarono attorno e in un attimo si sono allontanati con la refurtiva fuggendo a bordo della moto.

La denuncia immediata dell'uomo presso il commissariato di polizia locale, permise di ottenere un indizio importante al conseguimento delle indagini. Difatti anche se il tutto si consumò nella frazione di un secondo, la parte lesa scorse il volto di uno dei malviventi, che a distanza di due anni ricorda ancora: «Quel volto è impresso nella mia mente». Poi risultò che il volto era presente anche nello schedario della Polizia che illustrando le foto segnaletiche al giovane venditore scoprì che l'indiziato era già stato segnalato per altre ragioni.

Dopo il danno anche la beffa. Il rappresentante, secondo la sua deposizione di martedì, si è visto costretto anche al risarcire circa 6 mila euro (valore della merce e del materiale rubato) all'azienda per cui lavorava in quel momento.

Oggi si dichiara vittima di un furto ma anche di un'iniquità professionale e chiede giustizia.

Come sempre al tribunale spetta l'ultima parola e in attesa che quel giorno arrivi, della storia riconosciamo solo la sfortuna di essersi trovato nel posto e nelle vesti sbagliate.

martedì 6 ottobre 2009

IL RUOLO DEI SINDACATI (1° parte)

Da più parti sento ripetere che il ruolo principale del Sindacato è quello di promuovere i contratti collettivi di lavoro, contratti che nel caso degli agenti e rappresentanti di commercio prendono il nome di AA.EE. CC. ( accordi economici collettivi).

Non mi sembra di aver mai letto negli atti costitutivi di alcun sindacato che lo scopo principale è quello dei contratti di lavoro, anzi, il principio, l'obiettivo, lo scopo, il fine, è quello di tutelare non solo gli iscritti, ma tutta la categoria che rappresenta. La rivedicazione dei contratti di lavoro è stata, purtroppo, una conseguenza ed una necessità tutta italiana, per colmare un vuoto legislativo. Nonostante la nostra Nazione fosse considerata la patria del diritto, “sic!!!” è sempre stata carente o deficitaria quando si tratta di difendere e tutelare il più debole o riconoscergli dei diritti.
Diceva un Giurista;
“ LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI, LA GIUSTIZIA NO.”
In fin dei conti i contratti di lavoro sono una prerogativa quasi esclusivamente Italiana, e non per questo negli altri paesi i lavoratori sono meno tutelati, anzi se andiamo a ben guardare, forse lo sono di più. Ciò che ci differenzia dagli altri paesi europei è il licenziamento. Lo statuto dei lavoratori redatto da uno dei massimi giuslavoristi Gino Giugni, è stato trasformato in legge a tutela dei lavoratori ed ha posto delle regole e delle giuste limitazioni ai facili licenziamenti. Per ciò che concerne il resto, ad esempio gli stipendi, ci accorgiamo che il lavoratore italiano è il peggio pagato, riceve una indennità di disoccupazione peggiore degli altri, e gli è quasi impossibilie trovare un secondo lavoro dopo aver perso il primo. Stessa cosa dicasi per l'agente di commercio, che negli altri paesi europei gode di indennità e diritti ben più importanti di quelli italiani. Anzi, noi dobbiamo senza alcun dubbio ringraziare la Corte di Cassazione ed la Corte Costituzionale, le quali hanno sempre identificato l'agente con lo status di “Lavoratore Parasubordinato, permettendo così di riconoscergli alcune garanzie tipiche del lavoro subordinato, tra questi e non ultimo e di vitale importanza, la possibilità di adire il tribunale del lavoro per vedersi riconoscere le provvigioni e le varie indennità; se fosse considerato autonomo a tutti gli effetti, dovrebbe adire il tribunale ordinario con tempi di gran lunga maggiori e diversi diritti.
I sindacati nel corso degli anni hanno in gran parte abbandonato quello che doveva essere lo scopo primario per arrivare anche attraverso i contratti di lavoro ad una occupazione di poltrone che danno potere solo ad alcuni uomini.
Quando i sindacati si scrolleranno di dosso la connivenza con i partiti, la connivenza con le organizzazioni delle controparti, rinunceranno alle poltrone dei consigli di amministrazione rimanendo solo nei comitati di controllo, quando rinunceranno ai vantaggi e benefit di qualche dirigente, solo allora i lavoratori e gli agenti potranno tornare ed essere difesi e tutelati nel vero significato di questi termini.

Continua. 1° PARTE

venerdì 25 settembre 2009

IL PERICOLO DELLA CONCILIAZIONE

Con l'AEC settore commercio del marzo 2009, è stato inserito il diritto della mandante a PRETENDERE la conciliazione per pagare l'indennità suppletiva di clientela.
Il rischio, non remoto, anzi certo, è che insieme alla indennità suppletiva di clientela la mandante furbescamente inserisca per l'ignaro e spesso ignorante agente, la clausola generale:” LE PARTI DICHIARANO DI NON AVER NULL'ALTRO A PRETENDEREPER IL RIPASSATO RAPPORTO DI AGENZIA” . Così facendo, anche se l'agente dovesse scoprire che la mandante non gli ha liquidato alcune provvigioni, gli ha sottaciuto consegne o altro, non può più rivendicare alcunchè, pertanto la conciliazione rappresenterebbe un vantaggio esclusivo per la sola mandante.
Questa clausola, accettata OBTORTO COLLO da tutti i sindacati, ma voluta dalla Confcommercio insieme alla FNAARC, si ritorce esclusivamente contro gli agenti commerciali.
Già prima della firma dell'accordo ebbi a denunciare questo pericolo incombente, denuncia culminata con le mie dimissioni da Vice Presidente nazionale USARCI con delega agli AA.EE.CC.
La mia perplessità è proprio sulla legalità di detta norma che impone di sottostare ad una rinuncia per ottenere ciò che rappresenta un diritto.
Un siffatto accordo potrebbe essere nullo anche per mancanza assoluta di causa.
Una transazione è un contratto dove i contendenti si accordano reciproche concessioni per dar termine ad una controversia già iniziata, o per prevenire una lite che potrebbe sorgere tra loro. Una siffatta transazione potrebbe mancare di questi requisiti in quanto mancherebbero le reciproche concessioni che rappresentano la sola causa dell'atto di transazione, macherebbe un contrasto che potesse far prevedere una futura causa, e non vi sarebbe alcun regolamento di interssi e tantomeno un diritto riconosciuto all'agente, ma esclusivamente il riconoscimento parziale di alcuni diritti.
Per concludere la transazione prevista nei termini dagli AEC rappresenta esclusivamente un danno per l'agente.

NON FIRMATE NESSUNA TRANSAZIONE SE PRIMA NON AVETE SOTTOPOSTO I CONTEGGI AD UN SINDACATO COMPETENTE E PREPARATO. PERSONALMENTE NON ANDREI A FARMI CONTROLLARE LE SPETTANZE DAL SINDACATO CHE HA VOLUTO ED IMPOSTO ANCHE AD ALTRI UNA NORMA A SCAPITO DEGLI AGENTI.

mercoledì 9 settembre 2009

UN ESEMPIO SICURAMENTE DA SCARTARE

Ma la disperazione a volte fa brutti scherzi

PRENDE BORSA A IMPRENDITRICE CHE NON LO PAGA, ARRESTATO PER RAPINA

Bologna, 8 set. - (Adnkronos) - Al culmine di una lite per il mancato pagamento di alcune provvigioni, ha spintonato la titolare dell'azienda per cui lavorava e si e' impossessato della sua borsa. Per questo un agente di commercio di 30 anni, Francesco Quinto, originario della provincia di Enna, gia' noto alle forze dell'ordine, e' stato arrestato per rapina dalla polizia di Bologna. E' stata la stessa titolare, una bolognese di 35 anni, a chiamare il 113 dopo che Quinto le aveva preso la borsa in seguito al mancato pagamento. Subito dopo pero' l'uomo e' tornato sui suoi passi e ha riconsegnato il mal tolto ma cio' non gli ha risparmiato l'arresto.

mercoledì 22 luglio 2009

SONO MERAVIGLIATO

Considerazione semiseria sulle Mandanti

E' sufficiente, molto spesso, che un agente si rivolga al proprio sindacato o al proprio legale per vedersi riconosciuti i propri crediti relativi alle indennità di fine rapporto, che immancabilmente arriva la telefonata del titolare o amministratore, per lo più di medie o piccole imprese, che con toni paternalistici, e di rimprovero esordiscono:

Giovanni, sono meravigliato nel leggere la lettera che mi hai fatto scrivere dal Sindacato/legale. Ma come, il nostro rapporto è stato così lineare, corretto, quasi fraterno, ed ora ti rivolgi al sindacato? Potevi telefonarmi e ci saremmo accordati, e poi cosa sono tutte quelle somme che mi chiedi?

Ma brutto str...zo, ti ho telefonato almeno 20 volte e ti sei sempre fatto negare, ti ho inviato almeno 10 tra fax e mail, senza ottenere alcun riscontro, ed ora che mi sono finalmente deciso a far valere i miei diritti, la metti sul paternalistico e fraterno? Tu che per 100 € che dovevi avere dai clienti rompevi i cog......ni quasi tutti i giorni e ora che devi tirar fuori soldi che non sono neanche tuoi perchè sono soldi che tu hai gestito, ma erano miei in quanto già compresi abbondandemente nel prezzo del prodotto; ora fai appello alla fratellanza al vogliamoci bene.

Ti sei forse dimenticato di quando mi hai ridotto le provvigioni accampando che non ci uscivi più con i costi, ed ho dovuto accettare obtorto collo; hai dimenticato di quando hai passato direzionale quel cliente importante che mi era costato anni per poterlo servire; non ricordi più quando hai concesso uno sconto extra al cliente tizio e sempre sul paternalistico hai dettto che su quella fornitura non potevi pagarmi le provvigioni? (queste cose l'agente le ha solo pensate ma purtroppo non gliele ha dette, siamo troppo signori.)

ORA BASTA, E' ORA CHE PAGHI FINO ALL'ULTIMO EURO COMPRESO GLI INTERESSI.

Svegliamoci colleghi.

Gianni Di Pietro

martedì 30 giugno 2009

PIGNORABILI LE PENSIONI ENASARCO

La Corte Costituzionale, con sentenza del 26 giugno 2009 n° 183/2009, ha equiparato la pensione ENASARCO a quella INPS e così a quella dei giornalisti e dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. A sollevare la questione di legittimità Costituzionale è stato il Tribunale di Treviso. La Consulta ha dichiarato l'illeggittimità costituzionale dell'art. 28 primo comma della legge 12/1973 secondo il quale i crediti degli iscritti verso l'ENASARCO non sono cedibili nè sequestrabili, nè pignorabili.

Gianni Di Pietro

giovedì 25 giugno 2009

La nostra professione è in crisi

La nostra professione è in crisi Le mandanti scaricano sugli agenti le loro incapacità.

Vado in bestia quando sento che le mandanti attribuiscono solo agli agenti di commercio le responsa­bilità del mancato raggiungimento di un budget o l'insuccesso nella vendita di un nuovo prodotto o linea di prodotti, quando è dimo­strato che l'incapacità di molta dirigenza è la principale causa dei mali delle aziende. Sento che si sta diffondendo sempre più la disistima verso la classe imprenditrice italiana e con il passare del tempo la mancata stima si sta tra­sformando in piena sfiducia da parte di moltissimi agenti di commercio che devono convivere, professionalmente, con situazioni assurde. Sento di dirigenti che continuano a sollecitare la rete di vendita con telefonate poco meno che minatorie, di fronte a risultati non in linea con le aspettative. Sento di direttori commerciali che imperversano nelle agenzie solle­citando azioni e iniziative al limite delle minacce. Ma cosa vogliono da noi agenti questi personaggi? Hanno mai fatto analisi scientifi­che e di marketing evoluto? Sanno veramente leggere il mercato e le sue mutazioni? Capiscono qualche cosa di rapporti umani? Sanno veramente chi siamo e quali ruoli l'agente di commercio ha nella filiera? Gli esempi che ho mi dicono che le aziende vogliono fare "le nozze con i fichi secchi" vogliono, cioè, ottenere il massi­mo spendendo il minimo. Con questo voglio anche attribuire le responsabilità alla nostra categoria che deve assumersi nel non sapere indicare alle mandanti quali sono le nostre attribuzioni sia contrat­tuali che operative. Le Aziende sono portate a sfruttare l'opera degli agenti chiedendo sempre di più, e concedendo sempre meno.

Sono pochi gli agenti che reagiscono di fronte a atteggiamenti di prevaricazione che si stanno diffondendo sempre più. Gli agenti di commercio devono imparare a dire NO con decisione e con pro­fessionalità. Gli agenti di com­mercio devono smetterla di pole­mizzare su situazioni marginali e secondarie ma devono essere decisi nel non accettare imposi­zioni che danneggiano l'aspetto economico e professionale dell'a­genzia. Il continuare ad accettare i comportamenti da "padrone" penalizza tutta la categoria che, in prospettiva, con la riduzione dei compensi dovrà chiudere bottega. Non desidero essere negativo ma se ci guardiamo attorno non pos­siamo non costatare che settori merceologici, una volta importanti per gli agenti di commercio sono svaniti o sono in via di estinzione. Questo è successo perché ai cam­biamenti nel mercato e di fronte alle pesanti riduzioni dei margini di contribuzione, le aziende hanno pensato alla soluzione di ridurre i compensi provvigionali agli agen­ti chiedendo agli stessi di trasfor­marsi da agenti di commercio a uomini tutto fare. La conseguenza è stata la quasi completa sparizio­ne di agenti di commercio dei settori: alimentare, elettrodomesti­ci, vini e liquori ecc. Un agente di commercio di un grossissimo gruppo multinazionale nel settore degli elettrodomestici ed elettroni­ca produce un fatturato di Smilio­ni di € ed incassa 25mila € di provvigioni all'anno.!!!! Ogni considerazione è superflua. Ci sono aziende che non dispongono di documentazione adeguata, che hanno organizzazioni aziendali rabberciate, che non curano la soddisfazione del cliente, che ignorano il post-vendita, che non hanno un servizio consegne effi­ciente e pretendono che gli agenti realizzino i budget assegnati. La cosa strabiliante è che gli agenti non si ribellano e accettano tutto questo come normale lamentando­si, forse, di qualche mancata con­segna, accettando, inoltre e tran­quillamente, forti ritardi nel paga­mento delle provvigioni. Andando avanti di questo passo vedo nel futuro di moltissimi agenti, tempi molto duri. Dobbiamo tutti e con forza fare intendere alle mandanti che gli agenti di commercio sono, a tutti gli effetti, dei professionisti/ imprenditori e come tali devono essere considerati. La mandante che si permette di sollecitare il proprio agente di commercio con fare intransigente e maleducato si permetterebbe di comportarsi nel­lo stesso modo con il proprio av­vocato o il commercialista o un qualsiasi consulente? Credo pro­prio di no. E' giunto il momento di trasmettere al mondo delle mandanti il messaggio che gli agenti di commercio non sono dei galoppini ai loro ordini ma sono dei professionisti/imprenditori coi quali si devono intrattenere rap­porti di collaborazione e non di sudditanza.

Davide Caropreso

Presidente Usarci-Sparci-Genova

martedì 9 giugno 2009

LE FACILI DISDETTE


E' ormai una consuetudine.

 Ogni qualvolta vi è un accenno di crisi economica, o solo di crisi aziendale, il numero delle disdette dei mandati aumenta vertiginosamente. Ovviamente la ditta che si trova in difficoltà cerca e crede di superare il momento contingente sostituendo la rete vendita. Avviene come nel calcio; il presidente non ha speso un euro per rinforzare la squadra, ciononostante la colpa è dell'allenatore il quale viene immediatamente messo alla porta. 

 Ma l'allenatore riceve quasi sempre tutto l'ingaggio pattuito. Ciò non avviene per gli agenti commerciali. Al primo accenno di crisi vengono disdettati. Non accade mai che l'azienda cerchi di fare una autoanalisi delle motivazioni che hanno comportato la crisi; errori amministrativi come cattivi investimenti, spese eccessive, mancato rinnovo della modellistica, mancato rinnovo degli impianti produttivi, inserimento di dirigenti impreparati, ignoranti, boriosi che hanno la sola capacità di saper vendere loro stessi, tutto ciò non rientra nell'analisi dell'industrialotto nostrano. Non vi è nulla di più facile che disdire un mandato di agenzia. Alcuni mesi di preavviso, (sempre sperando che la mandante non cerchi di disdire in tronco accreditando una grave colpa all'agente); un po' di euro di indennità ed è tutto risolto, senza tener in nessun conto se quell'agente ha una famiglia da mantenere o se si è prodigato ed ha fatto notevoli investimenti per promuovere l'azienda; è sufficiente una raccomandata da tre euro ed è tutto risolto. Vi è un solo modo per limitare questo scempio, il solo che io conosca è quello di rendere il più oneroso possibile la facile disdetta. Con il tre o quattro per cento di indennità suppletiva di clientela non otterremo mai nulla. La Suppletiva deve essere il minimo garantito, così come ha sentenziato la Corte di Cassazione. Ma se non impariamo a chiedere l'indennità di cessazione rapporto secondo il dettato della Commissione Europea, ci troveremo sempre e comunque in una situazione di precarietà. I denigratori di questo sistema giornalmente si dilettano a trovare o creare falle inesistenti. Un'ultima chicca è stata quella di ritenere che il diritto all'indennità di cessazione viene meno se “l'agente continua a soddisfare le esigenze degli stessi clienti per gli stessi prodotti, ma per un diverso preponente”. Secondo taluni,quindi, se un agente rappresenta i frigoriferi REX, e dovesse passare all' ARISTON, non può pretendere alcuna indennità dalla REX, perchè continua a fornire frigoriferi allo stesso cliente. NULLA DI PIU' FALSO. Se così fosse, in Germania ed in Francia, patrie dell'indennità, nessun agente percepirebbe il risarcimento e, tanto meno i tribunali tedeschi, quelli francesi, e la Corte Europea hanno mai sentenziato in tal senso. Ciò potrebbe accadere solo nel caso di un agente di una azienda che commercializza ad esempio televisori SONY. Se detto agente dovesse, dopo la disdetta, passare a rappresentare o direttamente o tramite altra azienda commerciale, gli stessi televisori SONY, in questo caso il diritto all'indennità potrebbe venir meno. Voglio portare un caso, occorsomi in questi giorni, a modello della Indennità di Cessazione secondo l'art 1751 cc , per avvalorare la bontà e la convenienza dei conteggi suggeriti dalla Commissione Europea. Un agente plurimandatario di una mandante multinazionale, è stato disdettato in tronco dopo 6 anni di rapporto. Oltre all'indennità di mancato preavviso la mandante ha conteggiato l'indennità suppletiva di clientela ammontante a circa 4.500,00 euro. L'agente aveva iniziato il rapporto con un fatturato fornito dalla mandante di circa 200.000, 00 euro e con 20.000,0 euro di provvigioni e 32 clienti attivi. Dopo sei anni , dove il fatturato ha avuto alti e bassi, il rapporto si chiude con un fatturato 2008 di circa 180.000,00 euro, 20.000, 00 euro in meno di quello iniziale e con un numero di clienti attivi ridotti a 27 di cui 16 nuovi apportati dall'agente. Secondo il dettato della commissione europea, solo su questi nuovi clienti si calcola l'indennità. Effettuati analiticamente i conteggi , risulta che l'agente avrebbe diritto ad una indennità di 31.600,00 euro che successivamente viene ridotto a 19.000,00, importo che costituisce appunto un anno di provvigioni sulla media degli ultimi cinque (massimo liquidabile). NON C'E' CHE DIRE, UNA BELLA DIFFERENZA DA 4.500,00 A 19.000,00 € Con queste indennità sicuramente le facili disdette subiranno una drastica riduzione. Purtroppo sono molto spesso gli agenti che accettano supinamente e senza informarsi, la somma che viene loro offerta dalle mandanti. Gianni Di Pietro

giovedì 23 aprile 2009

FINE RAPPORTO, QUALE INDENNITA’

La Corte di Giustizia EUROPEA è tornata ancora una volta sulle indennità di fine rapporto per gli AGENTI E RAPPRESENTANTI COMMERCIALI.

Per i refrattari, per quelli che non vogliono capire, o peggio fanno finta, come le nostre mandanti , come la FNAARC, la FIARC, la CONFCOMMERCIO, LA CONFESERCENTI,LA CONFINDUSTRIA, LA CONFARTIGIANATO ed altri, è arrivata una ulteriore pronuncia che senza mezzi termini ribadisce alcuni principi già enunciati nelle altre precedenti sentenze , ma rimaste pressoché inascoltate.

In parole povere la sentenza della Corte Europea afferma:

1)Un anno di provvigioni non è il limite da cui partire per poi ridurre l'indennità ma il più delle volte è il minimo del massimo liquidabile. L'importo dell'indennità è soggetto al massimale di un anno di provvigioni sulla media degli ultimi cinque e detto limite opera esclusivamente in caso di eccedenza dell'importo risultante dalle diverse fasi di calcolo.(19)

2)Non è vero che se non si sono procurati nuovi clienti non si ha diritto all'indennità,. In questo caso l'indennità massima annua viene ridotta secondo equità tenendo conto delle provvigioni che l'agente perde.(20)

3) E' vero che ogni nazione può attuare diversi sistemi per il calcolo dell'indennità, ma questi non possono essere usati a detrimento dell'agente e devono rispettare il dettato dell'art 17 della direttiva.( 23)

4)Se un paese non ha un sistema di calcolo adeguato si deve far riferimento a quello della Commissione Europea e con i fattori in essa riportati che mirano alla esatta interpretazione dell'art 17 (22)
(L’ITALIA NON HA ATTUATO ALCUN SISTEMA DI CALCOLO)

5)Non può uno stato membro attuare un sistema di calcolo che sia potenzialmente peggiorativo di quanto suggerito dalla Commissione stessa, verrebbe meno lo scopo della direttiva che tende ad armonizzare le normative degli stati membri, le quali non possono derogare a svantaggio dell'agente commerciale.

Dalla sentenza emerge una dato inconfutabile:

Qualunque accordo o procedura della giurisprudenza che esca dai binari tracciati dalla Corte di Giustizia o che superino i limiti da essa definiti inderogabili, sono passibili di censura.

Come ha ripetuto più volte la Suprema Corte di Cassazione,:
Quanto previsto dagli AA.EE.CC. RAPPRESENTA IL MINIMO che l’agente può ottenere.

Gianni Di Pietro

martedì 14 aprile 2009

LE ESPERIENZE DI UN COLLEGA

Carissimi Colleghi
mi rivolgo a Tutti Voi, Agenti o Rappresentanti che siate, con questa lettera aperta. Da tempo mi sono ripromesso più volte di scriverVi ma il tempo a disposizione scarseggia sempre.

Chi Vi scrive è stato dipendente di una grande Azienda Commerciale nel primo decennio della propria vita professionale.
Tale rapporto si interruppe inaspettatamente a causa della opinabile decisione di smembrare quella solida realtà da parte della nuova Proprietà subentrata al Fondatore.
Tutto ciò per il solo scopo di effettuare una maxi operazione finanziaria <> giocando sulla ... pelle di l0mila capofamiglia che avevano contribuito con il loro impegno ad ottenere risultati eccezionali nel breve arco di un ventennio o poco più.

Il mio inserimento nel comparto commerciale è nato in tale realtà e contesto così come la scelta successiva, quasi obbligata dagli eventi, di trasferire quella esperienza di lavoro nella professione di agente - rappresentante.

Era evidente già da allora che le Aziende per investire meno ma soprattutto per aumentare i loro profitti avrebbero provveduto ad altri interventi analoghi definendoli ristrutturazioni commerciali.
Credo sia evidente a tutti che dal 1970/ 80 in poi le Proprietà hanno così agito e non ditemi che ciò non ha creato una prima forma di precarizzazione del lavoro e del vivere.

Rilevo infatti che in questi ultimi anni i rapporti con le Mandanti sono ulteriormente peggiorati.

In passato una cultura morale concreta ( rispetto a quella inesistente d’oggi ) faceva sì che il rapporto di collaborazione implicasse anche i valori umani che legavano il Proprietario all’ Agente e viceversa...

Oggi i valori sono “aria fritta “ in ogni contesto, fìguriamoci in questo.

In caso di cessazione di un rapporto d’agenzia conta solo il Contratto ed il suo contenuto.
Anzi e più precisamente conta solamente se qualcuno, Sindacato prima e Legale poi, lo sanno far valere ed applicare dalla Magistratura competente altrimenti le Proprietà fanno a gara per disconoscerlo o quantomeno non lo applicano compiutamente.

In quasi trenta anni di attività ho provato sulla mia pelle ciò che riporto.

Vi offro un consiglio da amico “In questo mondo di furbetti (eufemismo educato ) fatevi furbi!
Difendete quei ( pochi ) diritti che tutelano la categoria”.
IscriveteVi e divulgate I’ USARCI - LARAC, Sindacato apartitico che ha a cuore i nostri interessi perchè costituito e gestito da Colleghi che hanno fatto del volontariato sindacale gratuito un loro scopo di vita .
Dobbiamo innanzitutto imparare a non considerare un collega anche del nostro stesso settore un concorrente ma semplicemente un collega.

Spero di incontrarVi sempre più numerosi presso la Sede in Pescara, disposto anche a raccontarVi con maggiore dovizia di particolari le “esperienze disgustose” che mi hanno indotto a sollecitare un Vostro maggiore impegno nel sociale che ci riguarda molto da vicino.

Saluti a tutti, cordialmente
Roberto Busanelli